Dove lasci il cuore // Hell Raton

Te lo prometto

Ci eravamo appisolati entrambi sui sedili dell'auto.

Il mio telefono vibrò, riportandomi alla realtà.
Non feci in tempo a rispondere e neanche a vedere chi fosse a cercarmi ma ebbi il tempo di aprire gli occhi e realizzare ciò che era appena successo.

Volevo piangere.
Abbandonarmi a questa passione con Manuel non era stata la scelta giusta.
Era stato solo un grande, enorme errore.
Mi sentivo stupida ma ciò che prevaleva nel mio cuore era il pentimento.
Manuel era stato così duro e cattivo con me che mi aveva ferito in modo irrecuperabile.
Forse per quel pò di alcool che ancora navigava nelle mie vene mi sembrava di sentire rimbombare nel cervello quelle parole... "sei troppo complicata" " non so come starti accanto"...

Una lacrima inevitabilmente scese sulla mia guancia.
Ormai neanche lo stesso Manuel sapeva risanarmi dalle ferite che lui stesso mi avevo procurato.
Mi serviva del tempo per riflettere, per capire se sarei riuscita a perdonarlo un giorno.

Mi ricomposi, cercando di non svegliarlo ma I miei tentativi fallirono.

<< già scappi via?>> chiese con voce assonnata mentre mi guardava aprire la portiera.
La richiusi un attimo per non far entrare il freddo di gennaio ormai.
<< si, mi stava chiamando qualcuno>> dissi cercando di sembrare indifferente. Non potevo dirgli che stavo cercando di fuggire il più lontano possibile da lui e dallo sbaglio che avevamo compiuto.
<< ok>> disse lui altrettanto indifferente. Sembrava che stava elaborando lentamente le parole che gli avevo appena detto.
Stavo per uscire quando riprese però a parlare
<< non pensi che dovremmo parlare?>> mi domandò guardandomi negli occhi
<< non ora>> dissi fredda e chiusi la portiera cercando di entrare il più velocemente possibile nel locale.
Si erano fatte le due ormai ma la festa sembrava essere appena cominciata.
Mi feci spazio tra la gente ubriaca che ballava e raggiunsi gli altri al nostro tavolo dove trovai Davide.
Davide....
Avevo fatto un casino anche con lui, mi maledissi perché non riuscivo a farne una giusta.
Non potevo continuare ad illuderlo, a cadere nelle sue braccia solo quando ero ubriaca o triste. Non se lo meritava. Era un ragazzo buono e di cuore.
<< dove sei stata? Ti ho anche chiamato!>> lo osservai e capii che non potevo dirgli la verità. Non ora e in questo contesto. Lo avrei ferito profondamente.
<< sono stata fuori a parlare con persone che avevo conosciuto alle precedenti feste, neanche ci siamo accorti che era scattata la mezzanotte>> cercai di essere il più convincente possibile e sembrò crederci.

Dopo ancora un'ora passata a non pensare ad altro che Manuel, decisi di andare via.
Per non disturbare nessuno chiamai un taxi e salutai Davide, non sapendo che fine avesse fatto Camilla.

Messo piede dentro casa scoppiai in lacrime, ancora una volta.
Mi accasciai sul pavimento.
Ero distrutta, amareggiata, delusa da me stessa.

Milano doveva essere un nuovo inizio, un vero punto di partenza per me e invece eccomi di nuovo a rovinare la mia vita.
Rovinare la mia vita per qualcosa per cui non vale la pena dopo tutto.
Odiavo me stessa per non essere stata forte abbastanza da andare avanti tempo fa, passare oltre.
Sono ricaduta nelle braccia di Manuel così facilmente....
ed ecco come mi ritrovo.

Mi feci una doccia calda, poi una tisana cercando di raggruppare le idee, i pensieri, le considerazioni.
Mi vennero in mente le parole di mia madre, quel giorno a colazione.
Ci aveva sempre visto più lungo di me.
Aveva ragione lei, dovevo focalizzarmi su altro all'infuori della vita che mi ero creata. Più che vita la definirei bolla. Bolla nella quale pensavo di poter vivere per sempre tranquillamente con Manuel, pensavo che le cose tra di noi potessero davvero funzione. Me lo aveva fatto credere e sembrava così reale...