Sei di Corvi vs La Prima Legge

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Al giorno d'oggi molti autori infilano violenze gratuite, oscurità e depressione per urlare che la loro opera è matura. Perché nel mondo REALE, quello degli adulti, tutti sono cattivi, depressi e se sei buono morirai subito.

Questa è una sgradevole PRETESA di maturità. Va bene dire che la vita non è una favola rose e fiori, ma estremizzando l'opposto si fa la stessa cosa, anzi peggio, perché c'è pure la pretesa.

Confronterò ora Sei di Corvi con La Prima Legge, entrambi fantasy che hanno, per buona parte, dei protagonisti tutt'altro che eroici. Potremmo pure definirli dei malvagi.

Eppure Sei di Corvi fa infinitamente meglio.

Perché?

1) I personaggi presentano dei motivi interessanti per cui sono così: Jezal de La Prima Legge è un pirla perché è vissuto in un ambiente senza vere sfide e stimoli, Kaz viene da un ambiente duro in cui ti adatti o muori; (protagonista attivo vs passivo)

2) Piacevolezza. In quanto sfaccettati e dotati di umanità, i personaggi sono più piacevoli (l'unico de La Prima Legge che salvo davvero è West) e sfaccettati.

3) Rapporti/evoluzione: in La Prima Legge, per capire che i rapporti si sono evoluti, serve il tell. In una sequenza, infatti, un personaggio pensa "ci conosciamo da tanto, e non è cambiato niente", mentre la donna che è con lui pensa "è cambiato tutto". Ma guardando i gesti, lo show, questa cosa si percepisce solo DOPO la riflessione. Quindi si dice anziché mostrare. L'evoluzione del rapporto poi si evolve in una scena di sesso con dialoghi ridicoli e lo sviluppo viene mandato in rovina pochi capitoli dopo. Quindi i personaggi rimangono fissi per interi volumi.

4) Intelligenza: il piano di Bayaz (mago potentissimo con esperienza e ricchezze illimitate) fa pena, quello di Kaz ha senso.

5) Elementi in mezzo: in la Prima Legge gli eventi sono noiosi, banali, oserei dire squallidi, al punto che se avessero ambientato varie scene in un letamaio sarebbe stata la stessa cosa. In Sei di Corvi descrivono gli eventi che hanno portato agli incontri, le emozioni, le evoluzioni.

6) La pretesa: La Prima Legge urla il più possibile "non sono un classico fantasy!": criticano le armature scintillanti, denigrano le vesti fantasy da teatro, alla sua prima apparizione il grande mago viene scambiato per un macellaio. Sei di Corvi non ha questa pretesa, salvo qualche frase buttata lì, tipo "non sono uno che fa innocenti scherzi".

A parer mio, La Prima Legge colpisce molti lettori perché sono ancora alle prime armi, e quindi le apparenti decostruzioni dei tropi narrativi li scioccano. In realtà è solo sostituire un cliché col suo opposto, che è ugualmente cliché appena hai fatto un po' di critica. Si tratta di una volgare imitazione di Martin e del Trono di Spade, in cui sì, c'è orrore, ma anche onore.

Quindi, se volete fare dark fantasy, leggetevi Sei di Corvi o Il Trono di Spade e lasciate La Prima Legge sullo scaffale. Oppure leggetelo per capire cosa NON fare!

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