5 - una luce nelle tenebre in due occhi divisi per sempre

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"Allora? Ti avevo detto che era un metodo troppo brusco"

"Zitto, si sta riprendendo"

Béatrice aprì gli occhi, ancora stordita per il sequestro subito. Si trovava in un seminterrato, buoi e che odorava di chiuso. Istintivamente cercò il fratello, sentendolo alle sue spalle. Appena riprese un po' di conoscenza si rese conto di essere bloccata su una sedia.

Due adulti le passeggiavano intorno, aspettando che anche Alessio si svegliasse, studiando i loro prigionieri come avvoltoi pronti a smembrare le loro carni. Avevano uno sguardo famelico, crudele e sadico; la donna aveva i capelli rossicci e gli occhi di un marrone strano, guardava la ragazza con divertimento, l'uomo aveva capelli e occhi scuri e osservava il suo prigioniero con uno sguardo annoiato, mentre il ragazzo stava lentamente riprendendo conoscenza.

Erano legati alle sedie, schiena contro schiena, impossibilitati anche a muovere le gambe, le bacchette erano lontane appoggiate ad un tavolo, i loro carcerieri si erano assicurati che non potessero reagire.

"Ecco i nostri belli addormentati" dichiarò la donna prendendo il mento di Béatrice e sbattacchiandolo da una parte all'altra come se stesse maneggiando una bambola "Avete fatto tanti bei sogni?"

"Chi siete?" Chiese Alessio girandosi verso di lei. I gemelli erano impauriti: non sapevano dov'erano né cosa volessero fargli, ma ebbero presto delle risposte.

"Voi siete usciti dal Ministero della magia, dopo essere stati da un notaio molto... noto" commentò l'uomo girando la testa di Alessio verso di sé con durezza, si poté quasi sentire il collo del ragazzo schioccare dal movimento brusco. Lui lo guardò con odio, se avesse fatto lo stesso con sua sorella, sarebbe ricorso a tutta la magia che gli scorreva nel sangue pur di dargli una lezione.

La donna rise nel vedere l'espressione di dolore nella sua prigioniera, le mancava solo vedere delle lacrime di dolore e sarebbe stata completa: "Si da il caso che... noi vi abbiamo visto per tutto il tempo, eravamo proprio lì con voi" ridacchiò stringendo di più la presa. Béatrice strizzò gli occhi in una smorfia di dolore, dalla bocca le uscì un lamento a filo di voce.

"E guarda un po' quel notaio, conoscendo bene una certa famiglia, ci serviva particolarmente" continuò l'uomo prendendo i capelli di Alessio e tirandogli indietro la testa "Voi di sicuro dovete essere degli invitati di Silente"

"Dopo la grande evasione, di certo vorrà assicurarsi che siano tutti al sicuro" continuò la donna avvicinando il suo volto a quello di Béatrice; poteva sentire il suo respiro affannoso contro il naso, le piaceva particolarmente vedere il terrore nei suoi occhi verdi.

"Non è così!" Dichiarò Alessio, anche se la frase uscì fuori mischiata al lamento di dolore per la presa da parte dell'uomo, in quel momento maledisse il fatto di avere i capelli lunghi, erano un appiglio troppo facile. Cercò di spiegarsi meglio, sia per salvare la vita a entrambi, sia per chiarire le cose: "Non... non siamo invitati di Silente!"

"Sì certo" lo zittì il suo carceriere "Dicono tutti così, per salvare ciò che si ama" indicò con la bacchetta Béatrice. Alessio cercò di girarsi verso la sorella e la sua strozzina, voleva evitare che potessero farle del male inutilmente, avevano preso un granchio e lui doveva farglielo capire. Aveva visto il Marchio Nero nel braccio sinistro dell'uomo e intuì che anche la donna lo avesse, se non aveva sentito male dovevano essere fratelli. Si girò verso l'uomo: "Davvero... non eravamo lì per conto di Silente... credetemi"

L'erede Lestrange - Il rispetto del sangue puro COMPLETATADove le storie prendono vita. Scoprilo ora