JUSTIN
Mi rigirai più volte la fede nuziali tra le mani prima di posarla sul lavabo. Odiavo lavarmi le mani con la vede addosso, avevo il terrore che mi scivolasse via.
Il giorno del matrimonio infatti, Alex mi aveva regalato una catenina per il mio anello. La indossavo esclusivamente durante la doccia o i bagni in mare, durante i quali la toglievo sempre.
Erano ormai 4 anni che abitavamo in una nuova casa, in una piccola cittadina vicino ad Ottawa. Alexis, subito dopo il matrimonio, aveva trovato lavoro lì e quindi ne abbiamo approfittato per cambiare aria.
Mi lavai il viso e mi guardai allo specchio, concludendo che dovevo tagliare la barba che mi era cresciuta in quel periodo. Mi faceva sembrare più vecchio. Insomma, a 27 anni non si è vecchi. Giusto?
Mi asciugai il volto ed uscii, non prima di essermi rimesso la fede.
Ally mi raggiunse di corsa, e rischiò di cadere.
"Hey, amore. Stai attenta" ridacchiai.
"Papà" disse. Dalla nascita di Austin mi chiamava così, prima ero solo "Justin". Sentirmi chiamare papà anche da lei era la cosa più bella che potessi desiderare.
"Dimmi" mi chinai alla sua altezza e la presi in braccio, per poi scendere al piano di sotto.
"Possiamo andare a trovare la mamma?" domandò.
Il mio cuore saltò di un battito e potei sentire di nuovo quell'odiosa sensazione farsi spazio in me. Dovevo resistere.
"Sì, certo che possiamo" risposi con un filo di voce.
"Evviva" esultò. Saltò giù dalle mie braccia e corse su per le scale.
"Lo vado a dire ad Austin" urlò dal piano superiore.
Indossai le scarpe, la giacca e recuperai le chiavi della macchina.
Dopo 5 minuti scese Ally che teneva in braccio il piccolo Austin. Lo aveva già vestito.
"Brava, vedo che lo hai già vestito" le spettinai i capelli e presi in braccio Austin.
"Ciao" mormorai. Gli diedi un bacino sul naso e lui ridacchiò.
Austin aveva preso i capelli ricci da Alexis mentre gli occhi e il nasino gli aveva presi da me. Alexis diceva sempre che era la mia fotocopia, ed io dicevo sempre che era la sua. Mentre Ally preferiva dire che era uguali ad entrambi.
"Dài, andiamo" aprii la porta d'entrata ed uscii.
Una volta in macchina, sistemai Austin sul suo seggiolino ed Ally sul suo. Era ancora troppo piccola per starne senza.10 minuti dopo arrivammo da Alexis.
Attraversammo piano il sentiero, guardandoci attorno come se la dovessimo vedere da un momento all'altro. Poi finalmente arrivammo e a quel punto, tutta la buona volontà che mi ero imposto, sfumò come se nulla fosse.
Mi portai una mano alla bocca, cercando di trattenere i singhiozzi, per non farmi vedere debole davanti ai bambini. Ally afferrò la mano di Austin e lo tirò più vicino a sé.Alexis Dianne Rivera
09/15/1993- 05/15/2018
Madre,moglie e amica adorata.Così era scritto nel pezzo di marmo piantato nel terreno.
Erano mesi che Alex se n'era andata, ma tutte le volte che tornavo al cimitero, la storia si ripeteva. All'inizio mi dicevo che ce l'avrei fatta, ma poi, arrivato qui, il dolore tornava, sempre. Capivo come si doveva sentire Alex, il dolore che provava per Jacob, la capivo eccome. Con la differenza che lei sapeva come sarebbe andata a finire con lui, noi no. Non sapevamo che l'aereo sul quale viaggiava sarebbe precipitato. Chi poteva saperlo, in fondo?
Quando mi fu data la notizia dell'incidente, mi trovavo a casa con i bambini, Becky e Jake. Quando l'ospedale mi disse che c'erano alte probabilità che il corpo per il quale mi chiamavano fosse quello di mia moglie, svenni.
Con la morte di Alex morì anche una parte di me. Per un mese non uscii dalla nostra camera da letto, non facevo entrare nemmeno i bambini. Inutile dire che fui un padre orribile in quel periodo, ma ero come un vegetale.
Ally, per stare meglio, iniziò pensare che la sua mamma ed il suo papà si erano finalmente ritrovati dopo tanto tempo, e piacque pensarla così anche a me.
Quando finalmente ripresi a vivere, mi accorsi di quanto avevo perso vivendo per un mese come un vegetale, non mi ero accorto di ciò che c'era fuori perché ero distrutto dentro. Avevo due figli, sì due, tra cui uno sangue del mio sangue e dovevo farcela per loro. Come avevo fatto e come dovevo continuare a fare.
"Ciao, mamma" mormorò Ally con voce rotta. Si inginocchiò ed accarezzò la foto di Alex con due dita, prima di lasciarvici un bacio. Austin imitò la sorella e poi si allontanarono di qualche metro, permettendomi di parlare con lei privatamente.
Mi inginocchiai ai piedi della tomba ed iniziai a giocare con i fili d'erba.
"Ciao, amore" iniziai, cercando di non scoppiare in una crisi di pianto.
"Mi dispiace se non vengo spesso qui, ma non riesco a vederti sotterrata sotto metri di terra, è più forte di me" tirai su con il naso e mi asciugai gli occhi.
"Ricordi quando siamo andati, tutti e quattro insieme, in mongolfiera? Ricordi cosa ti dissi? Ti dissi -mi dicevi che il cielo è il limite, ma ora il cielo è il nostro punto di vista-
Ora lo è sul serio, il tuo punto di vista.
Ti ho amata, ti amo e ti amerò per sempre, Alexis. Cascasse il mondo io ti amerò per sempre. Quando mi hanno dato la notizia della tua morte, sono quasi morto. Anzi ero morto, poi i bambini mi hanno aiutato.
A proposito, Austin sta crescendo molto velocemente, è uguale a te" ridacchiai ricordando le nostre bisticciate per decidere a chi somigliasse.
"Mi manchi, mi manchi come l'aria nello spazio, mi manchi come l'acqua nel deserto, mi manchi. È orribile quando ti strappano il cuore, l'ho provato sulla mia pelle"
Sentii i bambini che mi chiamavano così mi avvicinai alla sua foto e vi lasciai un bacio. Mi asciugai altre lacrime e poi mi alzai.
"Ciao" sorrisi leggermente e raggiunsi i bambini.
Avevo loro, e dovevo soffermarmi su ciò che avevo, non rimpiangere ciò che avevo perso.
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Okay, se vi dicessi che non mi è dispiaciuto scrivere questo capitolo vi mentirei, quindi sì, mi è dispiaciuto moltissimo.
La storia è conclusa e spero vi sia piaciuta sono alla fine, almeno quanto è piaciuta a me, con qualche alto e basso.
Avevo in mente di scrivere altro...vi piacerebbe il sequel? O parto da zero con una nuova storia? Vi prego di dirmi cosa vorreste che facessi, per favore.
Buona lettura e alla prossima,
Ciao❤️
P.s. Grazie a tutti coloro che hanno letto, commentato e messo mi piace ad ogni capitolo, grazie mille.
Ah e scusate sempre per eventuali errori.
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Trust || Justin Bieber
Fanfiction"Il grande amore ci fa paura perché ci mette in una situazione di pericolo,perché si diventa vulnerabili;si perde la corazza che abbiamo nei confronti del mondo. Perché in amore si dà tutto e si può anche perdere, e perdere tutto" -F. Ardant Lei è...