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Mi diede il casco e alzando i suoi occhi nei miei, quei bellissimi occhi nocciolati mi abbottonò la giacca. Mise in moto il motorino e mi fece cenno di salire. Non mi sentivo bene per niente, era finita la mia prima vera storia con il mio primo vero ragazzo e si era rivelata un disastro, avevo appena perso un film fantastico, non avevo avvisato le mie amiche della mia scomparsa e più importante: perché Massimo si stava rivelando così strano cone me? Non so dire se mi piacesse, ma lo avevo rivalutato molto come amico e per ora mi andava bene così, non volevo sentir parlare di ragazzi.

Si accostò sul Tevere, inizialmente non capì e poi lui, sempre taciturno, alzò il braccio e mi indicò il Tevere Expo. Una sorta di parco estivo, addobbato sulle sponde del Tevere d'estate, pieno di locali, negoziati, giochi. Mi ero scordata che quello era l'ultimo weekend e poi chiudesse. Mi fece cenno di scendere le scale e arrivammo ad una bancarella che aveva un sacco di giochi da fiera. Appena vidi i birilli da buttare giù con le palle da baseball urlai -"Quello!! Facciamo quello!" e come una bambina al luna park mi avviai. Lui sorrise e mi raggiunse.

Dopo ben un'ora fermi a quell'unico gioco capì che non c'era più storia quindi arrendendomi ammisi -"Basta hai vinto 15 partite su 21, mi arrendo, mi hai umiliata...", lui scoppiò a ridere e alzando le mani in segno di scuse disse -"Hey tu hai scelto il gioco!", dandogli una gomitata sul braccio risi e dissi -"Allora sai anche parlarmi adesso?". Lui fece una smorfia e pagò. Quando lo vidi dissi senza fermarmi

-"Quanto ti devo?" -"Niente ti pare"                                                 -"Max dimmi quanto ti devo dai!" -"Holly veramente tranquilla, tanto in pratica è come se avessi giocato da solo!" - gli diedi una spinta, mentre lui rideva a crepapelle -"Che stronzo!-mi venne in mente un'idea-dimmi almeno quanto hai speso", mi guardò stranito, ma vedendo i miei occhi evidentemente ancora tristi disse a bassa voce, quasi senza farsi sentire -"15".

Stavamo per tonare su al motorino quando vidi ad una bancarella degli accessori bellissimi. Io amo la gioielleria, però quelle collanine e anellini molto vintage mi piacquero molto. Finché non vidi un braccialetto azzurro, con un ciondolo d'argento a forma di angelo. Lo presi in mano e una lacrima rigò la mia guancia destra, alzai il braccio e scostando la manica della felpa guardai il mio: identico. Me lo aveva regalato Edo al nostro terzo mesiversario. Mi era sempre piaciuto, ma più di tutto mi era piaciuto ciò che aveva detto appena me lo aveva fatto scartare Ho scelto l'angelo, perché tu così appari nella mia vita. Potrà sembrare una cavolata Hol, ma quando mi va tutto male, quando penso ai miei, a mia sorella mi si annebbia il cervello, poi però penso che ho te al mio fianco e mi spunta un sorriso sulla faccia, come se fossi la persona più contenta del mondo. E credo che stando con te questo mi succede, ma non a me, a tutti. Holly tu risplendi le giornate agli altri e ti meriti sempre il meglio.

Esatto mi meritavo il meglio e lui non lo era. Eppure stavo lì davanti a quella bancarella, davanti a quel pover uomo che mi guardava sperando che comprassi quel bellissimo bracciale che però ora per me era la rovina. Lo posai e senza guardare Max che sapevo mi stesse fissando corsi su per le scale. Arrivai al motorino e quando sentii i passi dietro di me misi le mani nei capelli, stavo piangendo a dirotto, ero una fontana, un fiume in piena. Fu allora che iniziai ad urlare:       -"Cosa ho di sbagliato? Perché mi ha dovuto fare una cosa del genere? Mi manca, mi manca come l'aria, ma allo stesso tempo lo voglio lontano da me. Non riesco a non pensare a lui, non riesco a non farmi duemila domande per cercare di capire le sue motivazioni. Cosa non gli andava bene di me? Voleva fare sesso? Era l'unica cosa che voleva? Io gli ho solo chiesto di rispettare le mie esigenze, perché non è una cosa facile. E lui cosa fa? Va a letto con un'altra, ma non un'altra qualunque, quella stronza di Emanuela. Quella puttana. Io lo sapevo che si sarebbe messa in mezzo, ma la cosa più brutta è che lui non l'ha fermata, come non ha fermato me al telefono. Mi stavo innamorando perdutamente del ragazzo sbagliato, ma io pensavo fosse perfetto. Perfetto per qualcun'altra." Misi le mani sul mio viso, cercando di ricompormi. Avevo appena fatto una scenata davanti ad un povero innocente, un amico che in quel momento mi stava accanto e mi guardava come se potesse provare lo stesso dolore che provavo io. Non ci pensò due volte e mi abbracciò. La sua statura sovrastava la mia di almeno 10 centimetri e questo mi piaceva e non lo ripeterò mai abbastanza, ma mi sentivo al sicuro. Alzai il viso imbarazzata staccandomi da lui e sussurrando un -"Grazie e scusa per la scenata", mi guardò e con un lieve sorriso mi disse -"Non devi ringraziarmi, affatto. Holly non devi neanche scusarti per ciò che hai detto. Stai male e per quanto possa essere brutto è giusto così.- mi accigliai, perché era giusto che stessi male?- Non mi fraintendere-continuò- è giusto che tu stia male, perché così capisci quanto tu tenessi a lui. Le emozioni, i sentimenti sono tutto quello che ci rendono la vita migliore.- sospirando e guardando il cielo, come distrutto disse- Non sei sbagliata Holly, sei fantastica e per quanto voglia bene ad Edo lui non ti merita. Non ti ha mai meritato e se anche lui provasse la metà di quello che provi tu per lui starebbe malissimo in questo momento." Sorrisi, un sorriso molto debole e annuì. Avevo capito ciò che volesse dirmi e gli ero grata per questo.

Forse eravamo sbagliatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora