È ciò che penso?

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"Harry!" - esclama Alexander entrando in casa, è genuinamente contento di incontrarlo e trascorrere con lui la Vigilia di Natale ed il compleanno di suo padre. Ha il timore che possa andare via senza salutarlo e non tornare più - "Guarda, io e papà siamo vestiti uguali!"

Il viso di Harry si illumina di un sorriso sincero quando si rende conto che i due stanno indossando dei maglioni natalizi con delle rene luminose ricamate sopra. Solo il poliziotto poteva comprare dei maglioni da abbinare con suo figlio - "Siete adorabili!" - gli sfugge, guardando di sottecchi Louis. Il rosso gli ha sempre, particolarmente, donato.

L'attore vorrebbe fare un passo avanti ed annullare la loro distanza con un abbraccio ma esita sul posto, non sapendo cosa fare dal momento che non hanno ancora parlato della loro situazione, del sesso e dei sentimenti che hanno ammesso di provare. In più, le mani del maggiore sono piene di regali.

"Alex vieni a salutare lo zio!" - urla Niall dal salone, dando l'opportunità ai due amici di restare da soli. Ha sentito le parole pronunciate da Louis, la necessità di parlare con l'altro.

"Cosa? Ho avuto il tuo cazzo in bocca ed ora non mi abbracci neanche?" - sussurra scherzosamente al suo orecchio, avvicinandosi a lui. Harry quasi soffoca con la propria saliva per le parole appena sentite mentre un brivido di eccitazione corre lungo la sua colonna vertebrale. Louis rilascia una risata che riempie l'intero ingresso prima di aprire le braccia e stringere l'altro; Harry sente altre risate in sottofondo - ed un fischio, sicuramente da parte di Niall - ma preferisce ignorarli, tutta la sua attenzione è solo per lo straordinario uomo dai brillanti occhi blu che è davanti a lui - "Allora, volevi parlarmi?"
"Te la senti?" - esita, mentre appoggia i regali vicino l'albero di Natale e saluta i suoi migliori amici, la sua allargata famiglia che, in coro, iniziano a cantargli 'Tanti Auguri!" , per la terza volta quel giorno.

Harry non vuole interrompere quel momento, non vuole distogliere l'attenzione di tutti da Louis ma si sente abbastanza coraggioso da affrontare il loro discorso; la sicurezza potrebbe svanire da un momento all'altro e lui ha assolutamente bisogno di esporgli i suoi sentimenti, senza rinfacciarglieli, questa volta. Vuole che funzioni, vuole darsi un'opportunità, quella che non è riuscito a crearsi cinque anni fa. Sa che deve tornare a Los Angeles per proseguire la sua carriera da attore ma vuole Louis, ed Alexander, nel suo futuro. Qualsiasi cosa l'altro uomo è disposto a dargli, andrà bene: non rimarrà a braccia vuote.

"Andiamo?"
"Okay".

Harry sta praticamente morendo dall'ansia, sa di essere in bilico tra sofferenza e felicità inaudita. È quello il momento di smettere con le domande e cercare le risposte in cui avrebbe finalmente soffocato i pensieri per dar voce solo alle emozioni.

Vuole che funzioni, deve funzionare.

Louis è la sua cura per la solitudine, per quelle braccia vuote. Lo desidera più che mai soprattutto dopo aver avuto un leggero assaggio su ciò che possono essere e la consapevolezza che lui possa provare qualcosa alimenta il suo coraggio e la sua speranza.

"Sono pronto" - si rivolge a lui, dopo aver abbracciato tutti e ringraziato per il regalo di compleanno che gli hanno fatto recapitare a casa quella mattina.

Sta per dirgli che lo ha amato, ogni giorno della sua vita, ogni singolo giorno della sua vita, anche quando non è stato facile, anche quando ha deciso di scappare da lui. Perché andare via non è sempre sbagliato, a volte va bene, fa bene, l'importante è tornare quando si è pronti, senza paura più di niente.

Harry lo conduce nel cortile sul retro dove Gemma ha sistemato delle panchine, geleranno ma ha bisogno di essere da solo, senza orecchie indiscrete, per ammettere tutta la verità ed i suoi desideri. Fortunatamente ha smesso di nevicare. Ora che ha la completa attenzione di Louis, il nervosismo si infiltra nelle sue ossa mentre cercare le parole giuste con il quale iniziare il discorso: e se Louis non provasse le sue stesse cose? E se l'amore che hanno fatto ieri è stato solo una necessità corporea? In fin dei conti, è stato proprio lui ad ammettere di non aver avuto molti rapporti negli ultimi anni.

Deve smetterla di guardare tutti gli scenari possibili ed iniziare a parlare - "Volevo solo dirti che so quanto hai lavorato sodo in tutti questi anni. Dio, Niall non smetteva di parlare del tuo lavoro! Non avrei mai voluto...Quella donazione alla scuola era anonima per un motivo. So quanto tu sia testardo e poco incline al voler essere aiutato ma non l'ho fatto perché mi dispiace o perché provo pena per Alexander, sei un genitore fantastico. L'ho fatto perché ti amo...Vi amo. L'ho fatto come scusa per tutto il tempo che ho perso nelle vostre vite e per renderti felice. Mi dispiace, davvero tanto. E per quello che mi hai chiesto prima di addormentarti" - si rende conto di star parlando troppo velocemente ma ha bisogno di dire tutto ciò che prova - "Se avessi mai smesso di amarti, non l'ho fatto, non ho mai smesso. Sei sempre stato tu, solo tu. Quello che abbiamo fatto stamattina, quello che ho provato quando ci siamo baciati, è qualcosa che voglio fare per il resto della mia vita e non so se tu-"

Louis lo ferma, afferrandogli una mano tra le sue - "Mi dispiace per come mi sono comportato, la mia reazione è stata un po' melodrammatica"
"Un po'?" - gli domanda con un sopracciglio alzato.
"Non interrompermi" - lo riprende, ha dovuto parlare tutta la mattina con sua madre e Niall per giungere a quella conclusione - "Ho esagerato, la mia reazione è stata sproporzionata ma sai che lo odio, detesto quando qualcuno prova ad aiutarmi, non sono abituato a questo. Tutto ciò che ho detto era fuori luogo, mi dispiace averti ferito".
"Sai che tasti premere e questo mi spaventa..."
"Terrorizza anche me perché farti male è l'ultima cosa che voglio ma ero, non lo so, arrabbiato? Non con te ma con me stesso, con l'intera situazione. Non mi hai mai guardato dall'alto in basso, non provi pietà per me, non so a cosa stessi pensando. Volevo solo farti sentire come mi sentivo io, forse? Non lo so" - sembra rimuginare su quel sentimento, ancora ed ancora, mentre continua a stingere le mani dell'altro tra le sue ed a cercare un perdono in quegli occhi verdi e lucidi. Ha bisogno di riprendere fiato da tutte quelle parole ma, allo stesso tempo, ha bisogno di dirgli ancora qualcosa - "Prima che tu possa aggiungere altro, ho una cosa per te".

Louis scava nella tasca dei suoi jeans e tira fuori una piccola scatola di velluto nera, sembra quella di un gioiello - "Non è, non è un anello" - dice frettolosamente mentre Harry rilascia una leggera risata nervosa. Sa che è ridicolo ma se Louis gliel'avesse chiesto, avrebbe risposto sì. Sì a qualsiasi cosa riguardi loro due.

Le mani dell'attore tremano, non sa se per il freddo o per il nervosismo, mentre apre la piccola scatola - "È ciò che penso?"
"Ti sto riconsegnando qualcosa che era già tuo".

La teoria delle braccia vuote || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora