Capitolo 3

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Nelle settimane seguenti il Presidente Conte e la Ministra Azzolina non si videro né sentirono.
Lui aveva continuato il suo lavoro, destreggiandosi tra visite, conferenze, telefonate e problemi familiari, incurante di lei e del suo invaghimento; lei invece aveva speso del tempo con le sue amiche di lunga data al mare, divertendosi e staccando la testa da tutto.

Lucia doveva ammettere però che a volte la sua mente l'aveva riportata a lui.
Come avrebbe potuto ignorare i notiziari e le testate giornalistiche? Come evitare di leggere i post su Facebook o i suoi tweet? In fondo faceva parte del suo lavoro restare informata sull'attualità e Giuseppe Conte era dovunque. Accendeva la tv? Il telegiornale mostrava le sue immagini senza dimenticare di qualche estratto dei suoi discorsi che portavano con loro quella voce roca ed a volte un po' affaticata che lo caratterizzava e che lei trovava rilassante.
Accedeva sul suo profilo Instagram? Le fanpage dedicate a lei - e che lei stessa seguiva con piacere - condividevano notizie e foto sue insieme al Presidente o di ciascuno di loro in solitaria. 
Era impossibile ignorarlo del tutto.

Ma, per quanto fattibile, si era tenuta ben impegnata così da pensarlo meno del solito. Aveva cercato di accedere solo una volta al giorno ai social, aveva passato molto tempo a leggere sdraiata comodamente su un lettino di fronte al mare cristallino della Calabria, e aveva visitato molti nuovi posti, i quali avrebbe custodito nel suo bagaglio culturale.

Se però non ci si soffermava alla superficie, il motivo principale che aveva tenuto lontano il pensiero di Conte, era Andrea.
Dopo la sua dichiarazione si erano sentiti sporadicamente. Lei gli aveva chiesto del tempo per riflettere e lui, senza fare storie, aveva accettato ben contento che non l'avesse rifiutato nell'immediato. 

Quella vacanza le stava tornando davvero utile a livello introspettivo. 
Con Federica e Daniela, le sue due più care amiche, aveva parlato molto di quel che era successo quella sera di fronte al ristorante, ed in lei stava crescendo l'idea di dare una possibilità al suo corteggiatore. 

Tuttavia le sue amiche erano all'oscuro del suo "amore platonico" nei confronti di Giuseppe Conte, nonostante Daniela continuasse imperterrita a farle notare - come se già non ne fosse ben cosciente - quanto lui fosse affascinante. "Lucia, ma l'hai visto? Ma tu che ci lavori insieme, dimmi, è davvero così galante come sembra?". E questa era una delle tante domande che si era sentita fare. "Ma dal vivo è bello come in tv?" era un'altra tra le più gettonate.
"No, è molto meglio" pensava lei, anche se poi finiva per mantenersi sobria limitandosi a rispondere "sì, esattamente come in tv".
Ma per quanto il suo cuore fosse rapito dal Presidente del Consiglio, sapeva che quella sua infatuazione non avrebbe avuto seguito e che quell'uomo era inaccessibile. Era un dato di fatto che cercava di appuntarsi ogni giorno ben in testa.

Fu al suo rientro a Palazzo Chigi, poco prima del Consiglio dei Ministri, che si convinse del tutto ad uscire con Andrea.
Giunta con venti minuti di anticipo, si era diretta verso l'ufficio di Conte. Non solo per rivedere lui, l'affascinante Presidente, ma per proporgli un'idea che avrebbe voluto discutere poco dopo al tavolo, una proposta dell'ultimo minuto che durante il suo soggiorno al mare le era balzata in mente. Sì, nemmeno in vacanza riusciva a staccare la testa dal lavoro, almeno non completamente. 

Data l'assenza della segretaria, si azzardò ad avvicinarsi all'ufficio presidenziale senza esser stata annunciata. Stava per bussare alla porta quando sentì due voci provenire dall'interno. Si bloccò immediatamente. Una sembrava conoscerla bene, era quella del premier, ma l'altra?

"Devi proprio andare? Non puoi fare un'eccezione per stavolta? Sono venuta fin qui a trovarti.."

Come le era parso poco prima, era una voce femminile alla quale non riusciva ad attribuire un'immagine ma che non le era affatto nuova. Nonostante la lontananza entrambi i soggetti erano ben udibili.

"Sono il Presidente, non posso non presentarmi al Consiglio."

La voce di lui era più acuta del solito e molto sensuale, quasi un sussurro. Ma cosa stava succedendo là dentro?
La Ministra Azzolina aveva il cuore che le scoppiava nel petto e spinta dall'eccessiva curiosità volle dare un'occhiata approfittando della porta socchiusa.

Intravide la figura composta di Conte, il quale era privo di giacca e con la sua cravatta rossa allentata. Si trovava in piedi davanti alla scrivania. Di fronte a lui una donna dai capelli biondi e lisci, dal fisico statuario. Non le vedeva il viso, ma aveva intuito chi fosse: Olivia Paladino, la compagna.
Quest'ultima si teneva con le mani al bordo del prezioso legno del tavolo presidenziale al quale si era anche appoggiata con i glutei. Da come la guardava lui, era certa che avessero intenzioni ben precise.

"Sai come si dice, l'eccezione conferma la regola!"

Continuò la bionda, istigandolo ed accarezzandogli le braccia partendo dai polsi fino a giungere al collo, al quale si aggrappò.

"Lei provoca, vedo!"

Approfittando della vicinanza, il premier l'avvolse nel suo abbraccio ed si avvicinò sempre di più, fino ad appoggiare la fronte contro la sua. Notò che le mani del Presidente vagarono libere sul corpo della donna finendo per soffermarsi sul fondoschiena, che strinse nello stesso momento in cui le loro labbra si incontrarono e la passione prese sempre di più campo.

Lucia era rimasta a bocca aperta e se poco prima le era balenata in testa l'intenzione di bussare per interrompere quel loro momento intimo a lei per niente gradito, in quell'attimo esatto era rimasta con la mano alzata e chiusa a pugno di fronte alla scena. Non era sicura di voler vedere altro perché l'ambiente si stava facendo davvero bollente. I due si stavano baciando con foga e la cravatta di lui dopo qualche secondo era già volata sul pavimento.

"Devo andarmene subito." sentenziò nella sua testa, la ministra.
Faticava a muoversi, travolta da un turbinio di emozioni che l'avevano lasciata immobile.
Quanto le sarebbe piaciuto essere Olivia in quel momento! Quella donna non era sicura si rendesse sempre conto di quanto fosse fortunata. L'aveva sempre vista come una persona fredda, riservata e poco adatta al Presidente, ma in seguito a quel che aveva appena visto, forse l'apparenza l'aveva ingannata. Non le era certo sembrata di "ghiaccio" come i media la descrivevano.

Era delusa, era affranta. Ogni sua minima speranza di averlo era scomparsa in pochi maledettissimi secondi perché messa di fronte alla pura e dura realtà.

"Cosa vuol dire essere vicini?
Credo voglia dire saper perdersi.
Saper perdersi per un attimo dentro il sogno di un altro essere umano.
Quanta paura. Quanto incanto.
Non si muore però. Non si muore di questo.
Si muore ad avere una persona accanto che ti dà argini e sicurezza al tuo smarrirti nel mondo, ma che non vibra della tua stessa nota.
Si muore a rimanere fermi a guardare la vita che scorre, senza lasciarsi scorrere con lei.
I fiumi scorrono eternamente, il mare è costantemente in movimento con le sue onde.
Siamo solo noi esseri umani che ci costruiamo nidi e luoghi in cui arenarsi, perdendo di vista il fluttuare eterno del nostro animo.
"

Erano parole che aveva letto tempo addietro e che il quel momento le calzavano alla perfezione. Le parve di morire. Lui non vibrava delle sue stesse note e lei si stava perdendo a guardare la vita scorrerle di fronte dimenticando di lasciar fluttuare libero l'animo. Doveva scordarsi di lui per ritrovare se stessa.

L'unico modo che le venne in mente fu proprio quello di accettare di uscire con Andrea.
Sì, lui le avrebbe fatto dimenticare ogni cosa e magari insieme sarebbero stati anche felici.
Fu così che si allontanò silenziosamente dall'ufficio di Conte e senza indugiare oltre inviò un messaggio ad Andrea: "Ho preso una decisione. Usciamo stasera?".





Il Consiglio dei Ministri durò svariate ore, ovviamente intervallato da qualche pausa per far si che tutti potessero ristorarsi o recarsi alla toilette.
Lei era talmente rintontita da tutto quel che era successo che non aveva nemmeno illustrato il suo progetto. Non si era resa molto partecipe, ma fu colpita dalla forza che stava scoprendo di avere. Nessuno aveva notato il fardello che si portava dentro e forse, in parte, lo stava nascondendo anche a sé stessa.

Lo osservava. Era così sorridente e calmo che le faceva quasi rabbia. Quand'era entrato nella grande sala, non aveva potuto fare a meno di domandarsi cosa fosse accaduto nel suo ufficio dopo che lei fuggì, impietrita dal vuoto che le si era formato dentro. Né sul suo corpo, né sulla sua camicia sembrava esserci alcun segno di quegli attimi di passione.
"Dannazione, perché è sempre così perfetto!" si chiese lei, distogliendo immediatamente lo sguardo dal premier.
Le era davvero difficile rimuoverlo dalla sua testa, anche in quel momento in cui era più che consapevole lui fosse la causa di quella ferita che si allargava sempre di più nel suo petto, nella sua anima, recandole solo dolore e rammarico.
Ma forse Andrea, quella sera, l'avrebbe aiutata a stare meglio.

"La pazienza è amara, ma dolce è il suo frutto." - Conte/AzzolinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora