Coincidenze

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Matthew.

Dopo l'incontro con Sofia andai al lavoro. Ah, quella ragazza mi faceva perdere la testa. Per quanto tentassi di starle lontano, ciò si rivelava un compito davvero arduo; era una tipa tosta, con i piedi per terra e sapeva assolutamente cosa piacesse agli uomini.
Non riuscii a levarmela dalla testa neanche durante il lavoro: quel pomeriggio era scoppiato un incendio in una piccola palazzina di 3 piani ma fortunatamente niente vittime.
Erano le 8 di sera e io dovevo tornare a casa sebbene la proposta di Luca non mi dispiacque:
- Amico è sabato, andiamo a divertirci- propose.
- Forse è meglio tornare a casa, sarà per un'altra volta- risposi.
- Senza te affianco come rimorchio?- scherzò.
- E va bene ci vediamo alle dieci-
Andai a casa e trovai la deliziosa cena di mia madre pronta e con essa anche la meravigliosa cuoca.
- Più tardi esco- le comunicai a tavola.
- Dove vai?- chiese curiosa.
- In giro con gli amici-
- Non bere, non fumare, non uscire troppo scoperto, non andare troppo lontano, non accettare niente dagli sconosciuti e soprattutto non drogarti! Mi raccomando eh- disse serissima.
- Mamma ho una certa età- le posai un dolce bacio sulla fronte.
Andai di sopra a prepararmi e dopo essermi fatto una bella doccia, presi una canotta bianca, una camicia di jeans e dei pantaloni neri.
Erano passati diversi giorni dal mio arrivo a Roma ed erano successe già troppe cose anche se la mancanza di New York si faceva sentire.
Presi la mia BMW e andai a prendere Luca.
- Ciao amico- disse entrando in macchina- non ti facevo il tipo da avere questa bambola-
- Che bambola?-
- La tua macchina è una vera bomba! Quasi quasi stasera rimorchio lei- rise ammirando ogni dettaglio dell'autovettura.
Continuammo a parlare di macchine per tutto il tragitto finché non arrivammo in una discoteca.
Era ampia e la musica sovrastava tutti i tentativi di approccio verbale perciò si notavano per lo più ragazzi che sbavavano ammirando il fondoschiena delle ragazze, e quest'ultime avevano come unico obbiettivo quello di mettersi in mostra.
Luca sparì improvvisamente e capii che aveva già avvistato la sua preda, così decisi di dirigermi verso il bar. La pista era affollata e non so come facessero le persone a distinguersi. Qualche volta andavo in discoteca, ma quelle uscite portavano solo a farsi la ragazza di turno ed io ero stanco di questa routine.
Fra tutte le ragazze presenti, il mio sguardo, come quello di molti altri, rimase colpito da un'affascinante figura: i lunghi biondi capelli le ricoprivano la schiena, scoperta leggermente da un vestitino nero aderente che le stava divinamente e per non parlare delle sue sensuali movenze.
Fui attratto come una calamita e in pochi secondi feci aderire il mio corpo al suo finché non si girò per incontrare il mio sguardo...

Era Sofia.

Il destino non faceva altro che farci incontrare.
- Hei bel pompiere- disse appoggiandosi a me.

Era ubriaca, lo notai dal suo sguardo incantevole.

- Stai facendo venire la bava a mezza discoteca, perciò abbassati il vestitino- la informai cercando di farmi sentire.
Rise senza staccarsi da me, così decisi di pensarci io; le abbassai il vestito dai fianchi e lei rise maliziosamente.
- Non ti ho dato il permesso di toccarmi-
- Non mi serve-
Una ragazza si avvicinò a me con fare provocatorio e mentre io cercavo di ignorarla, Sofia la stava fulminando con lo sguardo.
- A bella, smamma- le disse Sofia.

Era gelosa?

- Non mi interessi tu, ma lui- mi indicò la mora.
- Alla larga- ribadì Sofia.
- Mica state insieme eh- si avvicinò la ragazza.
Senza neanche accorgermene ricevetti un bacio poco casto da Sofia e ovviamente lo ricambiai.
Mi aveva baciato, ma per qualche secondo.
La mora si allontanò, Sofia restò a pochi millimetri da me ed io ero più confuso che mai.
Continuammo a ballare con un ritmo diverso dalla musica, non riuscivo a levarle gli occhi di dosso finché non corse via diretta al bagno.
La inseguii capendo cosa stava per accadere e così le fui accanto proprio mentre lei buttava giù tutto quello che aveva bevuto; raccolsi i suoi capelli nelle mie mani, accarezzandoglieli leggermente, non sopportavo l'idea che lei stesse male.
- Ora andiamo- dissi spostandomi per prenderla in braccio anche se si oppose. Mi seguì all'uscita barcollando da una parte all'altra e fui felice non appena uscimmo da tutto quel caos.
- Dove abiti?- le chiesi avvicinandomi.
- vuiiia.. Noourr.. Un asino!- disse improvvisamente.
- Un asino?- chiesi perplesso.
- Seiii scemooo, scemo scemo, seiii bellooo, bello bell..- era bellissima nonostante le sue buffissime facce e i movimenti ondulatori.
- Ti porto a casa mia- risolsi il problema.
- Sono tuuuutta tua! Fai di me quel che vuuuuoi tesoro!- rise e non potei non farlo anche io.
Salimmo in macchina e lei si addormentò con la bocca leggermente aperta. Non avevo avuto tempo di assaporarla per bene; il bacio in discoteca era stato così improvviso che mi era difficile ricordare il suo sapore.

Era bellissima, anzi, bella è dir poco.

La informai dell'arrivo e non ricevendo risposta la presi in braccio per portarla dentro. Mia madre era a letto e io dovevo fare il più piano possibile.
La posai delicatamente sul letto e lei aprì gli occhi:
- Ti tolgo io i vestiti- proposi.
- Non aspettavo altro- si buttò letteralmente sul cuscino.
Mentre le toglievo le scarpe cercai delle informazioni:
- Come mai hai bevuto così tanto?- chiesi.
- Per dimenticare- rispose con un filo di voce.
- Cosa?-
- Il dolore-
- Che tipo di dolore?- non ricevetti risposta è mi accorsi del suo pacato respiro nel sonno.
Era dolcissima mentre dormiva ma da quanto avevo capito doveva aver sofferto molto.
Mi stesi vicino a lei e la presi fra le braccia. Aveva un profumo fantastico..

Quel profumo era la mia droga.

**
Che ne pensate?
A breve pubblicherò il nuovo capitolo😃

Labbra rosso fuocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora