4- La lettera

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La lettera in questione era una denuncia nei miei confronti.
Fui accusata di aver ucciso Elisabhet.
Tutto ciò era sconvolgente, sapevo benissimo di non essere stata io ad ucciderla, ma Max, ma purtroppo non mi credeva nessuno.
Dalla mia parte avevo solamente mia madre, che fra l'altro non era neanche testimone, ma non bastava.
Erano circa 30 persone contro noi 2.
E fino a prova contraria era la mia parola contro tutte le loro.
In quel momento non riuscivo a trovare parole per descrivere come mi sentivo, non avevo lacrime per piangere ne fiato per parlare, entrai completamente in uno stato di alienazione.
Sentivo solo mia madre che singhiozzava mentre parlava con gli agenti.

-Signora dovremmo fare un'interrogatorio con sua figlia per capire meglio cosa sia successo quella sera, e se le sue affermazioni sono vere- disse l'agente a mia madre.
- ok...s..sono sicura c..che non sia st..stata lei!- rispose mia madre singhiozzando con un tono di voce molto basso.
- Signora non possiamo dire nulla finché sua figlia non parlerà- rispose l'agente un po' sconvolto anche lui dalla situazione.
- Parleró!- dissi io alzando lo sguardo dritto verso gli agenti - e lo farò anche senza peli sulla lingua, lui pagherà per quello che ha fatto- continuai.
Ero arrabbiata e in quel monento avrei fatto assolutamente di tutto per vedere Max dietro le sbarre.

Mi portarono in una stanza insonorizzata, sembrava quella di un film americano ma un po' meno sofisticata.

- Allora cos'è successo ieri sera?!- mi chiese l'agente sedutosi di fronte a me con un tacquino e una matita in mano.
- Bhe avevamo appena finito di magiare un mio amico...
- Come si chiama questo suo amico?- domandò interrompendomi.
-Max Apparenti- risposi.
-Daccordo continua pure- disse l'agente facendo gesto con la mano di proseguire.
- Questo Max mi prese dal braccio e mi portò dietro il ristorante. Iniziò ad abusare di me, ma non arrivò a fare molto. Continuavo a chiedere aiuto finché Elisabhet non venne ad aiutarmi, lui si sedette di fronte a me con una pietra in mano e gliela scaraventò in faccia facendola svenire a terra. Poi riprese la pietra e ricominciò a colpirla fino a spaccarle in craneo, infine prese la pietra me la diede tra le mani e se ne andò. Restai accanto a Elisabhet per 2 minuti circa, poi vennero tutti gli altri, incolpando me di averla uccisa- dissi concludendo il discorso.

Mentre raccontavo dell'accaduto l'agente mi fissava in segno di approvazione, spero solamente mi abbia creduto e che possa fare qualcosa per aiutarmi a risolvere la situazione.
Non volevo perdere le speranze.
Dovevo fare vendetta per me me ed Elisabhet.

- Signorina, quello che mi ha appena raccontato è veramente sconvolgente, non ci sono parole per descrivere- disse lui.
- Lo so...- risposi molto abbattuta.
- Le credo ma per assicurarci che quello che dice sia vero dovremmo interrogare questo suo amico- mi disse.
- Lo capisco, spero solamente abbia il coraggio di ammettere le sue colpe- dissi.
Nel frattempo l'agente mi fece uscire dalla stanza...

Scusate ma ieri non sono riuscita a publicare. Spero di riuscire a far uscire la prossima parte entro domani. Vi ringrazio per il supporto che mi state dando❤❤, se vi piace la storia vi pregherei di votarla. Per qualsiasi dubbio, domande, consigli o opinioni potete scriverlo nei commenti.

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