La solitudine è solo una parola del suo vocabolario

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Harry è talmente tanto nervoso che gli tremano le mani, vorrebbe togliersi la pelle delle dita con i denti ed urlare per la frustrazione di non sapere cosa accadrà da lì a pochi minuti. È così nervoso che arriva al loro ristorante con 30 minuti di anticipo: è esattamente come lo ricordava, persino gli interni sono uguali all'ultima volta in cui è stato lì.
Ha sempre saputo che quel posto poteva offrire di più ma sa anche quanti sacrifici ci vogliono per tenere aperto un locale del genere per questo, quando qualche giornalista gli chiede il suo piatto preferito, lui risponde sempre con 'Il Menù speciale di Dom". Merita della pubblicità, per molto tempo questo ristorante è stato la sua seconda casa. Ha lavorato qui ogni giorno, dalla sua adolescenza alla partenza per Los Angeles; Dominic e Faith sono stati due genitori per lui, lo hanno accolto ed aiutato quando sua madre era andata via con un uomo appena conosciuto e consolato quando Louis gli aveva detto di voler sposare Isaac. Erano stati loro a sorreggerlo ed erano gli unici a conoscere i suoi sentimenti verso l'amico.

All'entrata del locale, c'è una sua foto abbracciato ai due proprietari, scattata tre anni prima quando li aveva pagato un viaggio per la California ed una meritata vacanza in Messico. Vede il volto anziano di Dom illuminarsi da dietro la cassa mentre sente la sua voce familiare gridare - "Harry!"
"Ehi vecchio!" - lo abbraccia. Lo sente con frequenza, soprattutto dopo la malattia di Faith ma vederlo è tutta un'altra storia, un'altra emozione. Gli riempie il cuore di gioia - "Grazie per aver tenuto chiuso per me".
"Te lo devo, credo che Louis ti stia aspettando" - e lo indica, è seduto al loro tavolo e sta analizzando attentamente il menù, seppur lo conosca a memoria. L'attore lo raggiunge e si siede sul divanetto libero, di fronte all'amico che lo saluta con un sorriso. Harry promette a se stesso di fare qualsiasi cosa in suo potere per far sorridere Louis in quel modo ancora e ancora: "Ehi".
"Ciao" - risponde timidamente.

Non dovrebbero sentirsi così. Distanti è una parola che non vogliono più accomunare con l'altro. Non sanno cosa aspettarsi da quello che potrebbe sembrare un appuntamento ma che, in realtà, è più un regolamento di conti. Nessuno dei due si aspetta di risolvere, di mettere a tacere le rispettive mancanze, soprattutto dopo cinque anni ma questo imbarazzo tra di loro non dovrebbe esistere: sono stati HarryeLouis per così tanto tempo. Sapevano tutto l'uno dell'altro, ciò che li faceva ridere e cosa faceva scattare l'altro; avevano imparato a capirsi con uno sguardo, a calmarsi con un tocco.

"Quindi" - prova ad introdurre un argomento Louis proprio quando l'altro inizia - "Allora".
"È imbarazzante".
"Lo so."
"Com'è lavorare con così tante persone famose?" - prova a chiedere il poliziotto, curioso di sapere com'è adesso la vita di Harry. Una vita dove lui non ne fa più parte.

Era sempre stato il suo sogno, diventare qualcuno. Era nato per brillare, il suo talento non poteva restare nascosto agli occhi occhi delle persone per questo Louis lo accompagnava alle lezioni di teatro, a Manchester, con la sua vecchia Toyota ed aspettava la fine. Riusciva a trovare sempre del tempo per supportare la sua carriera, togliendone ad un matrimonio sbagliato sin dal principio.

"All'inizio era travolgente. Io...io venivo da una piccola città, sai? Non ero abituato ma mi hanno fatto sentire subito parte di una grande famiglia. C'è voluto un po' per abituarsi ma sono stati sempre buoni con me. Volevo..." - fa una pausa. Vuole dire a Louis che avrebbe voluto scrivergli tutto il tempo, raccontargli ciò che succedeva sul set come quando tornavano insieme da Manchester e gli riferiva ogni dettaglio delle lezioni e dei suoi colleghi ma non sa come affrontare una confessione così grande, inoltre vuole chiedergli perché non gli ha mai risposto.

Nessuno dei due è ancora pronto ad affrontare quell'argomento.

I suoi pensieri vengono interrotti da un'altra domanda di Louis - "E che mi dici di Florence?"
Harry nota qualcosa di strano nel modo in cui escono quelle parole dalla sua bocca, sembra quasi soffocarsi quando dice il nome della sua collega.
"È complicato, noi" - esita, spostandosi sul proprio posto.
"Non devi dirmelo".
"Non puoi dire a nessuno quello che sto per dirti, okay?" - Louis annuisce, non capisce perché sia così serio.
Harry esita nel dirglielo - "È falso".

La teoria delle braccia vuote || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora