Cap. 16 - Il momento che tutti aspettavamo

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Pov Hobi 

Seguo Yari nell'immenso soggiorno, verso la zona cucina. La casa è meravigliosa, arredata in modo semplice e minimale con qualche sprazzo di Giappone qua e là: un orologio a forma di geisha appeso al muro, vari libri di ricette nipponiche sullo scaffale, una teca con una collezione di omamori in un angolo. Mi avvicino incuriosito al vetro, ammirando gli amuleti colorati disposti elegantemente uno accanto all'altro: li vendono nei templi giapponesi e ognuno racchiude una preghiera di buon auspicio. Dal poco che mi ricordo dei kanji che ho studiato mi sembra che questi siano principalmente auguri di buona salute, amore e successo lavorativo.

"Wow... Yari, ma è una casa stupenda!!!" Mi allontano dalla teca, osservando il mio ragazzo che nel frattempo sta armeggiando in uno dei cassetti e recuperando un numero indefinito di menu dell'asporto. "Non farti strane idee sul mio conto in banca, l'appartamento è di Kumiko..." "Ma figurati non lo farei mai... Comunque è evidente che sia suo, trasuda Giappone da tutte le parti..." Non pensavo che Kumiko fosse così tanto legata alle sue origini: parla perfettamente coreano visto che sua madre era di Busan, ma questa casa sembra arredata da Marie Kondo. "Cosa preferisci? Pizza, noodle coreani o sushi?" "Che domande, Yari... Ormai dovresti conoscermi..."

Ovvero non me ne importa un accidente... Mi basta stare con te...

Nemmeno il tempo di lavarsi le mani che il fattorino bussa al citofono. Adoro l'efficienza del cibo d'asporto a Seoul. "Vieni, mangiamo sul divano... È la mia piccola trasgressione personale, quindi non dirlo a Kumiko!" "Non preoccuparti Yari... Il tuo segreto è al sicuro con me!" Mi svacco sull'enorme sofà bianco e gli passo il cartone dei noodle. Stranamente a questo giro non ha preso quelli mortalmente piccanti. O forse non è poi così strano se il dopo cena che ha in mente è lo stesso che ho in mente io.

"Certo che questo divano è proprio comodo... Ma sarebbe un peccato macchiarlo..." "Ok, Hobi cerchiamo di tenere a freno i pensieri molesti!" "Ma che cazzo... Siamo io e lui in casa da soli... Ti rendi conto?" "Certo che sì... Ma finisci di mangiare almeno... Avrai bisogno di energie..." "Cretino..."

Cerco di non dare troppo a vedere il dibattito che si sta svolgendo tra me stesso e il mio io interiore, mentre continuo ad ammirare il ragazzo stupendo seduto di fronte a me, nella mia stessa identica posizione: schiena appoggiata al bracciolo, gambe incrociate, scodella di noodle appoggiata sulla pancia, bottiglia di soju in mano. Voglio memorizzare ogni singolo tratto del suo viso divino, della sua pelle mulatta, del suo corpo statuario, dei suoi capelli di seta, delle sue labbra carnose, per portarli con me quando partirò per il tour mondiale. Il solo pensiero di non poterlo vedere per mesi e mesi mi uccide.

"Va tutto bene, Hobi?" Devo aver cambiato espressione senza accorgermene. "Sì, scusami. Mi stavo godendo il momento..." Mi sorride, un sorriso dolce che ha già capito il vero motivo della mia improvvisa malinconia. "Mi manchi già, Yari..." Mi dispiace rovinare l'atmosfera incandescente che ci portiamo dietro dal camerino del teatro, ma cosa posso farci se ho già il magone? "Vedrai che per te questi mesi di tour voleranno, Hobi. Per me sarà un inferno..." "Lo so. Tu sei stato via solo otto settimane e pensavo di impazzire." Ecco vedi. A questo non avevo mica pensato. Io sarò talmente impegnato da avere a stento il tempo di respirare, lui resterà a Seoul da solo. Completamente, considerando che anche Kumiko probabilmente partirà con noi. Tae glielo starà chiedendo proprio in questo istante.

E va bene. Basta frignare, Hobi. Sono due mesi che aspetti questa occasione, vediamo di non sprecarla.

"Posso avvicinarmi?" Appoggio la confezione dei noodle e la bottiglia di soju sul tavolino, guardandolo negli occhi. Ho l'assoluta necessità di annullare la distanza che c'è tra di noi. E anche lui. "Certo che puoi..." Do un colpo di reni e mi siedo tra le sue cosce aperte, distendendo le gambe lungo il divano e appoggiando la schiena contro il suo petto. La sua pelle è così calda e morbida, i suoi muscoli così accoglienti... Ho immaginato spesso come sarebbe stato il mio primo contatto con il corpo di Yari, ma non mi ero nemmeno minimamente avvicinato alla realtà, che è centomila volte meglio. Il suo respiro apparentemente calmo sul mio collo, il suo profumo inebriante nelle narici, le sue labbra vicine... così vicine... Chiudo gli occhi e appoggio la testa sulla sua spalla, intrecciando le mani alle sue e portandomele sulla pancia. Ci siamo.

A Dancer Called Yari [Paing Takhon x BTS 🖤 Completa!]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora