Capitolo XXVI

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JUSTIN
"Non ci credo" dissi lanciando il joystick dall'altra parte della stanza.
Jake ridacchiò e si distese sul divano,sospirando felice.
"Fai proprio schifo" mi prese in giro. Lo colpii dietro la nuca.
"Sei un cazzone" dissi alzandomi. Jake scoppiò a ridere e mi prese una mano, tirandomi,nuovamente, a sedere.
"Tieni" mi porse una birra "allora, come vanno le cose con Alexis?" domandò prendendo un piccolo sorso dalla sua birra.
Cercai di nascondere un sorriso, invano.
Jake scoppiò a ridere. "Oh,amico. Sei proprio cotto,eh?"
Presi un cuscino e glielo tirai addosso.
"Andiamo, sorridi sempre da quando stai con lei; prima non sorridevi praticamente mai" disse.
"Mi ha cambiato la vita" ammisi semplicemente.
Jake mi sorrise. "Già".
A Jake arrivò un messaggio, è appena lo lesse sorrise.
"Devo sloggiare?" chiesi alzandomi in piedi.
"Sì" si alzò in piedi anche lui e mi prese la bottiglia di birra, ormai vuota, dalle mani. "Ci sentiamo domani" disse.
Mi prese per le spalle e mi spinse verso la porta.
"Ciao,amico" disse prima di chiudermi la porta in faccia.
Ridacchiai e scossi la testa. Capivo perfettamente il suo comportamento.
Appena salii in macchina, il mio cellulare iniziò a squillare. Era Alexis.
"Piccola" esordii, rispondendo.
"Justin" una piccola voce sussurrò il mio nome dolcemente.
"Ally,ciao" mi corressi.
"Justin, quando torni?" sentii dei rumori in sottofondo e poi una voce chiamare il nome di Ally.
"Tra poco,cucciola. Che succede?" misi in moto e il cellulare si attaccò all'altoparlante della macchina.
"Mh, c'è la mamma che non sta molto bene" disse con voce preoccupata. Stava facendo il labbruccio, avrei potuto scommetterci.
Mi preoccupai all'istante, lasciando velocemente il vialetto di casa di Jake.
"Che cos'ha la mamma, Ally?" cercai di non far trasparire l'ansia e la preoccupazione che celavano la mia voce.
"Piange e ha tanto mal di pancia. Ha chiamato la nonna e mi ha detto di andare a casa con lei,ma io voglio rimanere con la mia mamma" la sentii singhiozzare e mi si strinse il cuore.
"Ally, dì alla mamma che tra 10 minuti sono a casa. Okay?" accelerai ancora e superai alcune macchine troppo lente. Se fossi sopravvissuto quella sera, sarei sopravvissuto a tutto,d'allora in avanti.
"Va bene. Ti voglio bene, Justin" disse prima di riattaccare.
Sospirai . "Anche io"

Arrivai a casa di Alex diversi minuti dopo, e la macchina di sua madre era parcheggiata nel vialetto.
Scesi velocemente e corsi verso casa.
Mary, che doveva avermi visto dalla finestra, aprì immediatamente la porta e mi fece entrare.
"È al piano di sopra" disse senza alcuna emozione.
"Ah, Justin" mi richiamò. "Cerca di farla parlare. Con me non parla"
Annuii e corsi di sopra.
La porta di camera sua, o nostra, non avrei saputo definirla, era chiusa a chiave e dei singhiozzi provenivano dall'interno.
"Piccola, sono Justin" bussai leggermente.
Subito la porta si aprì, rivelandomi Alex con tutto il trucco sbavato e i capelli scompigliati. Era stupenda anche in quello stato.
"Justin" sussurrò, e si buttò tra le mie braccia, singhiozzando sommessamente. La strinsi ed entrai nella stanza, chiudendo la porta con un calcio.
Mi sedetti sul letto, trascinando con me Alex, che si sedette sulle mie ginocchia e mi circondò il collo con le braccia, nascondendo il volto nell'incavo del mio collo.
La strinsi a me, senza dire una parola.
Quando finalmente smise di piangere, mi decisi a chiederle cosa non andasse.
"Alex, che succede?" le accarezzai la guancia dolcemente.
"Se te lo dico te ne andrai" rispose asciugandosi una piccola lacrima solitaria.
"Alex, non me ne vado nemmeno sotto tortura, chiaro?
Lei annuì, sebbene non totalmente convinta, per poi alzarsi.
Mi guardò tristemente. "Io-" si schiarì la voce "penso di essere incinta".
Il mio cuore perse dei battiti e sbiancai.
"Ho detto che penso di esserlo, non che lo sia veramente" si affrettò a dire vedendo la mia reazione. "Domani andrò dalla dottoressa Andersen, per un controllo" continuò.
La guardai senza dire una parola. Non infelice, tutt'altro, ma questa cosa mi aveva un po' preso alla sprovvista.
"Alex io-"
"Forse avrei dovuto dirtelo solo quando fossi stata sicura di esserlo. Forse ora pensi pure che io sia una che rimane incinta con il primo che passa,vero? Dio, le pillole non avevano funzionato in precedenza su di me, questa volta pensavo avrebbero funzionato. Mi dispiace tanto Justin, ti giuro che-"
"Stai calma" la interruppi. "Primo" dissi sollevando l'indice "hai fatto benissimo a parlarmene. Stiamo insieme e queste cose le dobbiamo affrontare insieme. Chiaro?" lei annuì.
"Secondo" dissi alzando un secondo dito "non penso affatto che tu sia una che rimane incinta con il primo che passa. Anche perché io non sono il primo che passa, giusto?"
Alex ridacchiò leggermente ed annuì nuovamente.
"E terzo" dissi alzando un terzo dito "pillole o no, io ti amo comunque, che ci sia o non ci sia un pargoletto dentro questo pancino" dissi posando una mano sul suo ventre. "Certo, dovremmo prendere dei provvedimenti e cose varie, ma, nel caso ci fosse davvero qualcuno lì dentro, lo cresceremo assieme. Non sono lo stronzo di turno,io"
Le sorrisi e lei mi sorrise a mio volta.Le diedi un leggero bacio a stampo e l'abbracciai.
"Tutto chiaro?" domandai.
"Sì" rispose senza un attimo di esitazione.
"Mettiti a letto, io ti vado a prendere un bicchiere d'acqua" dissi staccandomi da lei. Le diedi una leggere pacca sul sedere e mi allontanai, sentendo la sua risata provenire dalla stanza.
Quando arrivai in salotto, la madre di Alex iniziò a farmi una domanda dietro l'altra.
"Le dirà tutto lei domani" dissi. Andai in cucina e presi un bicchiere d'acqua. Ally entrò in salotto poco dopo, con una copertina rosa avvolta intorno a lei.
"Cucciola" dissi inginocchiandomi, cosicché potessi essere al suo livello.
"Non dovresti essere a letto?" domandai dolcemente.
"Non riesco a dormire" disse. Si avvicinò a me e mi abbracciò. La strinsi delicatamente a me e la presi in braccio, sorreggendola con un braccio.
"Ti porto a letto" dissi prendendo il bicchiere d'acqua con la mano libera.
Dopo aver salutato Mary, portai a Ally in camera e, dopo essermi assicurato che si fosse addormentata, tornai in camera da Alex.
Quando entrai, la luce era spenta, e quella poca luce che entrava dalla finestra, illuminava il letto.
Alex era a letto e, dopo essermi spogliato, rimanendo solo in boxer, scivolai al suo fianco.
"Dormi?" sussurrai.
"No" rispose lei, per poi sbadigliare.
Le passai un braccio sotto la nuca, facendogliela appoggiare su di esso,e con l'altro braccio le circondai la vita. Aderii il mio torace contro la sua schiena e lei mi baciò il braccio.
"Ti ho portato-" mi bloccai, ricordandomi di aver scordato il bicchiere nella camera di Ally.
"Lo hai scordato in camera di Ally, vero?" domandò cercando di non ridere "sentivo lei che ridacchiava mentre salivate le scale"
"Mi hai beccato" dissi. Lei ridacchiò.
"Come fai a stare con una come me?" domandò Alex "insomma, sono tutta un casino, non c'è nulla che vada bene"
Le baciai una spalla. "Se sto con te vuol dire che non sei un casino così..casino. No?"
"Prima avevi tutto Justin. Potevi avere qualsiasi ragazza, ma hai scelto me, una ragazza di 22 con una figlia a carico,che ha smesso di andare all'università" disse. La feci girare verso di me e le presi la mano sinistra tra le mie.
"Prima non avevo proprio nulla, Alex. Ora ho tutto, perché il mio tutto sei tu, e questo" dissi posando la sua mano sul mio cuore "batte grazie a te e ad Ally" le baciai la fronte e ci coprii con il lenzuolo.
"Grazie" disse baciandomi il petto.
"Dai, dormiamo" dissi e in pochi secondi il respiro di Alex rallentò, seguito dal mio.
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Hey, spero che questo capitolo bi piaccia. Buona lettura e scusate gli errori.
P.s Da voi c'è la neve? Da me sì ❄️

Trust || Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora