Capitolo 6

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6 Novembre, Ufficio del Presidente del Consiglio.


"Nicco, comportati bene. La Ministra Azzolina è così gentile da farti lezione nonostante tutti i suoi impegni, vedi almeno di prestare attenzione."

Il ragazzo se ne stava - come se niente fosse - con la testa bassa di fronte allo smartphone senza dare minimamente retta al padre. Su uno dei divani dell'ufficio presidenziale, seduto poco composto - quasi fosse a casa sua -  scorreva le foto sulla home di Instagram lasciando like veloci qua e là.

"Ed ora basta stare al telefono. Voi giovani perdete troppo tempo sui social. Avanti, dallo a me!"

Era da quando sua madre lo aveva portato a Palazzo Chigi mezz'ora prima che non si staccava dal cellulare ed il Presidente ne aveva avuto abbastanza.
Allungò la mano in attesa gli venisse consegnato quel dispositivo infernale col quale da anni anche lui conviveva per causa di forza maggiore: il suo lavoro.
Il ragazzo sbuffò, annoiato. Bloccò il telefono e lo posò sul palmo della mano di suo padre che lo andò subito a depositare in un cassetto della scrivania, lontano dal suo "radar".
Non l'avrebbe rivisto fino alla fine della lezione con la ministra.

"E siediti composto, per favore."

Aggiunse, gelido.
Il ragazzo ubbidì ma solo finché il Presidente Conte non si distrasse a leggere dei documenti governativi. Per dispetto tornò a sedersi in modo poco adeguato coprendosi la testa con il cappuccio della felpa rossa che indossava quel pomeriggio.
Qualche secondo dopo, Anna bussò alla porta annunciando l'arrivo della Ministra Azzolina.

"Grazie Anna, falla pure entrare."

Lucia fece il suo ingresso nell'ufficio. Era quasi emozionata. Non aveva mai visto il figlio di Conte prima di allora, e conoscerlo personalmente per lei era un passo avanti nell'avvicinarsi al padre. Dietro all'entusiasmo però, nascondeva prepotentemente una certa inquietudine. Come sarebbe stato il giovane? Aveva visto qualche foto di loro due insieme estrapolata dal web, ma risalivano a più di un anno prima ed a quell'età gli adolescenti cambiavano velocemente. Ma quel che le importava di più non era l'aspetto fisico ma il suo carattere, la sua personalità. Aveva preso dal padre?

"Buongiorno!"

Con la sua tracolla nera in spalla ed un sorriso smagliante ravvivò anche l'animo del Presidente. Sembrava così entusiasta e convinta che rassicurò Giuseppe il quale, invece, era piuttosto in agitazione a causa del figlio. Non aveva mai spiegato a Lucia della situazione familiare difficile e dei problemi padre-figlio che stavano passando e si pentì amaramente di non averlo fatto. Forse sarebbe stato meglio se l'avesse informata, così che lei fosse stata preparata ad eventuali barriere e chiusure del ragazzo. Tutto ciò lo portava a temere una possibile resa di Lucia che sarebbe stata - sia per lui che per il figlio - una grossa perdita. Non era semplice stargli dietro nell'ultimo periodo, la loro situazione era davvero complicata e pur di recargli dei dispiaceri il giovane faceva di tutto, perfino brutte figure con i suoi colleghi.

"Lucia, ciao! Sono felice tu sia venuta, non so davvero come ringraziarti."

Si alzò e fece il giro della scrivania per andarle incontro ed accoglierla. 
Quel giorno la giacca scura l'aveva lasciata appesa alla sedia ed indossava la sua cravatta viola glicine. Lucia notò anche un cambio di pettinatura che lo rendeva ancor più attraente dandogli un vero tocco di freschezza e gioventù. Aveva accorciato i capelli ed ora il ciuffo era slanciato all'indietro, tenuto a bada con del gel. Una vera brezza moderna! Quel dolce color castano con qualche pennellata di bianco, lo rendeva alquanto seducente. Lei non si spiegava come, ma da sempre era attratta da uomini molto più grandi. Era forse il fascino della cultura, della sapienza e della saggezza?!
Ancora persa a contemplare la bellezza dell'uomo, rispose brevemente:

"E' un piacere!"

E lo era davvero. Poteva fare due delle cose che preferiva: insegnare e trasmettere conoscenza, e stare a fianco a lui, l'uomo che da più di un anno era entrato nel suo cuore e non l'aveva mai lasciato. Inutile provare a nascondere la sua gioia, il suo battito accelerato ne era la conferma. Ma dov'era il giovane? I suoi occhi vagarono per la stanza e incontrarono subito la silhouette di  Niccolò, accomodato in modo scomposto sul divano. Lucia non lo giudicò, sapeva com'erano i quattordicenni, quindi, guidata anche dalla voce del premier, si fece avanti affiancata dalla figura di quest'ultimo.

"La pazienza è amara, ma dolce è il suo frutto." - Conte/AzzolinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora