Gli corsi incontro, gli posai le mani intorno al viso e feci in modo che i suoi occhi guardassero i miei. Aveva un occhio viola, che si stava gonfiando. Gli posai dolcemente la mano destra sul livido e lui sussurrò un "Aia".Con un sorriso imbarazzato e uno sguardo triste dissi "Scusa". Vedendolo mogio, mi chiesi cosa gli avesse detto il preside, quindi impaziente chiesi:
-"Come è andata?"
-"Il preside mi ha dato un ultimatum, se mai ricapitasse verrei sospeso. Ha detto che chiama i miei, devono sapere cosa è successo e sicuramente questo influirà sul voto del comportamento del primo quadrimestre. Inoltre- guardandomi più attentamente, continuò- il preside mi ha chiesto perché io lo abbia colpito, come fosse nata la rissa"- non sapevo cosa dire, non volevo sapere la risposta. Essere considerata una troia da tutta la classe, o da tutta la scuola addirittura non era ciò che volevo.
-"E tu che hai detto?"- chiesi a bassa voce, come se non volessi sapere la risposta.
-"La verità Holly. Ho detto esattamente quello che mi ha urlato in faccia quel coglione!- allungò il braccio come se ce lo avesse accanto e lo volesse indicare- Il preside poi ha chiesto spiegazione al prof. e lui dopo aver confermato tutto, ti ha difeso- un sospiro di sollievo lasciò il mio corpo- ecco il privilegio di essere la cocca del prof".-disse ridendo sonoramente.
Io scoppiai a ridere e notai quanto dannatamente era bello, quanto nonostante quell'occhio nero mi piaceva. Mi persi nei suoi occhi, anche lui mi fissava minuziosamente, finendo col posare i suoi occhi sulle mie labbra.
Avvampai, lo percepivo, abbassai lo sguardo e lui prendendomi il mento si avvicinò a me. Mi alzò il viso, mi posò una mano sotto gli occhi, accarezzandomi. Quel gesto mi procurò un brivido lungo la schiena e sperai non se ne fosse accorto.
-"Ma tu hai pianto"- mi disse a bassa voce.
-"Non ti preoccupare"- sussurrai.
-"Ho saputo che gliele hai cantate di tutti i colori eh!"- rise. Mi piaceva la sua risata, era contagiosa. Quanto mi piaceva vederlo ridere...
-"Gli ho detto solo quello che si meritava di sentire quello stronzo, arrogante. Con quale coraggio ha detto quelle cose? Come se non mi conoscesse poi"- distolsi lo sguardo dal suo. La rabbia stava tornando e Massimo se ne accorse.
Mi prese per i fianchi e spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio disse:
-"Non preoccuparti, non credo ti darà più fastidio per ora. Il prof. l'ha cacciato, anche perché essendo un exchange student, non aveva il permesso di entrare nell'edificio. Tranquilla"- disse quest'ultima parola sussurrandomela all'orecchio.
Mi venne la pelle d'oca, la mia mente iniziò a viaggiare, era come se non stessi più toccando terra. Il mio stomaco si riempì di farfalline e il mio respiro diminuì.
Mi ripresi tornando alla realtà.
-"Grazie comunque"- dissi.
-"Di cosa?"- chiese lui posando nuovamente quei dannati occhi nei miei, ad una distanza fin troppo vicina.
-"Per avermi difeso."- sussurrai. Le parole mi morivano in bocca, non sopportavo quella poca distanza.
-"Te l'ho detto che ti sarei sempre stato accanto"- mi guardò cosi intensamente che credevo di svenire da un momento all'altro.
-"Credo che dovremmo rientra..."- smisi di parlare nel momento in cui lui azzerò la distanza tra di noi posando le sue labbra sulle mie.
Quanto mi erano mancate quelle labbra, quelle dannate labbra. La sua lingua non chiese il permesso per entrare e si infilò direttamente nella mia bocca, danzando con la mia. Mi strinse ancora più forte a lui, le sue mani vagavano per il mio corpo: prima i fianchi, poi la schiena, poi il collo, poi il viso. Continuammo a baciarci, lui mi morse il labbro e io mi feci scappare un gemito. Lui sorrise a quel suono e continuò a baciarmi, tenendomi attaccata a lui, mentre le mie dita erano tra i suoi capelli.

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Forse eravamo sbagliati
RomanceCiao, sono Olivia. Ho 20 anni, ma sono qui per raccontarvi la storia che ancora mi perseguita dal 4 liceo. Non mi piaceva all'inizio, siamo diventati amici, molto amici, poi qualcosa è cambiato. Non mi sono mai sentita così, era solo il mio stupido...