Alexander.

736 57 3
                                    

Tutto ciò che Alexander vuole è che suo padre sia felice ed orgoglioso di lui. Sa di non essere come gli altri bambini e non vuole esserlo. Solo che, a volte, ha molto domande che vorrebbe fare ma sa che, quelle stesse domande, potrebbero rendere triste suo padre.

Non vuole questo, non vuole essere un ulteriore problema per lui ma ha così tante domande come: Dov'è andato l'altro mio papà? Perché Harry è sparito per tutto quel tempo? Erano veramente buoni amici? Se è così, perché hanno smesso di parlare? Cosa rende felice suo padre?

Ed alcune volte si arrabbia con se stesso, si arrabbia così tanto che la sua testa inizia a vorticare e tutto ciò che ha mangiato a scuola, gli torna in gola. Alcune volte urla contro sua nonna perché lei è l'unica a cui pone quelle domande ma lei non ha sempre una risposta.

Non vuole essere un peso per suo padre, ha solo nove anni ma è abbastanza intelligente e perspicace da capire che non lo definirà mai così perché gli vuole bene ma, spesso, non è facile per lui. Per nessuno dei due. Si sente frustrato dal fatto di non essere come gli altri bambini, di non voler giocare con nessuno di loro ed avere paura di qualsiasi persona, vicina e lontana che sia. A lui piacciono poche persone, le può contare sulle dita della sua mano e solo con loro si sente al sicuro. Tutto questo lo fa piangere, urlare e scagliare giocattoli contro il muro della sua cameretta.

Non capisce perché ha così paura degli altri, non è giusto.

Poi vede gli occhi tristi e stanchi di suo padre, non merita altri problemi. Pensa. Non vuole fare i capricci ed avere paura ma non riesce a controllare le sue emozioni; la dottoressa gli ha spiegato come respirare e contare fino a dieci ma lui non riesce neanche ad arrivare a tre. Ha un trauma, gli ha spiegato sua nonna, l'estate di due anni prima ma è stato difficile per lui comprendere cosa volessero dire le sue parole.

In questo turbine di emozioni, è molto contento che Harry sia tornato: gli è sempre piaciuto. Gli imboccava le coperte quando suo padre era a lavoro e controllava che non ci fossero mostri sotto il lettino e nell'armadio; cantavano insieme le canzoni dei cartoni animati e si lanciavano i cereali verdi durante la colazione. Faceva ridere suo padre.

È contento che abbia letto le sue lettere ma è ancora più contento per aver ricevuto delle risposte, scritte a mano. È importante per lui. Sa che Harry è molto impegnato ad essere un poliziotto in televisione ed a scattare foto per i giornali ma è felice di aver, di nuovo, l'opportunità di passare del tempo con lui. Vuole bene a Zia Gemma, gli chiede sempre delle sue giornate e gli prepara degli ottimi Cinnamon Rolls ma non è come avere Harry lì, con loro.

Non ha mai sentito l'esigenza di allacciare i rapporti con l'altro suo padre: Isaac. Non gli piace. Non vuole passare del tempo con lui ed il suo nuovo compagno. Non sente di appartenere a quella famiglia e non gli è mai mancato, a differenza di Harry. Non lo ha mai confessato a suo padre ma spesso, ha pianto per lui, perché gli mancava la sua buonanotte ed il latte e Nesquik che gli preparava ogni mattina. Gli mancavano le sue facce buffe che faceva per convincerlo a mangiare e le fiabe che gli raccontava prima di dormire. Suo padre ci aveva provato ma non era lo stesso, mancava sempre qualcosa.

Louis è stato un ottimo papà, il migliore. È il suo supereroe personale, solo che, a volte, non riusciva a stare dietro a tutto. Con Harry era tutto più semplice.

Ecco perché quando ha incontrato Babbo Natale e si è seduto sulle sue gambe, gli ha chiesto di farlo restare perché suo padre merita di essere di nuovo felice, come quando c'era Harry. Aveva solo quattro anni quando è andato via ma ricorda la disperazione nei suoi occhi, lo sentiva singhiozzare per tutta la camera e guardare la televisione americana tutto il tempo.

Non vuole giocattoli o costruzioni Lego ma sa che Babbo Natale ha i suoi limiti, non può certo incartargli Harry e trascinarlo per il camino fino al suo piccolo albero di Natale però, spera che, il suo desiderio possa avverarsi perché vedere suo padre felice, è tutto ciò che desidera.

La teoria delle braccia vuote || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora