Tuffo nel passato

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Quando finimmo di pranzare, Manuel andò in cassa e pagò anche per me, nonostante cercai di oppormi in tutti i modi.
Trovai quel gesto estremamente carino da parte sua ma anche un po' strano.
Decidemmo di fare una passeggiata insieme nella periferia nonché parte più povera della città, per poi tornare ognuno al proprio alloggio.
Mentre camminavamo mi raccontò un po' più di se.
<< Sai, mia madre è Ecuadoriana e per i miei primi 11 anni ho vissuto lì. Poi mi sono trasferito ad Olbia e ci sono rimasto finché quella realtà non mi cominciò a calzare stretta. Così andai a Londra e poi a Milano. Mi definirei quasi figlio del mondo>> disse sorridendo
A mente mia pensai quindi che avevo avuto ragione a pensare che aveva dei tratti sud-americani e pensai che tutti questi viaggi lo avessero arricchito molto.
Mi incuriosiva sempre di più come persona
<< qui in Africa ho ritrovato molto l'ambiente della mia infanzia. Il caldo che quasi ti uccide, il fare accogliente di tutti. E forse è per questo che sono così affezionato a questo posto>> . Rimasi affascinata da ogni cosa che diceva e lo ascoltai con attenzione.
Ogni tanto lo guardavo e gli sorridevo e lui ricambiava.
Era proprio bello quel maledetto sorriso e notai come, anche se lo conoscevo da praticamente poco più di un'ora,questo ragazzo stava lasciando un segno dentro di me.
Gli raccontai che io invece, ero nata e cresciuta a Roma, in una realtà ben differente da quella che aveva vissuto lui. Fin da piccolina ero stata abituata a studiare molto e all'età di 14 capii che il mio sogno era fare il medico quindi mi impegnai tanto per raggiungere quell'obbiettivo.
Gli dissi inoltre che avevo 25 anni e che avevo trascorso molto tempo della mia vita sui libri e facendo poca vita sociale.
Mi fece qualche altra domanda sulla mia storia fino a che non arrivammo davanti al mio alloggio e ci salutammo.
Mi chiese anche il  numero di telefono perché aveva detto che voleva rivedermi per un'altra chiacchierata e perché gli dovevo un caffè.
Così sorrisi, gli diedi il numero ed entrai nell'edificio con il cuore che batteva più veloce del solito.
I ragazzi non mi avevano mai calcolata più di tanto, ero carina si, ma niente di eccezionale e di certo non rispettavo i canoni di bellezza e fisicità della popolazione media italiana.
Quindi il fatto che un ragazzo fosse apparentemente interessato a me, mi faceva arrossire e sentire più confidente in me stessa.
Appena entrata nell'edificio andai nella sala comune e trovai Camilla che faceva merenda con un piatto di frutta.
Mi misi accanto a lei e le raccontai la mia mattinata particolare
<< Ho incontrato il ragazzo che urlava l'altro giorno in pronto soccorso e abbiamo fatto quattro chiacchiere.>>
<< Si, so chi è quel ragazzo, o meglio lo conosco di vista perché ha insieme ad un mio caro amico un'associazione tutta loro.>>
<< È stato davvero carino ma allo stesso tempo strano, non sono abituata a ricevere attenzione da parte dei ragazzi >>
<< Coraggio ragazza! Buttati un po'! Cogli la palla al balzo! Da quello che mi stai raccontando sembra essere scattata la scintilla fra voi due quindi perché non approfittarne! Qui in Africa non è da tutti i giorni trovare qualcuno che vuole di più di tre punti di sutura su un taglio da te, quindi se puoi approfittane!>>
Quella sua esclamazione mi fece ridere e continuammo a parlare del più e del meno per tutto il resto del pomeriggio.
Arrivata la sera cenai con Lei e Davide e poi mi diressi in camera per finire di studiare e sistemare gli appunti.
Non riuscii a concentrarmi troppo però perché la mente viaggiava e andava a finire sempre sul pensiero di quel ragazzo riccioluto e simpatico. Stavo ridendo da sola e mi sentivo così stupida ma allo stesso tempo così felice.
Avevo avuto una sola relazione in vita mia che poi troncai perché scoprii che mi aveva tradita e perché mi distraeva troppo dallo studio.
Non era amore perché rinunciai molto facilmente a lui e quando scoprii il suo tradimento fui quasi sollevata di aver finalmente trovato un'alibi per lasciarlo.
Stavano insieme da meno di un anno e sinceramente al giorno d'oggi mi chiedo anche io il perché di quella relazione.
Forse perché anche io in quel momento mi ero stancata di stare da sola e gli ormoni pregavano di essere accontentati.
Si, mi sentivo un po' una merda al pensiero di essermi solamente approfittata di quel ragazzo, ma senza alcun dubbio lui aveva fatto lo stesso con me quindi non ci rimasi troppo male.
Misi il mio comodo pigiama e poco dopo essermi messa a letto sentii il telefono vibrare.
Lo guardai e sullo schermo era comparso un numero che non conoscevo. Il messaggio diceva " buonanotte dottoressa❤️". Il mio cuore saltò un battito e mi addormentai con le farfalle nello stomaco e più felice del solito.







Ciao❤️
Secondo capitolo della giornata postato!
datemi un feedback e ditemi se la storia sta cominciando ad essere interessante o se dovrei cambiare alcune cose
Un abbraccio ❤️

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