Capitolo 17

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EREN'S POV
Merda. Volevo fare qualcosa, volevo dimostrare di essere in grado di salvarmi la pelle da solo. Ma a qualsiasi mossa quel coltello avrebbe attraversato la mia gola e mi sarei trovato accasciato a terra dissanguante. Merda.

- State indietro, o il mocciosetto morirà. - Gridò il signore che mi stritolava. Cazzo ma poi era tutto sudato, che schifo.

- Sasha, Connie, fate un passo indietro e posato lentamente qualsiasi arma a terra. - Comandò Levi.

- Ma capitano..- Intervenne Connie.

Levi gli gettò contro uno sguardo serio e a quel punto nessuno obbiettò più.

- Abbassale anche tu, Levi. - Disse l'uomo che mi teneva stretto al suo petto.

Aspetta. Cosa? Levi? Si conoscevano? Ma che cazzo succede.

Levi aveva il viso serio. Era piuttosto incazzato, ma riuscivo a notare qualcosa di diverso. In qualsiasi situazione il suo viso dava comunque nota di essere sicuro di sé stesso e di poter risolvere le situazioni. Ma in quel momento il viso di Levi aveva le sopracciglia leggermente incurvate, come se fosse preoccupato e non sapesse come agire.

- So che le hai suonate a Johnny, eh? - Ridacchiò quell'uomo.

Conosce anche John? Ma che cazzo sta succedendo?

- Hai preso a botte il mio fratellino nonostante le sue condizioni, forse se io facessi fuori questo mocciosetto potremmo anche chiudere la situazione. Saremmo pari. - spiegò.

Era il fratello di John? Oddio santo, ma questo era un incubo. Certo che essere dei bastardi ritardati era di famiglia.

- Oppure... Beh adesso che lo vedo bene... È piuttosto carino (con questa faccia 😏). Questi occhi poi.. -
Spiegò.

- Se me lo lasci portar via posso anche lasciar correre. In fondo hai anche messo ko i miei due compagni. Beh non che importi granché.. - Ridacchiò.

Questo era matto completamente. Ma poi che situazione del cazzo era? Possibile che mi trovassi in mezzo a degli uomini di mezza età tutti arrapati?
Cioè finché era Levi ok.. ma sto pappone ciccione tutto sudato mi faceva venire voglia di vomitare tutta la colazione..
Ma che cazzo mi mettevo a pensare in momenti simili.

Il viso di Levi era cambiato. Era sempre più incazzato. Che fossero state quelle parole? Gli importava di me? O aveva solo paura che qualcuno gli portasse via il suo giocattolo?

- Aaaah, cazzo! - Gridò quell'uomo, che levò subito il coltello dalla mia gola.

Non avevo capito, ma ne approfittai per allontanarmi. Poi vidi che aveva una freccia infilzata nella mano. Sasha, cazzo, mi hai salvato.
Mi voltai verso di lei, che aveva un occhio chiuso e un arco fra le mani. Deve aver approfittato della situazione.
Mi fece un occhialino, sorridendo. Ah Sasha, sei una bomba. Pensai. Poi ricordai che piaceva a Connie, ops.

A quel punto Levi corse verso quell'uomo e gli prese il coltello dalle mani, poi iniziò a prenderlo a botte e a calci. Non smetteva.
L'uomo a terra era rannicchiato, coperto di lividi e stava sanguinando fin troppo.
Levi non ci faceva caso. Continuava a prenderlo a pugni, gli stava letteralmente distruggendo la faccia.
Se non lo avessimo fermato lo avrebbe ucciso. E questo non era ciò che voleva Erwin.

- Capitano...- sussurrò Sasha spaventata.

- CAPITANO, SI FERMI! - Urlò poi Connie.

Levi non sentiva, non è che non ascoltasse. Voleva ammazzarlo, non si sarebbe pentito se ci fosse riuscito.

Fammi quello che vuoi (Ereri/Riren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora