5 anni prima

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5 anni prima

Harry bussa alla porta dell'appartamento dei Tomlinson, potrebbe usare le sue chiavi ma le mani gli tremano dall'eccitazione e dal nervosismo, non è sicuro nemmeno di essere davanti alla porta giusta tanta è la contentezza. Ha bisogno di dire al suo migliore amico la buona notizia, di abbracciarlo ed urlare insieme che ce l'ha fatta.

"Ehi!" - Louis sembra un po' stanco mentre apre la porta, ha delle leggere borse sotto gli occhi.
"Stavi dormendo?"
Prima di rispondere, si mette da parte per farlo entrare - "Potresti aiutarmi? Alexander sta avendo una brutta mattinata e penso di aver bruciato le uova della colazione. Non sapevo che si potessero bruciare delle cose bollite".
"Non preoccuparti ma dobbiamo parlare".
"Certo" - urla dal salone dove sente il bambino piangere - "Torno subito, grazie, grazie. Sei il mio eroe!"

Come può lasciare tutto questo? Louis ha bisogno di lui. Sono una piccola, insolita, famiglia. Nessuno dei due sa come sono arrivati a spendere la maggior parte del loro tempo insieme, a dormire sotto lo stesso tetto ed occuparsi di un bambino di quattro anni. È successo con una semplicità tale che continua a scaldare il cuore di Harry.
È stato un egoista. Pensava che dopo la dipartita di Isaac, ci sarebbe stata una possibilità per loro due. Sembravano già una coppia. Ma i giorni in cui Louis piangeva per il divorzio e l'abbandono di suo marito, divennero mesi poi due anni e non era mai successo nulla tra loro.
Non è colpa di Louis, lui è troppo impegnato a crescere un bambino affetto da lievi disturbi di ansia sociale e diventare un poliziotto ma Harry era lì per loro, dopo ogni turno di lavoro alla tavola calda tornava a casa e si sentiva esattamente al posto giusto, era lì per il bambino non solo perché amava Louis ma perché amava anche Alexander.

Il desiderio per il suo migliore amico vive nel suo stomaco ma è una diga traboccante che minaccia di allagarlo in qualsiasi momento. Era iniziato con dei piccoli sorrisi e cresceva ogni volta che lo guardava, ogni volta che Louis gli diceva quanto era grato per lui, ogni volta che lo abbracciava. Il desiderio che sente per lui è insito nella loro quotidianità e nelle loro braccia che continuano a sfiorarsi senza malizia o secondi fini, solo gratitudine. Non sapeva esattamente quando fosse successo - il bacio che si erano scambiati durante 'Obbligo o Verità' qualche anno prima, lo aveva aiutato a schiarirsi le idee - ma tutto ciò che Harry sapeva era che la testa di Louis stava bene sulla sua spalla dopo una lunga giornata di lavoro, pianti infantili e film comici.

Voleva disperatamente sentire il suo tocco ogni singolo giorno della sua vita. Desiderava ogni tipo di contatto, una carezza sulla schiena, un abbraccio dove poter sentire l'odore della lavanda e dei pini del profumo di Louis e ne desiderava di più, sempre di più. Voleva sentirlo dentro le sue braccia. Questo lo rendeva triste e patetico verso se stesso, essere innamorato del suo migliore amico quando questo non provava la stessa cosa. Non riusciva più a sopportarlo: essere così vicino a qualcuno così lontano.

"Mi dispiace" - mormora il maggiore mentre controlla Alexander addormentato sul divano poco lontano - "Non dovevi farlo". Dopo tutto questo tempo, è ancora riluttante ad avere l'aiuto delle persone. Vuole farcela da solo ma, alcune volte, le cose diventano troppo grandi per lui.
"Voglio" - dice Harry a bassa voce.
"Volevi parlarmi di qualcosa?"
"Sì..."
"Inizi a farmi preoccupare Harry, che succede?"
"Ti ricordi...Ti ricordi quelle battute che mi hai aiutato a provare qualche settimana fa?" - Louis annuisce, ha dovuto fingere di essere un poliziotto, gli è riuscito abbastanza bene - "E che è stato un provino difficile, tutte quelle persone per lo stesso ruolo".
"Haz sputa il rospo, dannazione!" - mormora nervoso, non deve essere stata una giornata semplice. È evidentemente esausto ed il minore sta pensando di rimandare quel discorso ad un momento migliore ma non sa quando questo potrebbe accadere, ultimamente Louis è sempre di cattivo umore e pronto ad esplodere.
"Ho avuto la parte, cioè non è ancora deciso, vogliono ancora che faccia un'audizione dal vivo con un compagno di scena ma ho un buon presentimento".
"Cazzo! Sono così felice per te!" - urla e va ad abbracciare il suo migliore amico. Sa quanto ha lavorato per questo ed è genuinamente felice per lui. Sembra che tutto si stia sistemando per loro.

È per questa sensazione, per questo senso di amore che prova tra le braccia di Louis, il motivo per cui non vuole andare via e rifiutare quel lavoro. Sospira mentre lo stringe un po' più forte. Gli va bene continuare a lavorare nel ristorante di Dom, avere una vita incompleta e poco soddisfacente se questo vuol dire poterlo sentire tra le sue braccia.

"Ho il volo per Los Angeles tra tre giorni"
La realizzazione improvvisamente colpisce il più grande - "Oh, Los Angeles, pensavo Londra. Quando tornerai?"
"Qualche mese, forse? Più a lungo? Non so quanto tempo ci vorrà per registrare".

Nota Louis evitare i suoi occhi e ci vuole tutto il suo controllo per non farsi avanti ed abbracciarlo di nuovo - "Tornerò, è solo un periodo ed onestamente non so ancora se otterrò la parte. È una grande opportunità e sai quanto odio fare il cameriere. Non c'è niente per me qui..."
'Ci sono io...' -pensa il più grande ma non può ostacolare i sogni di Harry, è sempre stato presente per lui, merita questa occasione. "Capisco. Non c'è niente per te qui, hai ragione".

'Tu sei qui' - vorrebbe urlare - 'Se mi chiedi di restare, Louis, rimango. Lo farò, dimmelo, dimmi solo di restare per te'.
Ma tutto quello che fa è annuire e sorridere.

La teoria delle braccia vuote || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora