17. TI AMO-TI AMO!!!

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CASA Q4

11:03

POV'S TANC

E' ora di raccontare tutto, anche se non sono pronto, lo devo dire, devono sapere.

Siamo tutti seduti sul divano, Lele che mi guarda confuso non sapendo di cosa sta succedendo, di fronte a me. Diego accanto a Lele che si guarda le mani, giocando con l'anello che ha nel pollice, e alla fine c'è Gian, lui è seduto su una sedia del tavolo della cucina, penso sia il più arrabbiato di tutti.

T= Allora, prima di iniziare vi chiedo solo di non interrompermi, e di farmi finire prima di parlare, ok?

Li guardo una ad uno e senza fiatare annuiscono.

T=Avevo una famiglia davvero bella, avevo due sorelle, e i miei genitori mi adoravano. Avevo dieci anni, ero con le mie sorelle e i miei genitori, stavamo andando al parco, a metà tragitto, vediamo una macchina sfrecciare verso di noi, papà non ha fatto in tempo a spostarsi che la macchina si è schiantata, poi ricordo il buio. Mi svegliai su un lettino d'ospedale, solo, non capivo nulla. Arrivò un dottore, mi raccontò come ero arrivato lì e anche che avevano arrestato il guidatore che aveva ucciso la mia vita, il padre di Valerio, Valerio Mazzei. Ho chiesto dei miei genitori e lui mi aveva detto che dei genitori nuovi mi stavano venendo a prendere. Sono scoppiato a piangere, avevo capito che era successo qualcosa di grave alla mia famiglia. Arrivarono queste due persone, e dopo essersi accertati che stessi bene, i dottori mi lasciarono solo con questi due sconosciuti. Dopo che mi squadrarono e parlavano come se io non ci fossi, mi portarono in macchina, io mi dimenai in vano. Dopo 10 minuti arrivammo ad una grandissima villa, e per i primi due mesi lì mi comprarono di tutto, come se a me importassero i soldi, non capivano che la mia famiglia non c'era più. Superato quel periodo iniziarono a dire che ero un morto vivente, che ormai la mia famiglia era morta e che adesso erano loro la mia nuova famiglia. Iniziarono a prendermi a parolacce, e avvolte arrivavano anche alle mani. Continuò così fino hai 16 anni, dove avevo iniziato a fumare, ad ubriacarmi a non tornare la sera a casa ed a perdere la mia verginità in uno squallido bagno di una discoteca con una ragazza che neanche conoscevo. Da lì iniziai a rispondere male a tutti, a non parlare completamente i miei genitori, a sparire per giorni o settimane senza che loro si preoccupassero di me. Poi ho conosciuto Gian, mentre non mi reggevo in piedi lui mi ha aiutato e da lì passammo tutti i pomeriggi assieme, e mi ha aiutato ad uscire dal circolo della droga. Un'anno dopo conoscemmo Diego ad un compleanno di un nostro, all'epoca, amico. Non ho mai accennato alla mia famiglia o al mio passato e se dovevo per forza rispondere mentivo. E poi quasi un'anno fa ho conosciuto Lele e da lì, quando ho capito che mi piaceva, ho lasciato anche il mondo del portarmi gente a caso la notte. E' adesso sono qui, ad aprirmi completamente a voi. Gian lo so che ti ho mentito per quasi 4 anni, ma non volevo farmi vedere debole o far pena a qualcuno. E' chiedo scusa anche a voi due, Lele e Diego per non avervi detto nulla. Spero che possiate capirmi.

Dopo che finisco di parlare, li guardo, loro non dicono nulla. Vedo un velo di tristezza negli occhi di Lele, e sempre stato molto sensibile.

T= Potete dire qualcosa?

Vedo Gian schiarirsi la gola, e poi guardarmi negli occhi, e dopo parlare.

G=Io capisco perché non hai voluto dircelo, ma ti ho sempre detto che non devi nasconderti con me, e lo hai fatto tutte le volte che mi parlavi di te. Mi hai mentito per 3 lunghi anni, io ti ho detto tutto della mia vita, pensavo di conoscerti, ma sto pensando che non ti conosco affatto, Tanc.

Io mi alzo di scatto e gli vado vicino prendendogli le mani, e con un velo di lacrime

T= No, no, no. Quello che hai visto in me in questi anni è vero, sono sempre quel ragazzo goffo e fastidioso e casinista di sempre. Gian non credere che perché io ti abbia mentito sul mio passato, quello che ho fatto, come mi sono comportato è tutto falso. Ti ho sempre mostrato il vero me. Gian per favore credimi. Mi sei sempre stato accanto da quando ci conosciamo, non andartene ora che ti ho aperto l'altro pezzo della mia vita.

E lui senza dire nulla, mi abbraccia, mi tiene forte, e vorrei piangere come non mai, ma anche se gli ho promesso che non mi sarei nascosto, non riesco a non pensare che mi possano vedere fragile.

Ci stacchiamo dopo quelli che penso siano stati minuti, e mi giro guardando Diego e Lele, che a loro volta mi guardano.

Diego mi fa segno che parleremo dopo, e mi indica Lele, e poi le scale.

io capisco e quindi, di slancio prendo Lele in braccio, che fa un verso sorpreso, che mi fa sorridere, e poi allaccia le game al mio busto, e le braccia sul mio collo e si appiattisce di più sul mio corpo. Un piccolo koala.

Arriviamo in camera, con poca facilità sposto le coperte e poggio sia me che Lele sotto di esse.

Lui si stacca un po' da me e ci guardiamo degli occhi. Marrone contro Verde. Luce contro Buio.

L= Tanc so che ti stai trattenendo da quando hai iniziato a parlare. Ti prego sfogati, piangi, apriti con me come non hai mai fatto, dì ciò che vuoi.

A quel punto, con quelle parole, non so come e con quali forze, piango.

Piango come non ho mai fatto, in quel momento a pure cambiato posizione, e sono con la testa sul suo petto, e le braccia allacciate al suo bacino, e lui mi tiene stretto.

L=Tanc, sono felice che tu ti sia aperto con noi, con me. Non sai da quanto ho questo pensiero che tu non mi dicessi tutto. E forse sono egoista a pensare che adesso che tu stai piangendo, io mi sento quasi felice. E ti volevo anche dire che questi mesi con te sono stati fantastici, e sono contento che tu per me hai lasciato tutto quel mondo fatto di sesso con persone a caso, discoteche ogni sera e l'essere meno scontroso. Con questo voglio dirti che Ti amo Tanc.

Io alzo subito la testa, e vedo che sul suo viso c'è un sorriso bellissimo e del luccichio negli occhi.

T= Ti amo Lele.

Ci baciamo con passione, ma senza secondi fini, e con un sorriso sulle nostre facce ci addormentiamo.

N.A.

ALLORA RAGAZZI PUBBLICO ADESSO PERCHE' IERI NON HO AVUTO ABBASTANZA TEMPO PER FARLO. ANCHE PERCHE' E' UNO DEI CAPITOLI Più DIFFICILI CHE HO SCRITTO.

AVETE LETTO LA STORIA TORTUOSA DI TANC.

TANC SI E' SFOGATO PIANGENDO SU LELE, E APRENDOSI CON LUI.

LELE HA CONFIDATO I SUOI SENTIMENTI A TANC, CHE HA RICAMBIATO.

VI LASCIO CI VEDIAMO SABATO 28 SEMPRE ALLE 00:30

BAY

JUSTINE

NOI SIAMO SUPERCLASSICO🌈🍓//TANKELE//GIANEGO // Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora