Cap. 4 - Gentleman

134 24 27
                                    

"Yariiii!!! Tu non puoi capire cosa è successo oggi! In un momento di pausa Hobi mi ha costretta a ballare bendata con Jungkook e finalmente sono riuscita a sciogliermi! Poi ho provato il passo a due anche con lui ed è stato meraviglioso, è come se fosse il mio gemello separato alla nascita! No, dai che poi sei geloso... Sì, insomma è stata una giornata pazzesca!!! Non ho mai parlato così tanto con i ragazzi!!! Non vedo l'ora di raccontarti tutto!"

Finisco di ascoltare il vocale da dieci minuti di Kumiko e sorrido verso lo schermo del telefono. Questa sì che è una bella notizia. Ormai sono trascorse due settimane da quando ha iniziato le prove del passo a due con la Dance Line dei BTS e a quanto mi ha sempre raccontato è stata due settimane in silenzio, eseguendo gli ordini della Maddox e passando le pause da sola in un angolo con le cuffie nelle orecchie a ripassare la coreografia per la serata Bomboclaat di dopodomani. Non ho potuto fare a meno di immaginarmela come il giorno del provino alla compagnia di danza contemporanea, solo un po' più in carne. Sentirla così felice mi fa scoppiare il cuore.

"Era ora che ti lasciassi andare, Queen... Sto andando al Plastique, ma prima passo da Ha-joon, voglio fargli una sorpresa..."

Sorrido come un ebete non appena le mie labbra pronunciano il nome del mio ragazzo. Dopo che venerdì scorso abbiamo "chiarito" si è fatto sentire quasi tutti i giorni, praticamente una rarità. Purtroppo mi ha scritto che non è stato bene e non siamo riusciti a vederci, ma stasera mi ha assicurato che sarà al Plastique. E io non vedo l'ora.

"Scommetto che stai già scodinzolando come un cagnolino, sottone... Buona serata e fai il bravo!"

Scoppio a ridere. Come sempre Kumiko mi conosce alla perfezione. Ma nemmeno le sue frecciatine potranno rovinarmi il buon umore. Sì, sto scodinzolando come un cagnolino ma sto camminando a tre metri da terra.

Mi infilo la seconda cuffia Bluetooth nell'orecchio, faccio partire la mia playlist preferita e scendo dalla metropolitana. Mancano un paio d'ore all'apertura del Plastique, magari ci scappa una sveltina a casa di Ha-joon prima che inizi a lavorare. Affondo le mani nel giubbotto di pelle, ondeggiando a ritmo di musica. Avrei vogli di mettermi a ballare in mezzo alla strada e chissenefrega se la gente mi guarda male. Era da un sacco di tempo che non mi sentivo così euforico.

Giro nella via di Ha-joon e mi guardo intorno in cerca della sua meravigliosa Mercedes nera, ma non la vedo da nessuna parte. Che strano. Eppure parcheggia sempre sotto casa. Provo a citofonargli ma niente, magari è in doccia e non mi ha sentito. Magari è semplicemente uscito un attimo. Ok che sono il suo ragazzo ma mica è necessario che condivida con me la sua posizione geografica ogni singolo minuto. Non è proprio da lui.

Mi allontano dal portone, indeciso sul da farsi. Gli scrivo? Non gli scrivo? E se poi era un'emergenza e lo faccio incazzare? Forse è meglio andare direttamente al Plastique, ci vedremo lì. Faccio per tornare verso la metropolitana e un rombo assordante alle mie spalle mi perfora le orecchie nonostante le cuffie. Mi giro immediatamente, sorridendo: conosco solo una persona che guida così a Seoul. È una Mercedes, nera, con un numero di targa che so già a memoria. Mi nascondo in un angolo buio per non farmi vedere e non rovinargli la sorpresa, spengo la musica dalle cuffie Bluetooth e aspetto che esca dalla macchina.

Aspetto.

Aspetto.

Aspetto.

Ma quanto ci mette?

Mi avvicino lentamente, fino a riuscire a vederlo dal parabrezza. Sì, è proprio lui... Ma... Cosa?

Ha gli occhi chiusi e si sta mordendo il labbro inferiore con un'espressione beata stampata in faccia. Conosco perfettamente quella espressione: è la stessa che fa anche a me mentre glielo succhio. Vorrei andare a spaccargli il finestrino e riempire di botte il pezzo di merda che sta facendo un pompino al mio ragazzo ma le gambe si sono bloccate come due blocchi di marmo. Non riesco a muovermi.

Chiudo gli occhi. Dai, magari ho visto male. Li riapro. No, Yari, hai visto benissimo, non provare a giustificarlo questa volta. Sento il sangue ribollirmi nel cervello ma mi sforzo di rimanere dove sono e capire fino a che punto si spingerà.

Dai, Yari, è solo un pompino...

Solo un pompino un cazzo. È una settimana che non si fa vedere, a questo punto il sospetto che stesse vedendo un altro è più che fondato. Sicuramente sarà una delle checche del Plastique che gli muoiono dietro da secoli. Non vedo l'ora che finisca di spompinarglielo per guardarlo in faccia, 'sto sfigato. Non sai in che guai ti sei andato a cacciare. Ha-joon è figo quanto vuoi ma è uno stronzo, figlio di puttana fatto e finito. Guai a lui se osa avvicinarsi di nuovo a me.

Sta sorridendo il bastardo. Probabilmente gli è venuto in bocca. Vedi di pulirlo bene, sfigato, sia mai che gli sporchi i sedili della macchina nuova. Ha-joon abbassa lo sguardo e gli dice qualcosa. Probabilmente lo sta ringraziando per il lavoretto, con le sue solite moine del cazzo. Dai che adesso si solleva così lo guardo in faccia, 'sto succhiacazzi. Scommetto che non vede l'ora di essere scopato per benino. Non ci contare.

Eccolo lì. Sta mordendo il collo di quello che ho già deciso essere il mio ex e i ciuffi biondi gli nascondono la faccia. Ha i capelli lunghi quasi come i miei: evidentemente Ha-joon adora i ragazzi con i capelli lunghi. Giacca di pelle bordeaux. In sostanza è la mia fotocopia a colori. Petto nudo. Come cazzo fai ad andare in giro a petto nudo?

Il ragazzo si avvicina alla bocca di Ha-joon, che ne approfitta per infilargli una mano nella giacca di pelle e limonarselo per bene. E una fitta lancinante mi attraversa il petto, come una pugnalata. Gli sta palpando una tetta. Le sta palpando una tetta. Perché quella è palesemente una ragazza.

Finalmente le gambe rispondono ai miei comandi e mi avvicino. Ormai non ho più dubbi. Ormai non ho più timore che mi scoprano. Anzi, non vedo l'ora di vedere con quale faccia da culo Ha-joon proverà a giustificarsi questa volta.

Apre la portiera e scende dalla macchina. Mi fermo e incrocio le braccia sul petto. Non può non vedermi, ma nel dubbio meglio essere educato. "Buonasera Ha-joon. Sono contento che tu sia guarito..." Quasi cade per terra nel vedermi di fronte a lui. "Ya-Yari!! Co-Cosa ci fai qui?" Si gira verso la macchina ma ormai è troppo tardi. La ragazza apre la portiera e scende, squadrandomi dall'alto in basso con interesse, le gambe slanciate dai tacchi altissimi e una minigonna di jeans a coprirla a stento.

"Però... Carino il tuo amico... Ma non mi avevi detto che volevi fare una cosa a tre... Dovremo rivedere il prezzo..."

Sto per vomitare. Mi avvicino ad Ha-joon, senza dire una parola. "Yari... Lasciami spiegare..." Non voglio sentire un cazzo. La mano destra mi si chiude a pugno e senza riflettere gli tiro un cazzotto fortissimo sulla mandibola. Non ho mai picchiato nessuno, nemmeno quando facevo il cubista per i mafiosi del Pretty Savage. Perfino loro avevano più rispetto per me. Un urlo lancinante esce dalla bocca della ragazza mentre Ha-joon si piega in due tenendosi il mento con la mano. Non ho nessuna intenzione di aspettare che si riprenda.

Inizio a correre. Più veloce che posso. Più a lungo che posso. Lacrime calde mi cadono sulle guance ma non ci bado. Non faccio caso nemmeno alla gente che sto investendo nella mia furia assassina. Non so quanto tempo sia passato e mi fermo a riprendere fiato. Nessuna Mercedes nera all'orizzonte. Non mi ha seguito. Meglio così. Prendo il telefono e blocco il suo numero. Ci manca solo che provi a scrivermi quello stronzo.

Lo rimetto via e mi rifaccio il man bun, mi si era disfatto mentre correvo e mi sono ricaduti tutti i ciuffi sulla faccia. Senza volerlo sfioro la cuffia Bluetooth che ho ancora nell'orecchio e parte una canzone random. Maledetto karma.

Continuo camminare, sono lontanissimo da casa ma non me ne frega un cazzo. Ho bisogno di sfogare la rabbia, tirare fuori tutte le lacrime che ho in corpo, non pensare a niente. Ma le parole di Ric Hassani mi risuonano nella testa, come un avvertimento, come un monito, come una conclusione a cui ero già arrivato ma che non ho mai voluto ammettere perché ero troppo coglione per convincermi a mandare definitivamente a cagare quel bastardo di cui non voglio nemmeno dire il nome.

"Ormai dovresti saperlo... Ti meriti un gentiluomo..."

Hai ragione Ric. Ho definitivamente chiuso con gli stronzi.

A Dancer Called Yari [Paing Takhon x BTS 🖤 Completa!]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora