Capitolo 8

340 31 11
                                    




Ciao a tutti! 
Questo capitolo sarà molto breve ma ho voluto comunque inserirlo perché è ispirato ad uno dei capitoli che scrissi prima che crescesse in me l'idea delle ripetizioni. Ho voluto pubblicarlo nonostante la brevità perché vuol comunque essere un momento di incontro tra i due protagonisti e di sviluppo del rapporto che a poco a poco si sta creando tra loro. Premetto che non è niente di particolare ma il prossimo sarà un capitolo piuttosto fiammeggiante.
Non nel senso che pensate voi! 
Vorrei aggiungere che essendo questo un periodo politicamente nero, spero che leggere del Presidente possa strappare a tutti un sorriso. Mancherà immensamente anche se, come detto da lui, "ci sarà".
Buona lettura e grazie per seguirmi sempre!




23 Dicembre, Ufficio della Ministra Azzolina, Miur.

Seduta alla scrivania, vestita con una giacca rossa molto natalizia, si trovava la ministra Azzolina. Intenta a rispondere ad alcune mail ministeriali dal suo portatile, sobbalzò quando qualcuno ruppe la sua concentrazione bussando alla porta.

"Chi è? Avanti!"

Tra tutte le persone che pensava potessero essere, di certo non avrebbe immaginato di trovarsi di fronte proprio lui, l'uomo di cui nell'ultimo periodo stava conoscendo sempre di più le ombre, e che oltre ad attrarla per la sua profonda intelligenza, cultura e umiltà, le stava riportando alla mente ricordi oscuri della sua gioventù. Imbarazzata dall'inaspettata visita, balzò in piedi come fosse una molla.
Il viso di lui si intravedeva da dietro alla porta, ancora socchiusa.

"Disturbo?"

"Giuseppe! No, no. Entra pure."

Cercò velocemente di ricomporsi mentre Conte si avvicinava alla scrivania con passo deciso, avvolto nel cappotto scuro che rendeva perfettamente giustizia alla sua figura.
Lucia ancora non sapeva spiegarsi come potesse essere sempre più attraente ogni giorno che passava. Il suo charme in giacca e cravatta aveva fatto il giro del mondo, nessuno riusciva a capacitarsi di come tanto fascino e tanta intelligenza potessero combaciare così armoniosamente.
Quel giorno, sotto al cappotto, indossava un completo scuro accompagnato da una cravatta rossa che gli dava quel tocco festaiolo che a lei aveva sempre messo di buon umore. Sembrava quasi si fossero messi d'accordo nel vestirsi. Entrambi indossavano il colore che incarnava la passione, il Natale ma allo stesso tempo la rabbia e il pericolo. Rappresentava alla perfezione lo stato d'animo della donna quando si trattava di lui. Giuseppe Conte era per lei fuoco che, oltre a scaldare mente e corpo, poteva anche bruciare e provocare dolore. Per quel giorno però cercò di limitarsi a pensare la loro fosse solo una coincidenza legata alla prossima Natività e non ad un collegamento invisibile che inconsapevolmente li univa.
Lucia amava il Natale perché portava con sé un messaggio di rinascita. Per molti era solo tempo di vacanza, era fare dei regali o attendere di riceverli; alcune persone avrebbero detto che era la festa per ricordare la nascita di un uomo di nome Gesù Cristo ma per lei era ben altro, scavava più a fondo nei cuori. Per questo ogni 8 dicembre riempiva casa sua con luci e festoni, alberi e addobbi. Lo stesso fece quell'anno nel suo ufficio ed all'occhio attento di Giuseppe Conte non sfuggì.
Mentre quest'ultimo si guardava intorno, aveva stampato sul volto un sorriso autentico che portava con sé la serenità che da sempre era simbolo di festa.
Per Lucia il Natale era anche motivo di raccolta, di riunione. Era il ritrovarsi attorno alla tavola dove si riscoprivano i gusti dei cibi delle tradizioni. Ma era - più che altro - un momento per scavare dentro sé stessa e scoprirsi sempre più innamorata della vita, in tutte le sue sfumature. Natale significava nascita. Ed ogni anno, in quel periodo, ricordava a sé stessa che ci voleva la vita per amare la vita. In quel tempo in cui era proiettata a realizzarsi esternamente era bene accogliere un po' di vuoto, di silenzio.
Per nascere di nuovo non doveva fuggire da sé stessa, ma accettare cadute e fallimenti lungo il percorso tortuoso ma intenso chiamato vita. Tra queste cadute e questi fallimenti c'era anche la rinuncia al vero e puro amore.

"La pazienza è amara, ma dolce è il suo frutto." - Conte/AzzolinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora