Louis

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Se ci fosse una parola per descrivere come si sente Louis, ogni giorno, sarebbe inadeguato.
Ci prova con tutto se stesso, a sentirsi giusto, accettabile ma non ci riesce. È più forte di lui e della sue buone intenzioni. Non importa se la vita gli ha dimostrato il contrario, resta un pensiero fisso, una sensazione che lo accompagna in ogni sua azione: non sentirsi abbastanza.

Ha dormito troppo e ha quasi dimenticato di prendere Alexander a scuola, di nuovo.
Si è addormentato con la divisa dopo un turno infernale di ventiquattro ore. Trova le manette sopra uno dei cuscini - questo non è certo il modo in cui vorrebbe utilizzarle, non a letto almeno - ma non il suo telefono per avvisare la scuola del suo ritardo. Dovrebbe smetterla con quei turni massacranti, coprire i suoi colleghi e fare straordinari ma ha bisogno di soldi per la retta della scuola di suo figlio, le bollette di casa, il cibo ed, ora, anche i regali di Natale.

Ha deluso quel bambino così tante volte che farebbe di tutto per lui, anche perdere il sonno e non avere nessun tipo di vita sociale. Può contare su una mano gli amici che gli sono rimasti, che non lo hanno abbandonato negli anni e le esperienze che ha vissuto ma vuole rendere la vita di suo figlio felice, confortevole e con la migliore istruzione possibile, tutto ciò che lui non ha avuto. Lo ha già privato di un genitore, non lo priverà di altro.

Alexander aveva poco più di un anno quando Isaac è andato via, senza nemmeno riconoscerlo. Era troppo per lui, aveva detto e Louis si è trovato con un neonato, un'accademia di polizia da frequentare ed assistenti sociali poco convinti da un ragazzo di ventidue anni padre affidatario. Era tutto troppo, anche per lui. Aveva pianto sulla spalla del suo migliore amico per giorni interi prima di capire che avrebbe potuto affrontare tutto, era un uomo forte e determinato. Al suo fianco, c'era ancora Harry. Aveva perso ed era caduto ma aveva capito come sostenere quella situazione, diventando più forte ed un po' più coraggioso. Era stato annientato eppure lui, era riuscito ad emergere, a farcela.

Aveva concluso l'accademia nel minor tempo possibile, lavorando nella pasticceria di Gemma la notte per garantire a suo figlio pannolini e vestiti. Sua madre lo aiutava fin troppo, badando al bambino mentre lui non c'era. Quando pensava di non farcela più, invece, bussava alla porta di Harry e si lasciava andare nelle sue braccia. Si ricaricava.

Arriva a scuola di Alexander senza nemmeno indossare un giubbetto o essersi lavato la faccia, era troppo tardi, mentre ha nascosto i capelli scompigliati dal sonno sotto un berretto di lana. Vede suo figlio aspettarlo su una panchina fuori, non c'è nessuno con lui. Fa freddo ed ora si sente doppiamente colpevole. È fortunato che non abbia ancora iniziato a nevicare.

Se ne sta seduto lì, avvolto nel suo giubbotto arancione e nella sciarpa gialla che Gemma gli ha fatto e quando vede la macchina di suo padre, sorride - "Ciao!" - lo saluta, prima di sporgersi verso l'altro per dargli un bacio. 8
"Ciao tesoro, scusa il ritardo!"
"Non preoccuparti, non è passato molto tempo e Kevin era qui fino a qualche minuto fa" - è grato per ragazzi come quel Kevin che trattano Alex come tutti gli altri bambini, anche i suoi genitori sono abbastanza decenti, li ha conosciuti durante una riunione con gli insegnanti - "Solo che poi è arrivato Tommy ed è stato un po' uno stronzo".
"Alexander!" - urla mentre tiene il volante stretto tra le mani, è scioccato dalla parola appena utilizzata da suo figlio, deve smetterla di imprecare davanti a lui, sua madre ha ragione, questi bambini assorbono tutto - "Che cosa ha fatto?"
"Non voglio parlarne..." - Louis sa che nove anni iniziano ad essere un'età difficile, soprattutto per un bambino come suo figlio che ha vissuto l'abbandono e non dà confidenza a nessuno. Anche lui era così a quell'età, l'unico con cui si confidava era Harry.

Maledetto, maledettissimo, Harry Styles.

"Come vuoi ma se è cattivo con te, devi dirmelo".
"Sì, papà, va bene" - afferma - "Io e Tommy abbiamo solo bisogno di un po' di spazio l'uno dall'altro. Per fortuna oggi iniziano le vacanze invernali".
"Che ne dici se andiamo a prendere una cioccolata calda da Gemma prima di andare a casa?"
"Ti senti ancora in colpa per essere arrivato tardi, eh?"

Lui non era così intelligente e perspicace quando aveva l'età di Alexander ed è per questo che ha bisogno di quei turni extra, deve dare a suo figlio tutte le migliori opportunità possibili, farà del suo meglio per dargli tutto ciò di cui ha bisogno.

Non vuole che suo figlio si senta svantaggiato perché ha un solo genitore. Sono stati lui ed Alexander per così tanto tempo che sembra che siano loro contro il mondo. Sa che può chiedere aiuto a sua mamma, alle sue sorelle ed ai suoi amici -Zayn ora è un ottimo padre grazie all'esperienza fatta su Alex - avrebbero fatto di tutto per loro due ma Louis ha smesso di chiedere più del necessario, è sua la responsabilità di quel bambino.

"Papà" - sospira il bambino, interrompendo quei pensieri, gli stessi che ripete nella sua testa ogni singolo dannato giorno.
"Scusa, che hai detto?"
"Ho chiesto se oggi possiamo guardare Agents".

Louis stringe il volante, ancora. Ama quella serie televisiva, anche se potrebbe essere un po' troppo drammatico per i suoi gusti e poco reale ma quello che non ama è vedere costantemente Harry sul suo schermo televisivo. Da quando riesce a ricordare, Alexander è sempre stato innamorato dello show, ancora prima che il suo ex migliore amico ne diventasse uno dei protagonisti. Era il suo momento preferito della settimana, quando si sedevano tutti insieme sul divano e guardavano la nuova puntata, interrompendo ogni minuto per chiedere spiegazioni ad azioni e parole. Era Harry che, di solito, gli rispondeva, indicandogli con le dita i personaggi e le scene.

In più, Alexander amava Harry, per ciò che riesce a ricordare.

Sul comodino della sua cameretta, ha una foto di se stesso tra le sue braccia mentre insieme soffiano su una torta di compleanno con ventitré candeline sopra. Era come conoscere una celebrità, diceva, ma non sapeva che quella stessa celebrità aveva lasciato suo padre, cinque anni prima, perso ed abbandonato.

Ricorda sprazzi di Harry, brevi scene di una vita quotidiana: era solito accompagnarlo all'asilo quando nessun altro poteva e cantare insieme le canzoni dei cartoni animati. Ogni sera, quando Louis tornava stanco dalle lezioni in accademia ed il lavoro in pasticceria, preparava per loro la cena e gli rimboccava le lenzuola, augurandogli grandi sogni.

Vorrebbe fargli delle domande, muore dalla voglia di saperne di più su di lui e, soprattutto, sul perché sia andato via dalla loro vita ma non lo fa, non con suo padre almeno. Vorrebbe avere il coraggio di chiederlo a Gemma.

Guarda lo show con suo figlio ma è comunque doloroso.
L'ultima volta che ha visto Harry, cinque anni prima, il mondo gli è completamente crollato addosso, disintegrando le sue ultime certezze. Ha impiegato mesi per capire che il suo migliore amico non era più lì e non sarebbe tornato: lo aveva capito dalla prima foto postata sui social. Gli brillavano gli occhi, lontano da casa. Non lo vedeva così da tanto, tantissimo, tempo. Non avrebbero più condiviso il loro solito caffè del sabato mattina e non avrebbero visto insieme i cartoni animati per tutta la domenica successiva.

Louis non era stato abbastanza per far restare Harry, come era successo con Isaac.

Il sentimento di inadeguatezza ha costruito un'intera casa nel profondo del suo essere. Il modo in cui ha lasciato che le cose con lui naufragassero, il silenzio tra di loro, perché sentiva che era troppo doloroso fingere di non avere sentimenti per lui, di aver capito di essere innamorato di lui solo dopo la sua partenza, con la sua assenza. Alexander non conosce questa parte della storia, perché avrebbe dovuto? Per il bambino, Harry è un eroe ora, come allora.
Non aveva nessun diritto di rovinare questo. Non ne ha il coraggio.

Le prime settimane dopo la sua partenza, Harry gli aveva scritto ma lui si era rifiutato di rispondere: doveva schiarirsi le idee, capire se i sentimenti che provava erano veri o solo nostalgia. Avevano costruito un equilibrio insieme, faticosamente, non poteva mettere a repentaglio tutto per qualcosa che non era così sicuro di provare.

Poi, semplicemente, i messaggi smisero di arrivare.

Louis non lo avrebbe mai ammesso ma dopo aver rimboccato le coperte ad Alex, guardava Agents. C'è una parola per descrivere un sentimento di felicità ma, allo stesso tempo, di perdita? Perché è così che si sentiva nel vedere Harry sullo schermo, sentire la sua voce ma perdere il suo odore ed il suo contatto, quello che era solito dedicargli.

"Papà?" - lo richiama nuovamente, non si è nemmeno accorto di aver guidato fino alla pasticceria di Gemma tanto era perso nel suo pensiero di Harry - "Perchè ci sono tutte quelle persone?"


La teoria delle braccia vuote || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora