Il primo giorno

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Come ogni primo giorno di ogni percorso che io abbia mai iniziato in vita mia, mi alzai alle cinque del mattino e sentii nel petto una leggera pressione dettata dalla mia vecchia amica ansia, che non mi abbandonava  mai.
Una volta alzata dal letto mi diressi nel mio bagno e mi feci una bella doccia calda per sciogliere i nervi, o almeno era quella la mia intenzione.
Una volta aver asciugato i lunghi capelli decisi di lisciarli per essere il più carina possibile, almeno questo primo giorno.
Decisi di optare per un make-up semplice ma di effetto. Una sottile riga di eye-liner, mascara, correttore, bronzer e blush e per finire una matita nude sulle labbra.
Mi guardai allo specchio e decisi di indossare un semplice pantalone nero leggermente a zampa con una s maglietta bianca inserita dentro. Nulla di troppo esagerato e volgare date anche le mie curve prosperose.
Per quanto riguarda le scarpe optai per un paio di vans con le quali andavo sempre sul sicuro.
Poi indossai il camice e mi sentii finalmente completa e presentabile. Si erano fatte le sette così andai a fare colazione nella sala comune dove scelsi un semplice tè freddo al limone e una brioche. Sedendomi al tavolo incontrai Camilla che si mise gentilmente vicino a me e iniziammo a fare quattro chiacchiere.
Era una ragazza davvero simpatica e con la testa sulle spalle. Avevamo in comune molto più di ciò che pensassi e la cosa ovviamente principale era il desiderio di aiutare il prossimo.
Mi raccontò della sua prima esperienza e di come poi non era stata più capace di andare via fino ad arrivare a formare un'associazione tutta sua.
Pensai che fosse davvero ammirevole ciò che era riuscita a costruire.
Dopo poco tempo si unì a noi anche Davide e non potei non fissare quegli occhi verdi che mi avevano maledettamente intrigata.
Ma scacciai quel pensiero e mi concentrai sul piano giornaliero che mi stavano illustrando con precisione.
In mattinata avrei dovuto prendere parte ad un piccolo tour dell'ospedale in cui lavoravamo, poi sarei dovuta andare ad una lezione teorica riguardante la chirurgia neonatale e infine nel pomeriggio avrei dovuto assistere ad un intervento di appendicectomia.
Ero entusiasta solo a pensarci e non vedevo l'ora. Così tutti e tre insieme ci dirigemmo verso l'ospedale che distava pochi metri dalla struttura dove alloggiavamo.
Non era grande ma comunque ben organizzato e pulito. Anche questo ambiente di lavoro sembrava estremamente accogliente e ciò mi fece sentire rilassata. Mi portarono a guardare le varie sale operatorie, gli ambulatori e il piccolo pronto soccorso che già era parecchio affollato. Dopo di che andai nella zona dell'ospedale dove c'erano le aule per le lezioni e le riunioni e presi parte a quella che mi spettava. Durò circa due ore e fu davvero molto interessante.
Il professore sembrava gentile e disponibile a chiarire qualsiasi mio dubbio.

Si fece così l'ora di pranzo e mi incontrai nuovamente con Camilla e Davide ai quali raccontai come era andata la lezione  e loro parlarono delle diverse difficoltà che si erano ritrovati ad affrontare quella mattina nel pronto soccorso.
Molti bambini arrivavano morenti di fame e di sete. Le situazioni erano davvero critiche. Non vedevo l'ora di cominciare a dare il mio contributo pratico a questi ragazzi.
Arrivò successivamente l'ora dell'appendicectomia e lavarmi e preparami per l'operazione mi provocò un'emozione unica. Il primario non sembrava neanche avermi notato ma non me ne importò niente perché ero troppo presa dall'osservare ogni suo movimento e dal prendere appunti accurati e precisi. L'intervento durò mediamente poco e quello che mi restava era tempo libero.
Mi sentivo stanca così decisi di tornare nella mia stanza per riposare un po' ma crollai in un lungo sonno probabilmente perché ancora non avevo superato bene il jet lag.







Ciao❤️
Spero che man mano la storia vi appassioni
Mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate e non esitate a dire la vostra nei commenti
Un abbraccio ❤️

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