Indosso portava un semplice paio di jeans e una felpa parecchio larga. Si sentiva tranquilla nel ripercorrere quei corridoi a lei tanto familiari e a salutare, di tanto in tanto, i quadri parlanti appesi alle pareti. Le rispondevano con familiarità, domandandole cosa fosse in procinto di fare e fino a che punto la sua vita fosse cambiata.
Tantissimo, e in maniere che non si sarebbe mai immaginata. Ora la conoscevano tutti e, ovunque andasse, le domandavano se potessero scattarle una foto, o se fosse loro permesso fermarla per una semplice, breve chiacchierata. Lei rispondeva puntualmente con educazione, per lo più dimostrandosi disponibile, a meno che non si trovasse nel bel mezzo di una giornata molto impegnativa. E lo erano spesso.
Ma infondo non era mai stato un problema per lei avere orari parecchio serrati. Le piaceva essere consapevole di stare facendo del bene, così come aveva sempre cercato di fare, in ogni momento, nonostante tutto. Sorrise tra sé e sé.
Entrò in Sala Grande pronta a gustarsi un pasto caldo, ma la trovò vuota, priva del suo solito brusio di fondo, o delle candele a fluttuare qua e là per il soffitto. Le parve bizzarro, ma avanzò comunque verso il tavolo completamente vuoto che era sempre stata solita occupare: quello dei grifondoro.
Fu solamente quando si fu accomodata a sedere che lo notò. Sistemato dalla parte opposta a lei della sala, in quello che per anni era stato il suo posto –e di nessun altro, mai-, c'era lui: Draco Lucius Malfoy.Non fu in grado di impedirsi di squadrarlo con diffidenza e confusione mentre, come lei, sedeva di fronte un tavolo vuoto, privo di centrotavola, piatti, posate e candelabri. E la guardava. La guardava da quando era entrata nella Sala senza neppure darsi un'occhiata attorno, certa come non mai che le cose fossero tutte assolutamente al loro posto.
Ma non importava. A importare in quel momento era ben altro: perché stava sognando Hermione Granger?
L'ultima volta che l'aveva vista era stato alcune settimane prima al ministero della magia, evidentemente indaffarata con un gruppo di giornalisti estatici all'idea di trovarsi al suo cospetto. L'aveva notata immediatamente, complici i capelli inconfondibili e quel suo tono di voce sempre troppo maledettamente sicuro di sé, ma aveva scelto, con estrema discrezione, di non degnarla neppure di una breve occhiata quando l'aveva affiancata, certo che se avessero notato anche lui, le cose non si sarebbero concluse per il verso giusto.
Da quando era finita la guerra, i giornalisti lo perseguitavano.
L'aveva superata in tutta fretta e si era diretto verso la stanza che gli era stata indicata, evitando così una quantità di domande alle quali si sarebbero comunque prima o poi ottenute le dovute risposte.
Ad ogni modo gli era parsa carina e, per la prima volta dopo molto tempo, curata. Aveva ricordato quando l'aveva vista a Hogwarts per l'ultima volta; sporca di polvere, terra e con i vestiti ridotti in stracci durante la battaglia finale per la sconfitta di Voldemort. Lì al ministero, però, si era presentata con tanto di completo sartoriale e tacchi a spillo, come una vera donna in carriera. Deglutì, contemplando quanto stesse indossando in quel momento. Gli parve nuovamente la solita Granger, ma ancora non trovò alcuna spiegazione per quanto stesse avvenendo."Smetterai di fissarmi, Malfoy?" domandò d'improvviso lei, distogliendolo dalle proprie riflessioni.
Si sentì infastidito, principalmente perché persino quella Granger-surrogato-sogno era dotata della completa incapacità di tacere, ma si disse che sarebbe stato estremamente stupido da parte sua arrabbiarsi in una situazione del genere. Rovinarsi il sonno per nulla. Sospirò:
"Stavo riflettendo, Granger."La vide dall'altro lato della sala storcere il naso come una bambina: "E da quando in qua lo fai guardandomi?"
Lui aggrottò la fronte. Da quel momento. Ma per il semplice fatto che ce l'aveva di fronte, il tutto perché la sua mente stanca si divertiva a selezionare minuziosamente qualsiasi trauma relativo al suo passato tutt'altro che felice e a ripresentarglieli così: in ambienti del tutto familiari, dove non avrebbe mai desiderato ritrovarseli.
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Lucid Dreams -Sogni Lucidi-
Fanfiction"Per 'sogno lucido' si intende quel sogno avuto in coscienza del fatto di stare dormendo." |estratto cap.5| Lui la guardò, questa volta esclusivamente in quegli occhi tanto vivi da poterlo scottare a distanza, e per un secondo fremette. Si irrigidì...