Capitolo Diciannove

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Prima di scrivere a Carl avevo bisogno di una doccia.

Mentre mi toglievo la giacca dalla tasca cadde qualcosa, una busta di carta.

La raccolsi. Non cera scritto nulla, vidi dentro e cera una lettera.

Cara Aly,

spero tu stia leggendo questa lettera il più lontano possibile da qui, al sicuro.

Mi dispiace per ciò che hai dovuto subire qui dentro e mi dispiace che tutto sia capitato per colpa mia.

Allinizio dellanno già sapevo quale fosse il mio compito. Quando ci siamo scontrati sul treno non avrei mai immaginato in che modo avresti fatto irruzione nella mia vita. Per la prima volta qualcuno riusciva a guardarmi con occhi diversi, senza paura, senza disgusto.

Mi sei stata accanto, mi hai difeso nonostante tutto, ma io non lo meritavo. Io sapevo ciò che stavo per fare, sapevo quanto tu fossi in pericolo e non ti ho allontanata quando ancora potevo.

Egoisticamente ti ho tenuta con me.

Aly, tu ci hai provato a vedere la mia parte migliore, ma la verità è che sono solo un codardo.

Ora ti chiedo unultima cosa, torna a casa, metti in salvo te e la tua famiglia, combatti per loro, non per me.

Non tornare qui, non tornare ad Hogwarts.

Spero che tu possa perdonarmi, che tu possa perdonare il mio egoismo e la mia vigliaccheria.

Io spero che tu sopravviva Alison, che tu viva la vita felice che meriti con qualcuno che possa proteggerti come non ho fatto io.

Ti sono grato per aver tenuto in vita la mia umanità mentre compivo atti disumani.

Ti sono grato per avermi insegnato ad amare, per avermi dimostrato che anche io ne sono in grado.

Mi hai rubato lanima. Ora portala con te e custodiscila.

Non ti dimenticherò mai. Ci sarà sempre una parte di te in me.

Ti auguro il meglio ragazza del treno.

D.M.

Rimasi senza parole. Era di Draco, doveva averla messa quando mi ha portata nella cella da Luna.

Mi sedetti sul letto, una lacrima aveva bagnato la lettera. Per un attimo mi sentii in colpa per averlo lasciato lì, da solo. Dovevo fare qualcosa, tornare lì, dovevo liberarlo, non poteva finire così.

Rilessi quella lettera ancora e ancora. Alla fine decisi che dovevo darmi da fare, agire.

Dopo aver fatto una doccia ed essermi chiarita le idee decisi che scrivere una lettera a Carl mi avrebbe solo fatto perdere tempo, dovevo andare a casa. Potevo smaterializzarmi, non avevo più la traccia e il ministero, ormai nelle mani dei seguaci di Voldemort, non poteva rintracciarmi.

Scesi dagli altri e li informai della mia decisione. Li salutai, abbracciai Luna.

"Siate prudenti" dissi e svanii. In un attimo mi ritrovai nel luogo che mi era mancato come l'aria, casa mia. Non potei fare a meno di notare il clima oscuro che aleggiava in strada, quasi non si riconosceva, non potevo credere che quello fosse il posto dove ero cresciuta.

Non indugiai ulteriormente e corsi dentro.

Appena aprii la porta mamma scattò sull'attenti con la bacchetta, papà non c'era, ma quando si accorse che ero io vidi il suo volto, prima contratto, rilassarsi, calò la bacchetta e gli occhi si riempirono di lacrime. Rimanemmo lì a guardarci qualche istante, io a realizzare che fossi finalmente a casa, lei che io fossi realmente lì, poi mi corse in contro e mi abbracciò. "Aly! Aly è tornata!" urlò e papà corse da noi. Era nascosto in cucina. Anche lui rimase un attimo immobile davanti a me, poi mi strinse forte. "Ti hanno fanno del male? Come stai? Dove sei stata?" Mi tempestò di domande mio padre con tono preoccupato.

"Non mi hanno toccata, sto bene, ero prigioniera" mi bloccai. Se avessi detto che ero a Villa Molfoy, loro prigioniera, avrebbero pensato che fosse stato Draco a portarmi lì e il mio istinto mi diceva di proteggerlo. Ma non potevo mentire. "Ero a Villa Malfoy" dissi piano.

Il volto di mia madre rabbuiò, ma io prontamente continuai "Bellatrix e gli altri mangiamorte hanno fatto irruzione a scuola, mi hanno trovata e Bellatrix mi ha presa e..."

"Come hanno fatto ad entrare? Doveva esserci qualcuno dall'interno"

Non potei fare a meno di calare lo sguardo.

"Alison" disse mia madre "Draco... Ti ha fatto del male? Era lui che?"

La interruppi subito. "Si, è stato lui a farli entrare, ma è stato costretto. Non mi ha torto un capello, è stato lui a farmi scappare."

Non sembrava l'avessi convinta, ma c'era un'altra cosa, più urgente, a cui pensare.

"Mamma, papà, Carl dov'è?"

Loro si guardarono. "Non abbiamo sue notizie da giorni, sappiamo che è in giro a cercarti. Per un po' è stato con Thomas, poi si sono divisi, lui torna qui a giorni alterni per assicurarsi che Donald stia bene, ma nemmeno lui ha notizie di Carl. Tom dovrebbe tornare tra poco." Mi spiegò mamma.

Se fosse successo qualcosa a Carl per colpa mia, non me lo sarei mai perdonato.

"Avrai fame, vuoi mangiare un po'?" Chiese papà.

Mi resi conto che non mangiavo un pasto decente da mesi. Ripensai anche al mio aspetto, a quanto il mio volto fosse scavato.

"Si, io ho molta fame in realtà." Dissi io.

"Vado subito a prepararti qualcosa." Disse papà affrettandosi in cucina.

Intanto io andai in camera mia. Era esattamente come l'avevo lasciata. Presi la lettera di Draco e la poggiai sulla scrivania rileggendo alcune righe, ma in quel momento entrò mia madre. Sapevo che la conversazione a proposito di Draco non le era bastata.

"Allora, dimmi un po' cosa è successo. Parlarne ti farà bene." Mi disse sedendosi sul letto e facendomi segni di sedermi accanto a lei.

Mi misi anch'io sul letto e portai la lettera con me.

"Eravamo sulla torre di astronomia." Iniziai. Le dissi tutto, nei minimi dettagli. Le raccontai anche di Emily, con voce rotta. Mi fece parlare, senza mai interrompermi. Quando vacillavo o la mia voce si spezzava mi stringeva la mano, aspettando che io trovassi la forza e le parole per andare avanti.

Quando finii mi fermai un attimo, poi dissi "Veniva a trovarmi, nella cella. Mi ascoltava, stava lì facendomi sfogare, liberandomi degli orrori a cui avevo assistito, poi quando mi ha portata nell'altra cella mi ha dato questa." Le porsi la lettera. Sapeva a chi mi stessi riferendo.

La lesse e la mise giù.

"Aly..." disse dolcemente "lo avrebbe ucciso?" chiese dopo una breve pausa. "Draco avrebbe ucciso Silente se Piton non fosse arrivato?"

Non ebbi bisogno di pensare a cosa rispondere, sapevo la risposta,"No" dissi prontamente.

"Stava abbassando la bacchetta."

A quelle parole lei annuì. "Io non lo conosco, ma non posso negare che se tu sei viva e sei qui è grazie a lui. Questa lettera è sincera. Forse quello che hai visto e di cui mi hai parlato è vero. Ma Aly Io non sono convinta che possa essere salvato."

Quelle parole, in un certo senso, mi ferirono.

"Ma io ci proverò. Glielo devo." Vidi nei suoi occhi tornare la paura. Io so che sperava che io restassi lì. So che sperava che rimanessi lontana dall'inevitabile battaglia. Ma non potevo. E poi non era solo per lui. C'era Luna, la mia migliore amica.

"Luna combatterà ed io sarò al suo fianco proprio come hai fatto tu con la madre di Thomas."

Sapevo che mi avrebbe appoggiata, nonostante tutto. A quelle parole mi strinse forte in un abbraccio. In quel momento sentimmo bussare.

Andò alla porta, sempre con la bacchetta a portata di mano, ma non c'era alcun pericolo. Appena vide chi era spalancò la porta lasciando che ci vedessimo l'uno con l'altra. Sentii una stretta al petto appena lo vidi. Era Thomas.

TAKE CAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora