Capitolo 2

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PREMESSA: 


A tutti voi che state leggendo questa storia: ciao, e grazie!
Vorrei precisare che tutto questo è nato ridendo e scherzando e che mai avrei pensato di finire per scrivere una fanfiction. Ne ho sempre lette tante ma non sono mai stata brava a mettere su carta i miei pensieri. Ho sempre avuto difficoltà nell'espressione scritta e quindi sto prendendo  quest'avventura - oltre che per divertimento - come una sfida personale ed un allenamento con il semplice intento di migliorare e mettermi alla prova. Perciò consigli e critiche costruttive sono sempre ben accetti.
Anche la coppia Conte/Azzolina, come questa ff, è nata casualmente, chiacchierando con altre supporter del Presidente. Questa "ship" l'ho voluta sintetizzare col nome "Azzonte". Non saprei dire se stiano o meno bene insieme - ovviamente non li conosco personalmente se non tramite media e testate giornalistiche - ma dato che non esistono storie su loro due, ho voluto - spinta dal molte - provare a scriverne una io stessa.
Tutto è iniziato buttando giù qualche riga senza avere un'idea precisa e senza alcuna trama di fondo, quindi mi lascerò andare e scriverò seguendo - quasi sempre - l'ispirazione del momento. Spero che tutto ciò possa strapparvi un sorriso. Buona lettura!

P.S. Mi scuso se la storia procederà con molta lentezza, ma vorrei soffermarmi su alcuni dettagli inserendo qualche scorcio di vita quotidiana e privata dei due protagonisti.


                                                                                  LUCIA


La conferenza stampa del giorno seguente si rivelò piacevole, ma non di certo a causa dei media e delle varie testate giornalistiche. Fu la presenza di Giuseppe che la rese tale.
Quest'ultimo, le concesse molte volte di rispondere al posto suo, specificando e mettendo ben in chiaro - in particolar modo a giornalisti poco educati - chi fosse il ministro competente. Come sempre si era dimostrato un vero galantuomo, perfino quando si preoccupò di versarle l'acqua nel bicchiere prima ancora di versarla a sé stesso. Piccoli gesti, piccole premure che da parte della donna non passarono inosservate. 

"Questo è tutto. Grazie."

Concluse il premier quando il suo portavoce, Rocco Casalino, gli fece segno da lontano che era all'arrivata l'ora di chiudere: il tempo per le domande era giunto al termine. Ne aveva avuto abbastanza per quel giorno. Le persone indisponenti - ancor di più se giornalisti che vedevano il marcio dovunque - gli facevano ribrezzo e così tagliò corto. Si alzò chiudendo il microfono, e sfiorando la spalla a Lucia le fece cenno di avviarsi verso l'uscita. Lei rabbrividì al tocco delicato dell'uomo e con passo rapido si affrettò ad abbandonare la sala ricordando a se stessa di mantenere le distanze dal Presidente.

Una volta usciti, si salutarono cordialmente. Conte aveva delle telefonate urgenti da fare e svariati erano i suoi appuntamenti di quel pomeriggio. Come sempre era immancabilmente in ritardo. 

Quando l'avrebbe rivisto? Quando avrebbe potuto incontrare di nuovo i suoi occhi scuri e perdercisi dentro? Con una punta di nostalgia, Lucia rilasciò un sospiro. Era un misto tra sollievo e frustrazione. Non c'era molto da fare: lui, per quanto vicino materialmente, era inarrivabile. Avrebbe dovuto accettarlo una volta per tutte e mettersi l'anima in pace. 

 



Quel giorno per lei proseguì serenamente. Il Presidente non era riuscito ad invaderle la mente e per questo dovette ringraziare i mille fascicoli ministeriali ed i suoi amici più cari. Una cena in compagnia delle persone a cui voleva bene l'aiutava sempre a smorzare la tensione ed a ritrovare la lucidità della quale aveva bisogno. Ma quella notte, dopo tanto, non riuscì a pensare a lui - il supremo uomo dei suoi sogni - perché qualcun altro, mentre si dirigeva verso casa in taxi, stava annebbiandole il cuore. 

"La pazienza è amara, ma dolce è il suo frutto." - Conte/AzzolinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora