13.

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Intorno alle 16, le mie amiche, Riccardo e Marta vanno via dicendo che hanno delle cose da fare, e restiamo solo io e Nicholas nel ristorante. Anche mia madre va via, visto che ha il turno in ospedale e, da quello che mi ha detto, finirà tardi anche stasera.

"Abbiamo un po' di cose da sistemare prima che arrivi Michael" dice Nicholas una volta rimasti soli.

"Facciamo così. Tu sistema la sala e io la cucina. Se poi finisci prima, mi dai una mano ok?" dico.

"Ok. Allora, al lavoro" dice e ci dividiamo. Mentre lavo i piatti e le pentole, mi perdo nei miei pensieri. Che cosa volevano mio padre e mia sorella? Perché volevano mangiare qui? Spero solo che non sappiano che lavoro qui, altrimenti è la fine. Sono talmente persa nei miei pensieri che non mi accorgo nemmeno che Nicholas è entrato in cucina e che mi sono tagliata la mano con un coltello mentre lo lavavo.

"Marika, ma stai bene? È tutta la mattina che sei strana. Anche ieri sera lo eri. Eri talmente persa nei tuoi pensieri che non mi hai nemmeno sentito" dice avvicinandosi e come vede il sangue dice: "Ma che ti sei fatta?"

"Sto benissimo Nich, stavo solo pensando. Perdonami se non ti ho sentito e non mi sono nemmeno accorta di essermi tagliata. Stavo lavando i piatti" dico mentre tampono la mano e stringo i denti. Porca miseria. Fa malissimo.

"Vieni di là, ti medico la mano" dice e lo seguo. Ci sediamo in uno dei tavoli e mi medica la ferita.

"Ieri notte ti ho medicato io e adesso tu" dico ridendo. Ahia. "Brucia" aggiungo poi, tirando indietro la mano.

"Scusami. È l'acqua ossigenata che fa questo effetto" dice sorridendo.

"Le conoscevi quelle persone che avevano bussato a pranzo?" chiede dopo un po'.

"No, non le conosco" mento. Non posso dirgli che erano mia sorella e mio padre.

"Ok. Finiamo di sistemare la cucina. Tra mezz'ora dovrebbe arrivare Michael" dice e guardo lorologio: le 17:30.

"Non manca molto. Dobbiamo solo dare una spazzata al pavimento e passare lo straccio, ma posso occuparmene io" dico alzandomi.

"Se vuoi una mano, dimmelo. Intanto, preparo due cappuccini" dice e torniamo ai nostri compiti.

15 minuti dopo siamo seduti al balcone a sorseggiare i nostri cappuccini, con le nostre divise addosso e a dire cavolate, fino a quando non sentiamo il rumore delle chiavi nella serratura e vediamo Michael entrare.

"Ciao Michael" diciamo insieme.

"Ciao ragazzi. Che ci fate già qui? I vostri turni iniziano alle 18" dice appendendo il giubbotto.

"Abbiamo pranzato qui con degli amici. Stai tranquillo, ti abbiamo rifatto la spesa e risistemato tutto. Questi puoi toglierceli anche dalla paga di stasera" dico indicando i cappuccini.

"Quelli li offre la casa. Come mai avete pranzato qui? Hai cucinato tu?" chiede Michael, indicandomi.

"Si stava esercitando con alcuni piatti e ci ha chiesto se volevamo farle compagnia" risponde Nicholas.

"Va bene, tranquilli. Ma non capisco una cosa" dice.

"Cosa?" chiedo.

"PERCHÉ NON AVETE INVITATO ANCHE ME?!" esclama e iniziamo a ridere.

"Non sapevamo se eri disponibile, ma la prossima volta te lo diciamo e pranziamo tutti insieme" dice Nich.

"Va bene. Ora, però, andate ai vostri posti. Stiamo aprendo" dice andando verso la porta e andiamo ai nostri posti, seguiti dal resto del personale.

Da MichaelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora