Dipendenze

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Matthew.

Le sue labbra accarezzarono le mie in un bacio passionale che ci lasciò senza fiato. Era così attraente da farmi perdere il controllo: l'avevo bloccata al muro contro il mio petto e le mie mani non erano riuscite a rimanere al loro posto. Il suo profumo aveva ormai invaso il mio corpo, la mia mente non riusciva a formulare nulla di sensato eppure un minimo di contegno mi era rimasto.
Mi staccai a fatica e con il fiatone dal suo corpo e vidi i suoi occhi incapaci di capire i miei atteggiamenti; non potevo di certo darle torto. Mi piaceva, eccome se mi piaceva, ma non volevo farla soffrire.
Meritava un uomo capace di farla stare bene, un uomo di pugno che poteva stare al suo passo.

Di certo quell'uomo non ero io.

- No, non posso- confessai.

I nostri occhi si guardarono per un'infinità di tempo finché lei non mi sorprese con una frase:
- Ci si vede- disse voltandosi verso la porta d'ingresso.

Io ero strano ed incoerente, ma lei ancor di più.

Sofia era diversa da ogni ragazza che avevo frequentato, persino da Kate.
Kate mi aveva illuso con la sua riservatezza, timidezza e dolcezza per poi trasformarsi in una persona senza cuore: con lei ero cambiato, ero diventato più insicuro e indeciso nelle scelte.
Sofia, invece, era l'opposto: zero timidezza, zero insicurezze e senza peli sulla lingua.

I miei tormenti mentali si prolungarono per tutta la giornata e a fine serata ricevetti un suo messaggio.

" Smettila di pensarmi"

Quel messaggio mi face sorridere.

" Non ti stavo mica pensando" risposi al messaggio.

Non ricevetti risposta, forse non era il messaggio che si sarebbe aspettata o forse sapeva già la mia risposta, forse l'avevo illusa quel giorno o forse mi ero illuso io. Troppi forse.

Il giorno seguente, prima di uscire controllai la posta e notai l'invito per un evento ad una serata di gala organizzata dal mio capo, che si sarebbe tenuta due giorni dopo. Il resto della giornata passò velocemente, così come quello successivo ma di Sofia nessuna traccia.

Il giorno dell'evento era arrivato ed io mi vestii al meglio possibile: lo smoking nero faceva sempre la sua bella figura.
La sala era molto affollata e piena di ragazze, forse avrei potuto annebbiare il pensiero di Sofia trovandone un'altra, cosa estremamente improbabile data la sua sorprendente presenza.
Un lungo vestito nero e oro era adagiato dolcemente sul suo corpo, gli eleganti tacchi mettevano in risalto le sue chilometriche gambe e i capelli raccolti le incorniciavano perfettamente il viso.
Era più raggiante che mai e non appena si accorse di me, mostrò uno dei suoi più radiosi sorrisi per poi avvicinarsi e salutarmi.
Quella ragazza avrebbe dovuto fare la modella e a confermare ciò erano gli sguardi incantati degli uomini presenti in sala.
- Ciao Matt- mi salutò dolcemente.
- Ciao... Sei bellissima- risposi meravigliato.
Se ne andò limitandosi ad un delizioso sorriso.
- Hey amico, chi è quella sventola?- mi chiese Luca.
- Sofia Vinci, ma lasciate perdere, quella è troppo per noi- disse Gigi.
- Perché?- chiesi incuriosito.
- Roba scottante- si fermò per ammirarla ed io avrei voluto impedirglielo- è bella, seducente, affascinante ma stronza come il mondo. Odia le storie durature e non ci pensa due volte a buttarti fuori dopo che si è stancata di te. Sa cosa piace a noi, sa come farci perdere la testa, non è la classica ragazza che dopo una notte passata insieme ti richiama, anzi sei tu a sperare che lo faccia, sa giocare con gli uomini, fin troppo bene e non si fa mettere i piedi in testa da nessuno- concluse Gigi.
- Tipa tosta eh- osservò Luca- ma voi come la conoscete?- ci chiese.
- Ci sono andato a letto- affermò.

Quella risposta mi spiazzò.

- Ci ha messo pochissimo a conquistarmi e subito dopo a scaricarmi- concluse con un filo di amarezza.
- E tu Matt?- mi chiese.
- Ci eravamo incontrati prima in officina, poi al servizio fotografico, poi in discoteca e... niente- dissi.
- Wow, strano che non ti abbia già scaricato- disse infine Gigi.
La conversazione continuò ed io capii che quell'atteggiamento doveva essere il frutto di una lunga storia.
Cercai di resisterle tutta la serata finché casualmente non ci trovammo da soli in corridoio.
- So che vuoi rimanere da solo con me, ma non sempre i desideri sono realizzabili- si rivolse a me.
Quella ragazza usava parole pungenti al punto giusto.
- Non giocare con me- la supplicai incastrandola contro la parete.
Le sue labbra si appoggiarono sulle mie.
- Cos'è questo?- le chiesi sottovoce.
- L'inizio di un bacio- sussurrò.
- Mi fai vedere la fine?- le chiesi spostandomi sulle sue labbra.
Ogni bacio aveva più sapore, più desiderio ed era sempre più passionale.
L'avrei voluta portare via con me se non fosse stato per quell'inappropriato allarme antincendio che scoppiò nel momento meno opportuno.
- Devi andare- disse.
- Prima ti porto al sicuro- la portai fuori dicendole di non muoversi, ma al mio ritorno non la ritrovai.
Chiamai una, due, tre volte senza ricevere risposta e fu allora che il panico si impossessò di me.
Alla quarta chiamata sentii la sua voce:
- Matt- rispose.
- Dove cazzo sei? Stai bene? Al sicuro?- le chiese preoccupato.
- Sono a casa, ad aspettarti mi sarebbero venute le rughe- dopo quella spiegazione mi rilassai.
- Tra 10 minuti sono da te- le proposi.
- Non ti ho mica invitato- disse scherzosamente.
- Vengo da te-
Presi la macchina e citofonai al suo cancello. La trovai coperta da una cortissima camicia da notte, con i capelli leggermente umidi, segno di una doccia appena fatta.
- Stai cercando di sedurmi?- presi coraggio e andai vicino a lei.
- In realtà non saresti neanche un mio invitato- rispose.
- Però mi hai lasciato entrare- mi tolsi la giacca.
- Che sei venuto a fare?-
- A tenerti compagnia-
- E se non ne avessi bisogno?-
- Mi stai rifiutando?-
Sorrise per poi sedersi con me sul divano. Passammo le restanti ore a parlare e lei si confidò molto con me. Oltre le apparenze, Sofia era una ragazza dolcissima, ma non quella dolcezza tramutata in timidezza, bensì una dolcezza che rende le persone ancora più apprezzabili.
- A quanto pare non ti piace casa tua, perciò se vuoi dormire puoi farlo sul divano- si alzò dirigendosi verso la camera da letto.
- Mi lasci tutto solo?-
- Tu dovevi tenere compagnia a me e non io a te-
- Sai giocare a poker?- le chiesi tutt'a un tratto.
- Certo-
- Se vinco io dormo con te, altrimenti puoi fare di me ciò che vuoi-
- Non sai in che guaio ti sei cacciato-

A quanto pare aveva ragione, mi stava letteralmente stracciando.

- Ora sei tutto mio- mormorò con un velo di sonno nella voce.
Si mise a cavalcioni sopra di me e mi lasciò un lento bacio sulle labbra. Morsi il suo labbro inferiore e cercai di far durare quel contatto il maggior tempo possibile, ma lei si staccò da me.
- Se vuoi qualcosa domani mattina, la trovi in cucina, il bagno è in fondo al corridoio e puoi andartene a che ora ti pare, ma non dopo che io me ne sarò andata- mi lasciò senza parole.

Avevo perso la testa per lei, ero arrivato addirittura a dormire sul suo divano senza un vero e proprio motivo.

Dipendevo da Sofia.

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Hey ragazzuoli!! Come state?
Spero che la storia vi stia piacendo anche se vedo pochi likes ed ancor meno commenti. :(
Vi sarei estremamente grata se mi faceste sapere le vostre opinioni, visto che è quello l'importante!

Detto questo, buon proseguimento di lettura😘

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