6 - Sogni premonitori o pericolose previsioni?

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Il freddo Gennaio era ormai cominciato, il cielo nebbioso e scuro non permetteva ai pochi raggi di sole di penetrare per scaldare le strade. A Diagon Alley le solite quattro persone che con prudenza attraversavano quelle strade sempre più tristi intrufolandosi quasi di soppiatto nei negozi, per accaparrarsi quelle poche risorse di cui avevano bisogno.

Tutti erano consapevoli che quelle restrizioni erano insostenibili e che non si poteva vivere nella paura, ma non avevano altre opzioni per poter arrivare al giorno dopo senza dover aggiornarla le pagine necrologiche della Gazzetta del Profeta.

Ollivander scrutava quei viali con un velo di tristezza, ma non era per via delle vendite, che ad ogni primo Settembre erano sempre al picco, ma per il fatto che sapeva perfettamente quale bacchetta aveva scatenato il tutto, l'aveva venduta lui stesso in fondo: legno di noce, 20 pollici, nucleo in corda di quote di drago; rifinimenti di puro artigianato, come la buona famiglia Lestrange pretendeva.

Quello era stato forse l'unico cliente che aveva praticamente trovato la sua bacchetta al primo tentativo, si era capito subito che avrebbe fatto cose molto grandi, come il suo maestro del resto.

Non si accorse nemmeno del campanello della porta, che annunciava, come sempre, l'arrivo di un nuovo cliente, che spesso doveva sostituire la sua bacchetta rotta oppure anticipava gli acquisti scolastici.

Il cliente si annunciò: "Buongiorno signor Ollivander, se si può definire tale". Al suono di quella voce, che destò da ogni pensiero, Ollivander si girò subito: Adreo Lestrange, molto più alto dell'ultima volta che lo aveva visto e con qualche muscolo ben pronunciato si era appena palesato davanti a lui. La lunga francia irregolare gli copriva quasi mezzo volto, con lo stesso ciuffo bianco anche se più sporco che stava forse diventando un marchio di fabbrica.

"Stavo giusto pensando alla tua famiglia" confessò staccandosi dal davanzale e avviandosi verso il bancone. Prese un pacchetto che Adreo gli porse e lo aprì subito: "Oh, che bella bacchetta: legno di tasso, 17 pollici e nucleo di crine di unicorno; rifornimenti floreali; questa è di tua madre signorino Lestrange"

"Era" lo corresse poco dopo Adreo con una voce delusa "È deceduta poche settimane fa..."

"Oh... mi dispiace molto caro, le.mie più sentite condoglianze. Sei proprio sicuro di volermela lasciare?" Gli chiese porgendogliela, era proprio sicuro di volersi separare dagli averi che la sua adorata madre teneva con sé? Aveva imparato tanti incantesimi con quella bacchetta, che la buona Hilina, l'unica della famiglia Lestrange che aveva a cuore prima il figlio che il potere nel ramo di Adreo, al suo posto, Pllivander non sarebbe mai stato disposto a lasciarla.

"So che sarebbe più sicura qui che a casa mia; mio padre adesso sta pensando troppo... insomma al futuro"

"Capisco, ed è quello che vuoi anche tu?" Chiese cordialmente Ollivander; sapeva perfettamente a quale futuro si stesse riferendo Adreo, ma sapeva anche che lui non aveva lo stesso temperamento del cugino così come del padre, del nonno e degli antenati vari, come si dice in ogni famiglia c'è una pecora nera.

Adreo non rispose, si limitò a guardare verso il basso, cosa voleva lui veramente? Una vita decente, felice, magari con la persona che ama accanto e a badare a dei figli tutti suoi, figli che non avrebbe dovuto portare a forza sullo stesso piano di qualcun altro. Ma il destino non è mai troppo benevolo, si hanno dei prezzi che bisogna saldare per poter ottenere le proprie ricompense.

L'erede Lestrange - Il rispetto del sangue puro COMPLETATADove le storie prendono vita. Scoprilo ora