Capitolo XXII

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ALEXIS
Erano ormai due ore che Ally era sparita e quelle furono le due ore più brutte della mia vita. Justin mi aveva vagamente accennato al fatto che la sparizione di Ally fosse collegata a Robert,uomo di cui non sapevo nulla.
"Mi devi spiegare,Justin" gli dissi camminando avanti e indietro per la cucina.
"Dobbiamo solo aspettare ,Alex" disse tamburellando velocemente le dita sulla tavola.
"Stai scherzando?" urlai bloccandomi davanti a lui.
"Justin, è mia figlia. Ho il diritto di sapere tutto ciò che la riguarda" gli dissi. Non mi degnò di uno sguardo e questo non fece altro che farmi arrabbiare di più.
"Guardami quando ti parlo" ordinai girandogli il volto nella mia direzione.
"Alex,piantala di comportarti così" sbottò Justin alzandosi dalla sedia. "Ho tutto sotto controllo".
Lo guardai incredula. Aveva tutto sotto controllo?
"Ti sei drogato per caso?" gli urlai "spiegami come fai ad avere tutto sotto controllo,Justin,perché io non lo capisco".
Si sedette sul divano e si prese la testa tra le mani e quasi mi sembrò di sentirlo singhiozzare.
Pensandoci,mi venne il dubbio che Robert potesse essere l'uomo che Justin aveva incontrato al parco tempo prima, e che quindi,non solo centrava con la sparizione di mia figlia,ma anche con Justin stesso.
"Ora mi spieghi chi cazzo è Robert,o giuro che ti sbatto fuori di casa" lo minacciai parandomi difronte a lui. Alzò la testa e notai che i suoi occhi erano lucidi e leggermente arrossati. Sospirò e distolse lo sguardo da me,portandolo su un oggetto indefinito della stanza.
"Anni fa" disse prima di schiarirsi la voce "mi sono immischiato in un brutto giro. A quei tempi non avevo soldi per pagarmi gli studi e i miei genitori non contribuivano affatto al mio mantenimento. Un giorno,per caso, incontrai Robert. Mi disse che poteva aiutarmi a superare quel momento ed io,ingenuo com'ero, accettai il suo aiuto". Justin si alzò dal divano ed iniziò ad andare avanti e indietro sfregandosi il volto di tanto in tanto. Io invece mi misi a sedere per ascoltare meglio il suo discorso.
"Qualche giorno dopo" continuò " mi ha detto che aveva un lavoro per me,un lavoro che avrebbe potuto farmi guadagnare tanti soldi. La prima notte d'inverno feci la mia prima corsa e dopo quella notte,fu come un circolo vizioso:non potevo fare a meno di correre e di guadagnare soldi. Qualche anno dopo incontrai Jake,che mi aiutò ad uscire dal giro" disse fermandosi davanti alla finestra.
"Quanti anni avevi quando hai iniziato correre?" chiesi.
"17" rispose semplicemente.
"Quindi era Robert l'uomo che ti ha parlato al parco quel giorno?" domandai. Justin annuì.
"Era venuto per chiedermi di tornare a correre per lui. Ovviamente ho declinato l'offerta" rispose.
"Perché ha rapito Ally?" chiesi alzandomi in piedi.
"La usa come scambio:io torno a correre e lui ci ridarà Ally" rispose sempre mantenendo lo sguardo fuori dalla finestra.
Sospirai. "Perché non me lo hai detto prima? Avremmo potuto evitare tutto ciò" dissi alzando la voce.
"Come credi che avremmo potuto evitare tutto questo?" urlò di rimando voltandosi nella mia direzione. "Robert è uno psicopatico, avrebbe trovato comunque un modo per farmi tornare a correre" la voce gli si inclinò leggermente verso le ultime parole.
"Ti dovevi fidare di me Justin. Su questo si basano le relazioni,sulla fiducia" ammisi asciugandomi un lacrima solitaria sulla guancia destra.
"Cazzate" disse alzando le braccia al cielo. "Alex,tu non capisci quanta merda c'è in quell'ambito. È tutto un casino. Se te lo avessi detto prima chissà che cosa avrebbe fatto Robert"
"Ah, guarda come è andata a finire ora. Ti pare tanto diverso rispetto a ciò che avrebbe potuto fare?" chiesi retorica.
"Avrebbe potuto ucciderti Alex, o ancora peggio, avrebbe potuto uccidere Ally davanti a te e poi farti fuori. È uno psicopatico,fattene una ragione" disse con il respiro accelerato.
"Sì,ma è mia figlia quella nelle sue mani. Dovevi dirmelo" dissi. Justin si prese la testa tra le mani e lanciò un grido di frustrazione.
"Alex, non stai male solo tu, okay? Considero Ally come una figlia ormai, e giuro su Dio che quando metto le mani su quel bastardo, lo ammazzo" affermò con convinzione. Mi voltai verso di lui con le lacrime agli occhi. Considerava Ally come una figlia, le voleva bene, ed io lo avevo trattato come se non gliene fregasse nulla.
"Scusami" dissi correndo ad abbracciarlo. Mi strinse forte a sé ed affondò il viso nell'incavo del mio collo,mentre la mia testa era appoggiata al suo torace. Iniziai a singhiozzare sommessamente e Justin,iniziò ad accarezzarmi dolcemente la schiena.
Mi cullò per qualche minuto e poi mi prese la testa tra le sue mani ed appoggio la sua fronte sulla mia,mentre il suo pollice mi accarezzava la guancia.
"Piccola" mormorò "andrà tutto bene,te lo prometto" disse prima di baciarmi dolcemente.
Il suono del suo cellulare fece sussultare entrambi. Rispose velocemente e dall'occhiata che mi lanciò,capii esattamente di chi si trattava.
"Robert" disse rispondendo. La sua voce era dura e il suo pugno era chiuso con una tale forza che le nocche erano diventate bianche.
"A che ora?" chiese.
"Okay,arrivo"concluse la chiamata. Mi guardò per poi sospirare.
"È ora" disse. Mi lanciai su di lui e lo abbracciai forte,quasi temendo di non rivederlo più.

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