Capitolo Tredici

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Pensai molto alla conversazione avuta ieri con Tom. Inutile negare quanto mi mancasse, ma ora dovevo pensare alla verifica e poi c'era il ballo, non volevo rovinarmi questo giorno.

Non feci colazione, ripassai le cose più importanti e corsi in aula, non volevo arrivare di nuovo in ritardo o rischiare di incontrare qualcuno che potesse trattenermi e farmi fare tardi.

Arrivai in aula per prima, con dieci minuti di anticipo. Quando Piton arrivò ci consegnò le pergamene con i compiti. Riuscii a rispondere alla maggior parte delle domande, ma fui soddisfatta, considerando che avevo studiato quasi tutto il giorno prima.

Finii le ultime lezioni e finalmente andai nella sala grande a mangiare. Non avevo né cenato e né fatto colazione, stavo morendo di fame. Mangiai abbastanza in fretta e mentre uscivo dalla sala grande per andare nella mia stanza ed iniziare a prepararmi per il ballo incrociai Pansy. Era stranamente sola.

"Ciao Pansy" dissi io con tono di sfida, "Levati, fammi passare" rispose con solito disprezzo. Volevo provocarla.

"Ma dai volevo solo fare conversazione" le dissi, ma inaspettatamente cacciò la bacchetta e me la puntò in faccia. Fui colta di sorpresa, ma fui pronta nel notare che dalla tasca della sua divisa cadde qualcosa. Non potevo crederci.

Presi la mia bacchetta e con velocità la disarmai, presi ciò che le era caduto da terra e furiosamente urlai "Sei stata tu!"

Parve scioccata quanto me nel vedere che la boccetta dell'amortentia le era caduta dalla tasca.

"I-Io non so cosa sia" disse con voce tremante.

Era disarmata, io avevo in mano la bacchetta ed ero una furia. Tutti i presenti si girarono verso di noi. Sulla porta arrivarono Tom e mio fratello Carl.

Mi avvicinai a lei con la bacchetta puntata in mezzo ai suoi occhi. Era evidentemente preoccupata. Tremavo dalla rabbia.

Era stata lei a rubare il filtro, a mettere in giro quella voce su di me, a mettermi tutti contro.

Arrivarono anche Blaise e Draco e guardarono la scena esterrefatti.

"Come hai potuto brutta stronza!" urlai e mi buttai addosso a lei spingendola a terra a mani nude, senza magia. Mio fratello corse a fermarmi e Blaise trattenne Pansy. Anche Draco venne vicino a me e guardò Pansy con disprezzo.

Mi divincolai da Carl e incontrai lo sguardo di Tom e lì realizzai. Non era stato lui. Per tutto questo tempo lo avevo ingiustamente accusato, lo avevo ingiustamente ritenuto capace di farmi una cosa simile. Mi ero trasformata in ciò di cui tanto lo accusavo, avevo buttato all'aria tutto per una cosa che non era successa. Arrivò intanto il prefetto dei Grifondoro. Pensy era già corsa via e Blaise l'aveva seguita. Mio fratello disse che era tutto risolto ed il prefetto urlò alla folla che si era radunata attorno a noi di sgombrare. Ma io stavo ancora guardando Tom, chiedendo perdono con lo sguardo. Lui mi sorrise leggermente. Mi aveva capita, con un sguardo, come ai vecchi tempi, ma non era tutto come prima Si girò e andò via. Come aveva fatto la sera prima, come io lo avevo lasciato nella guferia. Sapevo che sarebbe partito e che per due settimane non lo avrei visto. E forse era meglio così.

"Aly!"

"Alison!!"

Carl e Draco mi stavano scuotendo. "E? Cosa?" dissi io confusa. "Come cosa?" disse Carl preoccupato "stai bene? Perché non rispondevi?"

"Sto bene" dissi io "Tutto bene". Fissavo ancora il punto dove c'era Tom e Draco guardò in quella direzione. Ma ormai non c'era più nessuno.

Sentivo che stavo pian piano smaltendo l'adrenalina. Avevo bisogno di rinfrescarmi un po'.

"Ora è meglio se mi prepari per il ballo." Dissi calma.

"Sei sicura di voler andare?" Chiese cautamente Draco.

"Ma certo, sto bene, mi farà bene distrarmi. Ci vediamo tra poco." Gli dissi con un sorriso.

"Ti accompagno." Mi disse Carl ancora preoccupato.

Mi feci una doccia gelata e mi ripresi, anche a ripensarci la rabbia mi pervadeva ancora. Ma volevo rilassarmi e pensare solo al ballo.

Misi il vestito, raccolsi i capelli in uno chignon morbido, un filo di trucco ed ero pronta ad andare.

Uscendo sbirciai nella camera di Tom, ma le sue cose non c'erano già più.

Draco mi disse di aspettarlo alla festa e che avrebbe fatto qualche minuti di ritardo, così andai direttamente dell'ufficio di Lumacorno. Gli addobbi erano bellissimi, c'erano luci ovunque e alberelli di Natale. Dei camerieri portavano bicchieri di spumante e cibo di ogni tipo. Dall'altra parte della stanza vidi Luna, non sapevo ci fosse anche lei. Appena mi vide mi venne incontro "Sei meravigliosa Aly" disse lei con un sorriso smagliante. "Anche tu Luna" risposi io. Aveva un bizzarro vestito argentato. "Non sapevo che ti avrei incontrata" le dissi.

"Già, non parliamo molto ultimamente" disse lei, ma senza rabbia. Io arrossii. "Sono qui con Harry" concluse.

"Oh! Fantastico." Ero stupita, lo ammetto.

"E il tuo accompagnatore?" chiese lei.

"Arriverà tra poco"

Parlammo per un po'. Di Draco non c'era traccia.

Aspettai. Passarono due ore, la festa stava terminando.

Uscii fuori a prendere aria, ma c'era qualcuno nel corridoio. Mi bloccai e appena riconobbi le voci mi nascosi.

"La devi smettere di inseguire quell'inutile distrazione!" era Piton.

"Si può sapere perché non mi lascia stare?!" e con lui c'era Draco.

"Razza di idiota! Concentrati sul tuo compito! Ho giurato di proteggerti. Ho pronunciato il voto infrangibile." disse Piton sbattendo Draco contro il muro.

"Non ho bisogno di protezione. Sono stato scelto per questo, fra tutto gli altro, io! E non lo deluderò" disse Draco.

"Hai paura Draco? Tenti di nasconderlo ma è evidente, lascia che ti aiuti" disse piano Piton

"No! Sono stato scelto. Questo è il mio momento." Rispose Draco agitato e Piton andò via.

Quando fui sicura che Piton fosse andato via uscii allo scoperto.

"Aly! Scusami stavo arrivando." Disse agitato.

"Draco ma di cosa stavate parlando?" Gli chiesi io.

"Hai sentito tutto? Forse è meglio se io vada ora."

"No!" Urlai io "Adesso basta! Di che compito stavi parlando?" Ero decisa a scoprire la verità. La temevo, ma volevo saperlo.

"Credo che sia meglio che tu vada ora Alison". Il modo in cui disse il mio nome, era diverso.

"Io non vado da nessuna parte finché non mi dici tutta la verità Draco"

Mi guardò. Lo vedevo, i suoi occhi parlavano come sempre, mi stava supplicando di andare via, di non chiedere, come quel giorno nel bagno dei prefetti. Vidi la paura.

"Credo sia meglio se questa cosa tra noi finisca qui, va via!"

E con quella frase, tutto crollò.

"Ma cosa stai dicendo?" Lentamente avanzai verso di lui.

"Sto dicendo che è stato tutto un grosso errore, sei solo una distrazione, sparisci, vattene, ora!"

Ogni parola era una pugnalata. Non poteva pensarlo davvero.

"Ti ho promesso che non sarei scappata e non lo farò. Lascia che ti aiuti, per favore." Gli misi una mano sulla guancia, ma lui la cacciò via.

"Ti ho detto di andartene Alison!" Urlò. Niente. Stavolta nei suoi occhi non vidi nulla. Ma qualcosa dentro di me si ruppe, in mille pezzi.

Furono i miei occhi a tradirmi rigando il mio volto di lacrime.

Non mi mossi. Fu lui ad andare via, lasciandomi lì sola. Mi accovacciai a terra e crollai nel pianto.

Era finita. In quel freddo corridoio. Il giorno prima della vigilia di Natale.

TAKE CAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora