Capitolo 9

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Seguì un brevissimo momento di silenzio.
Levi non si tolse quel sorriso dalla faccia.

-Ah, sì?- Pronunciò lui provocante.

A quel punto non riuscii più a reggere il suo sguardo e mi voltai. Iniziai a risentire caldo. Levi appoggiò le mani allo schienale della poltrona su cui ero seduto, lasciandomi completamente bloccato.

Si avvicinò al mio orecchio.

-Non sei in grado di reggere il mio sguardo per più di trenta secondi?-  Continuava a provocarmi.

Non capivo, mi stavo innervosendo, ma allo stesso tempo mi piaceva quello che stava succedendo. Merda. Ma che problemi ho?

-Posso andare in bagno?- chiesi per interrompere quella situazione, anche se forse non lo volevo davvero.

Il ghigno sul volto di Levi scomparve. Si staccò lentamente dalla sedia per lasciarmi passare e si voltò verso le finestre. Io andai in bagno. Cazzo, per essere il bagno di uno studio è fin troppo lussuoso. La vasca era enorme, così come la doccia. Chiusi la porta alle mie spalle. Poi sentii i suoi passi.
Levi aprì la porta, mi voltai verso di lui. Deglutii.

-Spostati- Comandò freddo.

Feci come disse. Si diresse verso la doccia. Iniziò a spogliarsi. Mi voltai velocemente dall'altro lato e feci per uscire. Abbassai la maniglia della porta... Non si apriva cazzo.

-La porta non si apre- Dissi.

Levi continuò a spogliarsi come se nulla fosse. Lo osservavo attentamente mentre le sue dita sottili aprivano la cintura dei suoi pantaloni neri. Che cazzo. Si stava abbassando la cerniera dei pantaloni. Il mio corpo stava andando a fuoco.

-Come faccio ad uscire?- Cercai di riprendermi.

Levi alzò lo sguardo verso di me.

-Vuoi uscire per davvero?- Chiese lui serio.

Ma cosa dice? Ma poi quando ha avuto il tempo di chiudere la porta?

-Cosa?- Ribattei io.

Levi si abbassò i pantaloni e li levò. (LEVi LEVò i pantaloni uhu)

Rimase solo con i boxer. Cazzo. Cazzo. Cazzo. Che cazzo dovevo fare? Io devo tornare dai miei amici.
Iniziai a provare caldo e cercavo di guardare ovunque tranne che verso di lui, ma la realtà era che gli sarei volentieri saltato addosso.

Entrò in doccia. Aprì l'acqua e iniziò a lavarsi. Alzò il viso verso l'alto ad occhi chiusi e si toccò i capelli con la mano destra per far passare bene l'acqua. Le pareti della doccia iniziarono ad appannarsi quasi subito. Non potevo più vederlo bene. I miei piedi iniziano a camminare verso la doccia. Ma che cazzo. Aprì la porta e rimasi lì fermo in piedi a fissarlo.
Sembrava la persona più innocente del mondo. È sempre freddo, distaccato, risponde di merda a chiunque e non riesco a capire cosa voglia davvero. Ma in quel momento non riuscivo a pensare niente, c'era solo Levi Ackerman sotto l'acqua calda che lo ricopriva dolcemente.

Si voltò verso di me. Con il solito sguardo impassibile. Chiuse il getto d'acqua e si passò una mano sul viso delicatamente.

-Eren- Disse.

I miei occhi erano di nuovo immersi nei suoi e i suoi nei miei. Proprio come quella volta.

Mi tolsi la maglietta d'istinto e mi levai scarpe e calze. Poi entrai in doccia e mi posizionai di fronte a Levi. Senza mai toglierli lo sguardo di dosso.

Mi aspettavo facesse qualcosa. Che prendesse l'iniziativa. E invece passavano i secondi senza che nulla succedesse. Stava diventando troppo imbarazzante. Dovetti rompere il ghiaccio.

Fammi quello che vuoi (Ereri/Riren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora