20- Si torna a casa

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Al mattino mi svegliai presto per sistemare le valige.
Scrissi un messaggio a Derek dicendogli che avevo finito di fare le valigie ed ero finalmente pronta per andare.
Lui mi disse che sarebbe tornato a casa il giorno seguente.

Alle 8 in punto come al solito, scesi a fare colazione con i miei compagni.
- Ragazzi mi raccomando avete esattamente da ora fino a mezzogiorno per andare un po' in giro a fare quello che volete, ma mi raccomando puntuali così partiamo- ci raccomando la professoressa.

Io e le mie compagne decidemmo di andare a farci un giro per i negozzi.
Comprai molte cose, fra cui Top, Jeans, trucchi e profumi.
Anche se non ero del tutto entusiasta del fatto che avrei lasciato Parigi e Derek lì da solo , ero felice di tornare a casa. Avrei rivisto la mia famiglia e i miei amici che erano rimasti lì.
A mezzogiorno come di patto tornammo in hotel, presimo le valige e ci dirigemmo verso l'aeroporto.

In aereo

- Oh finalmente su torna a casa non ce la faccio a stare così lontana da tutti i miei amici- disse Marilene con la sua solita voce da gallina.
- Ma se quasi quasi neanche tua madre ti sopporta più, quali sono questi amici a cui mancheresti- le rispose Giulia ridendo.
- Lasciala perdere vive in quell'universo parallelo dove viene considerata simpatica ma non lo è- dissi sorridendo.
- Come vi brucia eh- disse lei.
- Il fatto di non essere antipatiche come te? beh no non mi brucia affatto- le risposi.
- Ragazze continuerete così per tutto il viaggio o riuscite a fare silenzio- ci richiamò la prof.
- Ma professoressa sono loro che continuano- riprese Marilene.
- Si a buttarti nel fango- ripresi anche io.
- Vabbè lasciamo perdere parliamo d'altro- mi chiamò Giulia.
Sapeva sempre quando fermarmi prima di una rissa imminente.

Per tutto il resto del viaggio io e le mie compagne stettimo a parlare, mentre altri dormirono o guardarono un film.

Al ritorno

Una volta tornati all'aeroporto di Catania trovai mia madre ad aspettarmi.
- Ragazzi mi raccomando ci vediamo lunedì in classe, e come potevate immaginare faremo un compito dove parlerete di tutto quello che avete visto in gita- disse la professoressa con un sorriso a 32 denti.
- Sii che gioia- disse con sarcasmo Clara.
- Pronti ad un altro 2?- disse Elisa.
- Eddai che l'anno prossimo torniamo in primo- disse Giorgia ridendo.
- Se non ci rispediscono alle medie si- risposi ridendo.

Salutai tutti i miei compagni e tornai a casa con mia madre.
Ero distrutta, stavo letteralmente morendo di sonno.

Arrivata a casa non persi tempo.
Sistemai le valigie proprio ai piedi del letto e mi misi sotto le coperte.

Qualche ora dopo

-Ginevra sveglia è pronta la cena- mi sentii urlare dalla camera affianco.
Era mia madre.
Beh diciamo che effettivamente avevo dormito un bel po', anche se come tutti sanno non sono mai stata solita a dormire il pomeriggio.
- Arrivo mamma- dissi ad alta voce per farmi sentire.

- Allora cosa c'è di buono stasera?- chiesi arrivata in cucina.
- Piadine- rispose mia madre.
Sapeva erano uno dei miei piatti preferiti.
- Buonee- risposi inziando a dare i primi morsi.
Mentre mi gustavo la mia piadina sentii mia madre e mio padre mormorare.
- Eva- mi sentii bisbigliare.
Era mia sorella, mi chiamava sempre con quel nomignolo.
- Dimmi Sissi- risposi a bassa voce.
- Mamma e papà devono dirti una cosa-
- Devo preoccuparmi?- le chiesi.
- Beh solo un po'- rispose- volevo solo avvisarti che quando te lo diranno non dovrai andare in escandescenze- mi disse.
- Wow che linguaggio ampliato, dire non ti incazzare ti costava tanto?- stranamente le sue parole iniziarono a provocare in me un senso di paura, e a volte rispondere in quel modo era uno dei miei meccanismi di difesa.
- Mamma, papà- dissi alzando lo sguardo e guardandoli dritti in faccia.
- Per caso avrestre qualcosa da dirmi?- chiesi.
- Si, volevamo parlarti- rispose mio padre.
- Di che si tratta?-
- Di Elisabhet- rispose mia madre.
A quel nome mi raggelo il sangue.
-Max smettila.
Non farlo.
Max ti prego levami le mani di dosso-
Lui che si avvicinava ed Elisabhet che veniva ad aiutarmi.
- È finita per stavolta, ci rivedremo presto- e poi gli occhi di Elisabhet chiudersi per sempre.
- Parlate- dissi diretta.
- I suoi genitori vorrebbero parlarti, vorrebbero sapere anche loro com'è andata veramente la storia.
Tu più di chiunque altro dovresti capirli. Sappiamo fa ancora molto male per te riaprire questa cicatrice, lo fa anche per noi, ma piano piano dobbiamo sconfingere i nostri demoni e a volte il modo migliore per farlo è parlare con chi ha gli stessi- disse mia madre.
- Inoltre abbiamo pensato che ti farebbe bene non solo parlarne con loro, ma anche con qualcuno di competente- disse mio padre.
- Ho capito, voi vorreste mandarmi dallo strizza cervelli solo perché credete che non riesca a cavarmela da sola vero?- dissi alzando la voce.
- Nessuno ha detto questo- rispose mio padre.
- Noi vorremmo solo tu parlassi con qualcuno di competente, potrebbe aiutarti più di quanto tu possa pensare- continuò.
- Tu credi veramente io voglia ancora parlarne? Abbiamo ancora la causa aperta, ogni singola cosa mi ricorda sempre quel momento, sono costretta a parlarne con persone che nonostante tutto pensano ancora la colpa sia mia e per finire in bellezza, non riesco più a fidarmi degli uomini perché tutto mi ricorda ciò che solo uno di loro è stato in grado di fare- dissi urlando mentre le lacrime scorrevano sul mio viso- infine, vorreste io ne parlassi ancora?- conclusi.

Mia madre e mio padre rimasero un po' ad osservarmi fin quando mia sorella irruppe il silenzio.

- Io ti ho vista- esclamò.
- Fare cosa?- risposi.
- Ti ho vista piangere ogni notte pensandolo, odiandolo e ripudiandolo.
Ho visto le tue lacrime asciugarsi sul cuscino il giorno dopo.
Ho visto i tuoi occhi lucidi ogni volta che eri costretta a parlarne, e continuo a vedere tutto il tuo dolore.
Eva, voglio smetterla di vederti soffrire, e se non vorrai andare da uno psicologo per te, allora perfavore...vacci per me e per tutte le persone che riescono a vedere cosa ti tieni dentro- disse porgendomi un tovagliolo.
Rimasi paralizzate dalle sue parole.
Fino a quel momento non mi ero resa conto che lei vedeva tutte le mie sofferenze come dei mostri che tormentavano anche lei.
Ci pensai per un istante e poi presi la mia decisione.

- Ci andrò-

𝓑𝓪𝓭 𝓐𝓷𝓰𝓮𝓵🥀🦋Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora