Rivelazioni

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Reginald si svegliò all'alba, aveva dormito insolitamente bene, il che, considerate le circostanze, era un enorme passo avanti.
Si guardò intorno e vide che il fratellino di Kite era già in piedi mentre il sicario stava ancora riposando. Il bambino lo fissava con misto di curiosità e timore che gli dipingeva sul viso un'espressione che lo divertì molto.
"Puoi avvicinarti, non mordo" lo vide avanzare di qualche passo e si sedette sul pavimento, sembrava voler conservare una sorta di distanza di sicurezza.
"Quindi sei il fratello di Rio. Scusa se ieri non mi sono presentato, mi chiamo Hart"
"Io sono Reginald ma immagino lo sapessi già, beh è un piacere conoscerti" allungò la mano nella sua direzione e, dopo una breve esitazione, il bambino la strinse.
"Vorrei sapere una cosa. Mio fratello ed io siamo dei prigionieri? Non mi ha spiegato nulla, si è limitato a dire che da ora in poi saremmo stati qui"
"Beh, diciamo che siete degli osservati speciali. Il mio primo incontro con Kite si è concluso con la mia quasi morte quindi non posso permettergli di girare liberamente. Per quanto riguarda te, sei semplicemente sotto protezione, ti sconsiglio di girare da solo, c'è gente poco raccomandabile da queste parti" Hart osservò con attenzione il suo interlocutore, gli sembrava sincero. Sapeva che suo fratello era un assassino, non glielo aveva mai detto apertamente ma era riuscito comunque a capirlo. Il giorno prima Kite sembrava molto più sereno del solito quindi era probabile che avesse un qualche tipo d'accordo con le persone in quel palazzo.
"Potresti portarmi tu a visitare il castello? Non ne avevo mai visto uno prima d'ora, mi piacerebbe esplorarlo" Reginald fu colpito dal luccichio negli occhi del bambino, aveva quella scintilla di curiosità e innocenza tipica della sua età. Si chiese da quanto tempo la luce avesse abbandonato i suoi occhi. Riuscì a ricacciare indietro quel pensiero e a rispondere
"Ma certo, non appena tua fratello si sarà svegliato sarò lieto di farti da guida" vide Hart alzarsi e scuotere delicatamente Kite, il ragazzo si alzò e si guardò intorno con sguardo assonnato
"Accidenti, credo che sia la prima volta in assoluto che ti svegli prima di me e quel che è peggio è che non mi sono minimamente accorto che foste già in piedi"
"Andiamo Kite è un buon segno, vuol dire che sei riuscito a dormire in maniera decente. Hai l'aria di uno che non lo fa spesso" replicò il mercenario con un sorriso
"A proposito Hart mi ha chiesto di fare un giro del castello quindi se sei pronto possiamo avviarci" il sicario annuì e si avviarono per il lungo corridoio del castello. Esplorarono la vasta sala da pranzo, le varie camere e la biblioteca, era enorme ma malridotta, spesse ragnatele ricoprivano i mobili e le copertine di alcuni libri erano rese illeggibili dalla polvere. Hart vagò per la stanza incantato, aveva sempre amato leggere e quel posto traboccava di volumi, ne prese uno, soffiò via lo strato di polvere che lo ricopriva ed esplorò con ammirazione la copertina intarsiata, facendovi scorrere le dita.
Reginald si tenne in disparte e si limitò ad osservare la scena, sembrava che quel posto piacesse molto al bambino, era una cosa inaspettata e che lo poneva su un piano diametralmente opposto rispetto al fratello che, come lui, si limitava a guardare compiaciuto Hart. Abbandonarono la biblioteca e percorsero il sentiero che attraversava i giardini per poi raggiungere il campo di addestramento e gli accampamenti dei militari.
Sì fermarono ad osservare un combattimento che stava avendo luogo in quel momento, erano due ragazzi giovani, probabilmente semplici scudieri, avevano una tecnica acerba ma erano animati dal giusto spirito.
"Allora Kite che ne dici di dare a quei due una dimostrazione di come si combatte?" il sicario lo squadrò interdetto per un istante, non aveva mai combattuto davanti a suo fratello ma la tentazione di affrontare nuovamente il mercenario ebbe la meglio su ogni suo dubbio.
"Ma certo, questa volta però non ti aspettare di riuscire a sconfiggermi" detto questo presero due spade dalla rastrelliera e fecero il loro ingresso nel campo.
I due scudieri avevano interrotto il loro duello e li squadravano con uno sguardo attento ed entusiasta, un piccolo gruppo di soldati si era radunato lì intorno attratto dalla prospettiva di una sfida avvincente.
I due rivali iniziarono a scambiarsi attacchi in rapida successione, erano talmente veloci e precisi che bisognava concentrarsi per seguirne i movimenti. Era una sfida incredilmente equilibrata, nessuno dei due sembrava voler cedere e le lame danzavano disegnando sinuose traiettorie nell'aria. Il tempo sembrò dilatarsi, si aveva l'impressione che la sfida andasse avanti da ore nonostante fossero trascorsi solo pochi minuti. Dopo un rapido scambio di fendenti la spada di Kite fu scaraventata a terra e il sicario si trovò, ansimante e disarmato, con l'arma del suo avversario puntata alla gola.
"Sembra che tu abbia vinto di nuovo, non importa, la prossima volta non sarai così fortunato"
"Tu dici? Provaci pure, non hai alcuna possibilità di vincere contro di me" la folla intorno a loro iniziò ad applaudire e a esprimere ad alta voce il suo apprezzamento. Hart, dal canto suo, era rimasto rapito dal duello, vedere il fratello combattere lo aveva reso felice, era una parte di lui che non gli aveva mai mostrato ma che era lieto di conoscere.
Nessuno, esclusi i due contendenti, aveva idea di cosa ci fosse realmente dietro quella sfida. Si trattava di allenamento il cui fine ultimo era quello di rendere Kite in grado di eliminare Reginald. Il sicario provò sensazioni contrastanti, quel mercenario iniziava a piacergli e l'idea di ucciderlo non era affatto allettante, al contempo però sapeva di dover rispettare la sua parte di accordo e si ripromise che, quando fosse giunto il momento, non avrebbe esitato.
Terminarono la loro esplorazione e tornarono nella sala da pranzo per la colazione. Al loro ingresso scese il silenzio, interrotto soltanto da qualche sporadico bisbiglio.
"Non fateci caso, devono solo abituarsi alla vostra presenza. Uno dei passatempi preferiti degli abitanti di questo posto è sparlare di chiunque sia troppo diverso da loro secondo i loro patetici canoni. Prima o poi si stancheranno, ve lo assicuro"
"Non importa, non mi dà fastidio, è stato così ovunque andassi, diciamo che il mio mestiere mi ha reso una compagnia decisamente poco piacevole"
"Non ne dubito, immagino che trascorrere del tempo con una persona che potrebbe ucciderti senza battere ciglio non sia esattamente la massima aspirazione di nessuno" replicò il mercenario con un sorriso
"Immagino di no, anche se tu mi sembri estremamente tranquillo per essere uno che ho portato a un passo dalla fossa"
"Oh beh, non puoi cogliermi di sorpresa stando qui davanti ai miei occhi e poi dubito che alzeresti un dito su qualcuno con tuo fratello accanto" Hart ridacchiò perfettamente consapevole di quanto reale fosse quell'affermazione.
Dopo la colazione fecero una breve sosta in camera, lasciarono il bambino a riposare e ripresero a vagare per i corridoi.
Ad un certo punto Reginald si fermò, era giunto il momento, non poteva continuare a rimandare la cosa, doveva parlare con Thomas al più presto e quella era l'occasione giusta.
"Ascolta Kite ti dispiace se vado a parlare con il principe un momento? Non ci vorrà molto" il sicario era perfettamente a conoscenza del fatto che non avesse bisogno del suo permesso per farlo, tuttavia comprese che quella domanda nascondeva altro. Era un'implicita richiesta di conferma, come se volesse che qualcun altro validasse un'idea di cui non era tuttora molto convinto.
"Ma certo, nessun problema, ti aspetto fuori dalla stanza" Kite lo seguì fino alla porta della stanza del principe e si appoggiò al muro antistante. Reginald bussò ed entrò, Thomas era seduto alla sua scrivania, sembrava concentrato su alcune mappe, probabilmente stava rivedendo le strategie per le battaglie future. Si interruppe appena lo vide arrivare
"Hey, disturbo per caso? Posso ripassare più tardi se sei impegnato"
"Non preoccuparti, posso ritagliarmi un po' di tempo, allora che cosa volevi dirmi?" il mercenario esitò tutta la sua determinazione sembrava averlo abbandonato, aprirsi lo spaventava terribilmente ma ormai era arrivato fin lì, non poteva tirarsi indietro proprio adesso
" Beh ho pensato a quello che mi hai detto ieri e immagino di essere qui per la parte <ci sono se hai bisogno> o almeno credo" fece un'altra pausa. Thomas lo squadrò con attenzione, era titubante, si teneva a distanza come se l'idea di un contatto lo spaventasse e vagava con lo sguardo, non riusciva a tenerlo fisso in un solo punto. Lo trovò semplicemente adorabile, il formidabile soldato senza paura che si trovava in difficoltà nel dover parlare di qualcosa di diverso dalle battaglie.
"Ma certo, mi fa piacere tu sia qui. Ti ascolto"
"Ecco, so di non essere stato molto carino con te ultimamente. Non ho intenzione di inventarmi scuse per giustificare i miei atteggiamenti, so di non avere un carattere facile e non mi aspetto che tu continui a sopportarmi. Dopo questa doverosa premessa ci tenevo a dire che sì quello che ha detto Caleb mi ha fatto riflettere e sì anche l'idea di averti parlato del mio passato mi ha scosso, ma nessuna delle due cose è stata la causa scatenante della mia reazione. C'era un motivo più profondo che ho cercato di ignorare, ero convinto di poter andare avanti così ma stava diventando terribilmente complicato.
Scusami sto divagando, cerco di arrivare al punto… Sono innamorato di te, lo so da un po' ormai ma non riuscivo ad ammetterlo o meglio non volevo farlo. Non mi aspetto che i tuoi sentimenti per me siano gli stessi, avresti tutte le ragioni per aver cambiato idea e… " Thomas lo interruppe avvicindosi, lo strinse tra le braccia e gli accarezzò i capelli. Percepiva chiaramente la tensione del mercenario, quel contatto doveva sembrargli inaspettato
" Per me non è cambiato nulla Reginald né mai lo farà. Sono davvero felice che tu provi la stessa cosa, è davvero inaspettato. Ero convinto di averti perso, ti sentivo molto distante e freddo nei miei confronti ma poi ieri mi è sembrato che si fosse mosso qualcosa e mi fa piacere che sia effettivamente stato così " il mercenario si sottrasse al contatto e guadagnò qualche passo di distanza, il rossore sul suo viso, solitamente estremamente pallido, lo fece sorridere.
"Ora è meglio che vada, Kite sta aspettando qui fuori e non è il caso di lasciarlo privo di sorveglianza troppo a lungo" cercò di raggiungere la porta ma il principe lo precedette e si frappose tra lui e l'uscita. Non disse nulla, si limitò ad avvicinarsi, prendere il suo viso tra le mani e baciarlo. Dopo una breve esitazione il mercenario ricambiò, passarono rapidamente da un timido contatto ad un vero e proprio assaporarsi a vicenda. Era come se per tutto quel tempo si fossero trovati in un deserto e, dopo un lungo periodo di sete, avessero finalmente ritrovato l'agognata acqua e, adesso che potevano finalmente bere, non volevano smettere perché la sensazione che provavano era magnifica.
Esitarono un po' prima di staccarsi l'uno dall'altra, Reginald si avviò nuovamente verso la porta
"Stavo pensando che potrei affidare Kite a qualcun altro, in questo modo avremmo la possibilità di trascorrere più tempo insieme"
"No, è giusto che sia io ad occuparmi di lui. Sono la persona che conosce meglio ed anche il responsabile della sua liberazione, è un compito che spetta a me ma…" si interruppe un attimo "potrei sempre sgattaiolare qui mentre dorme e chiedere ad una delle guardie di prendere il mio posto per qualche ora" Thomas trovò adorabile il modo impacciato in cui aveva esposto quella proposta
"Mi sembra un'ottima idea, buon proseguimento di giornata Reginald, spero di rivederti presto. Il mercenario si limitò ad annuire ed abbandonò la stanza.
Kite lo vide uscire, aveva un misto di stanchezza e soddisfazione dipinto sul volto. Aveva immaginato che tra lui e il principe ci fosse qualcosa in più di una semplice relazione professionale ed ora ne aveva la conferma. Questo spiegava la ragione per cui non voleva rivelargli la verità sul marchio, probabilmente aveva paura di perderlo oltre che di metterlo in pericolo ed era qualcosa che poteva comprendere. Si augurò che quel segreto non si frapponesse tra loro, Reginald meritava di essere felice e di poter trascorrere il tempo che gli restava con la persona che amava.
Fecero ritorno alla loro stanza ed andarono a dormire, Kite non sapeva che gli stessi pensieri che avevano attraversato la sua mente stessero occupando anche la mente di Reginald.
Il sicario riuscì ad addormentarsi mentre il mercenario trascorse il resto della notte a rigirarsi nel suo giaciglio cercando di zittire la voce nella testa che continuava a ripetergli quanto male sarebbero finite le cose.

Il Mercenario e il PrincipeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora