Roma

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Sofia.

Mi svegliai prima del solito con un leggero mal di testa, dovuto probabilmente all'alcool consumato la sera prima. Feci per scendere dal letto quando improvvisamente mi accorsi della presenza di un uomo.. Era Stefano o almeno credo. Qualche volta uscivo con dei ragazzi, ma sempre senza impegno dato che le storie durature non erano per me.
- Buongiorno principessa- mi disse mettendosi sul fianco.
- Non mi chiamare così- risposi con freddezza e alzandomi successivamente.
- Ok ho capito, mi faccio una doccia e poi vado.
Mi limitai ad annuire dirigendomi nell'ampio salone; possedevo questa casa da poco tempo, comprata con i miei risparmi e con quelli dei miei genitori.. Amavo i miei genitori, li amavo alla follia. Loro avevano sempre creduto in me e nel mio futuro ed io cercavo in tutti i modi di non deluderli.
Guardai nella dispensa in cerca di cibo, ma come al solito il nulla regnava sovrano così decisi che avrei preso qualcosa da Pino, il mio barista di fiducia. Passai la restante mezz'ora a truccarmi mettendo in risalto i miei occhi verdi, a rendere leggermente mossa la lunga chioma biondo scuro ed a vestirmi; scelsi una camicia di jeans, dei leggins neri ed i miei amatissimi tacchi alti. Adoravo quel tipo di scarpe in tutto e per tutto, rendevano una donna sensuale, elegante e molto determinata.. Forse era una mia impressione ma mi facevano sentire sicura di me stessa.
- Io ho finito, ci si vede- si rivolse a me il ragazzo biondo per poi uscire definitivamente dalla casa.
Prima di guidare la Mini feci un salto da Pino che mi rivolse uno dei suoi sorrisi raggianti, era incredibile come potesse mettere di buon umore le persone.
- Buongiorno splendore, che te posso offri?- mi disse con forte accento romano il mio quasi secondo padre ed io non potei fare altro che replicare con un sorriso.
- Ciao Pino, per me il solito-
- Allora, che me racconti?- disse porgendomi il cappuccino e la ciambella.
- Solita vita, solita noia-
- A Sofí non me dì che quel modello tatuato appena uscito da casa tua ti ha fatto annoià che non te credo-
- Non era il mio tipo- risposi non riuscendo a trattenere la risata.
Eh già, Stefano era bellissimo, bellezza che veniva però compensata da altrettanta stupidità.
Cercavo qualcosa di nuovo, qualcuno che mi stravolgesse la vita, che mi rendesse davvero felice, ma di lui nessuna traccia.

Labbra rosso fuocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora