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L'aria fresca di fine settembre mi colpiva il viso, mentre vedevo Roma, la città più bella del mondo per me passarmi accanto veloce. Le mie braccia stringevano la sua vita ancora, la sua felpa larga su di me mi arrivava fino a sopra il ginocchio, alzandosi leggermente per il vento.

Stavo bene, sorridevo, la tristezza, i messaggi di Edoardo sembravano cosi lontani per me. C'ero solo io, Massi e Roma, in quel momento. Intravidi il suo sguardo dallo specchietto, si incrociò con il mio, mi sorrise ed imbarazzato lo distolse subito. Sapevo che ero arrossita, forse per questo aveva sorriso.

Dopo altri 15 minuti arrivammo davanti ad un cinema, troppe volte ci avevo messo piede li dentro. Ci andai al primo appuntamento con Edo, a vedere un film orrendo, non era quello lo scopo dell'uscita però...mentre mi immergevo nei ricordi, un clacson mi fece rinsavire:

-"Vuoi scendere oppure vuoi rimanere qua?", rise, il mio viso si abbassò immediatamente, imbarazzata, ero rimasta sul motorino come un'ebete, quando eravamo già arrivati da un pò.

-"No scusa...ecco"-scesi, lui mise il cavalletto al motorino e la catena che aveva nel bauletto. Ho sempre avuto il problema, sin da quando sono piccola, dei caschi delle moto, non li so togliere. Ci provai, probabilmente risultando goffa ai suoi occhi. Vidi la sua ombra avvicinarsi e con un tono molto dolce disse: "Ci penso io.", il mio sguardo incrociò il suo. Due semplicissimi occhi marroni, con qualche striatura verde che mi stavano come mandando un messaggio Ci sono io, tranquilla. Dei brividi comparvero sul mio collo quando le sue dita toccarono il mio viso per slacciarmi il casco. Me lo tolse e rimase li a fissarmi. Ero sicura di avere una faccia molto stupida in quel momento, ma comunque chiesi a bassa voce "Che c'è?", lui mi guardò, abbozzo un timido sorriso e mi spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Restammo così pochi secondi, finché da un momento all'altro vidi il suo sguardo rabbuiarsi, che stava succedendo? Tolse la mano dal mio viso, e molto freddo, distaccato disse "Andiamo dai!"

Era successo qualcosa in quei pochi secondi, eppure non sapevo cosa. Però i suoi occhi quando si sono spenti mi hanno lasciato triste. Perché aveva cambiato umore così velocemente? A cosa pensava? Non feci in tempo a darmi una risposta che Silvia mi saltò addosso, ma evidentemente le mie doti da truccatrice non erano ottime ed il mio correttore non aveva del tutto coperto gli occhi gonfi dopo le lacrime di quel pomeriggio. Mi prese in disparte e mi chiese:
-"Holly, che è successo?", nei suoi occhi vedevo compassione, non pena, era dispiaciuta e una cosa che odio, da sempre, è far ricadere il mio brutto umore sugli altri, perciò abbozzando risposi un
-"Niente, tutto bene"-non andava per niente bene, volevo sotterrarmi, volevo scappare, mi voltai sentendo qualcuno che ci chiamava. Massimo mi guardava, con quello stesso sguardo di prima, con la mascella serrata, non vedevo quegli occhi marroni e verdi, ma era buio. Notò il mio sguardo verso di lui e con un cenno della testa chiesi che succede, ma come risposta ottenni il silenzio e con fare molto prepotente diede un pacca sulla spalla di Valerio e dicendogli qualcosa all'orecchio vidi l'amico annuire guardando nella mia direzione. Ovviamente di tutto ciò Silvia non si accorse e continuò: -"Holly non me la bevo." -Si girò verso Valerio urlando un Arriviamo- ma sappi che dopo mi racconti tutto."

Ci girammo per andare in biglietteria, ma venni placcata da Carlotta che con fare poco graziato mi stritolò chiedendomi: -"Ma che è successo con Massimo?", i miei occhi si spalancarono, non diventai rossa, per una volta, ma mia accigliai e chiesi -"Perché?" e lei notando il mio sguardo mi disse all'orecchio -"Ho sentito che ti nominava più volte a Valerio, però...non in modo carino. Era come seccato da qualcosa, arrabbiato".

Strinsi i pugni lungo i miei fianchi e decisa mi avviai verso i maschi che in lontananza mi salutarono, io come se non fosse successo niente sfigurai tutte le mi doti di attrice e con un sorriso da 64 denti dissi -"Ciao ragazzi!", ovviamente Massimo rimase a fissare lo schermo del suo telefono appoggiato alla colonna che si trovava davanti alla cassa. Mi abbracciarono tutti e Saverio mi accarezzò il braccio dicendomi a bassa voce -"Holly scusa per la storia dell'altro giorno del telefono, non sapevo che quel bastardo fosse andato con un'altra"- alzai gli occhi e vidi pena, questa volta, negli occhi del mio amico. Per un piccolo istante mi ero scordata di ciò che era successo, ma lui aveva perfettamente fatto ricadere il macigno sopra di me. Giocherellando con la manica della felpa scossi il capo, accennando un -"Fa niente!"

Forse eravamo sbagliatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora