Pranzo insieme

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Angelica p.o.V
Non so perché ebbi quello stupido sorriso da ebete stampato in faccia quando riconobbi il ragazzo che avevo dovuto tranquillizzare in pronto soccorso. Forse perché lui in questo bar si era dimostrato subito amichevole e molto gentile, quindi perché non scambiarci quattro chiacchiere.
Lo invitai a sedersi al mio tavolo e sinceramente avevo un po' d'ansia, non ero abituata ad approcciarmi con molte persone all'esterno dell'ospedale, ma con questo ragazzo sembrava tutto molto facile e spontaneo.
Aveva un fascino che avrebbe colpito chiunque, me in particolare, perché era esattamente il mio tipo. Non troppo alto, carnagione abbronzata, capelli scuri e ricci e i tratti del viso sembravano quasi latino-americani, ma non ne sapevo ancora niente di lui quindi non potevo pensare altro.
Le braccia erano quasi completamente ricoperte di tatuaggi colorati che in genere non adoro particolarmente ma su di lui stavano alla perfezione.
<< Come ben avrai capito sono un medico, in realtà sono una specializzanda in pediatria, e ho deciso di fare la specializzazione qui in Africa perché secondo me da l'opportunità di crescere anche come persona che solo come medico>> cominciai a dire con un tono pacato e dolce. Sembrava davvero molto interessato a quello che stavo dicendo così continuai il mio racconto, senza scendere troppo nei dettagli perché era comunque uno sconosciuto.
<< Penso che queste popolazioni abbiano molto più bisogno di aiuto rispetto all'Italia. Qui la percentuale di morte neonatale è davvero molto elevata e l'associazione di cui faccio parte aveva un disperato bisogno di più ragazzi per affrontare questa crisi. Così ci ho pensato a lungo e ho deciso di fare questa esperienza e per ora non me ne pento!>> lui sorrise e poi arrivò il nostro ordine. Addentai il panino ed era delizioso, notai che anche lui aveva preso lo stesso ma per la bevanda aveva optato per un tè freddo.
Per un attimo lo guardai e con fare scherzo dissi
<< Io ti sto raccontando la mia vita e non so neanche il tuo nome>>. Mi guardò con uno sguardo curioso e subito rimediò alla sua distrazione. Mi porse la mano e cominciò a presentarsi con fare scherzoso
<< Piacere io sono Manuel e sono stato davvero scortese a non presentarmi prima>> divertita dal suo modo simpatico di parlare sorrisi e risposi
<< tranquillo Manuel, l'importante è che tu abbia rimediato, anche se in ritardo>>

Manuel p.o.V
Angelica era davvero simpatica, me ne resi conto dal suo modo di approcciarsi e dal suo atteggiamento calmo e divertente. Mi aveva fatto notare che io, come un coglione, ancora non le avevo detto come mi chiamavo. Al momento non sembrava avermi riconosciuto, quindi presumevo che non sapeva chi fossi, e questo mi diede modo di essere molto schietto e sincero con lei, non rivelandole però la parte principale della mia vita, non volevo ancora parlare con lei di Machete e del mondo dello spettacolo.
Sembrava una brava ragazza ma purtroppo questo lato della mia vita o attirava persone che volevano fama o le allontanava perché non si fidavano di iniziare una relazione con una persona sempre fuori casa che girava tutti i posti, anche quelli dove era difficile rimanere fedeli a chi si aveva accanto.
Così le parlai solo della mia associazione in Africa.
E non sembrava dispiacerle quel discorso, non abbassava un attimo gli occhi dai miei e mi guardava curiosa di sapere la mia storia.
<< Sono venuto per la prima volta in Africa cinque anni fa e me ne innamorai a prima vista. La gente qui aveva un calore e una concezione di vita molto diversa da quella che si ha a Milano, perché si quando sono in Italia vivo a Milano ma in realtà sono nato ad Olbia.
Ero venuto qui in viaggio di piacere per trovare un mio amico che stava già cercando di fondare un'associazione tutta sua.
Arrivato qui mi accolsero tutti con un grande calore, e il sorriso di quei bambini mi fece capire che era questo quello che volevo fare nella vita. Così tornai a fargli visita ogni anno finché due anni fa, con il mio amico che già era qua, decidemmo di portare a termine il progetto dell'associazione che avrebbe dato una mano a chi la chiedeva.
Donavamo beni di tipo alimentare o vestiti che ci spedivano dall'Italia. Insomma aiutavamo come potevamo. Ma la nostra attività principale era intrattenere ragazzi e bambini con attività ricreative. Proprio l'altro giorno stavamo facendo un'escursione quando il piccolo Khefir cominciò a sentirsi male. Sono stato davvero male quel giorno, questi ragazzi sono sotto la nostra responsabilità e quando gli succede qualcosa di brutto vado nel panico.>>
Con un sorriso sulle labbra mi rispose
<< È davvero ammirevole da parte tua aver abbandonato la vita agiata a Milano per concentrati sulle persone più bisognose, vorrei che ce ne fossero di più di ragazzi come te, e come me. Vorrei anche che le persone capissero che anche se l'Africa è molto povera è capace di donarti una ricchezza unica. Prima di questi giorni ne avevo solo sentito parlare di questa sorta di magia che avvolge il continente ma ora che l'ho sperimentato sulla mia pelle capisco ancora di più.>>






Ciao❤️
Oggi ho intenzione di pubblicare altri due capitoli quindi tenetevi pronti e attivi.
Un abbraccio ❤️

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