"Ok Yari... Devo assolutamente raccontarti una cosa... Ti prego non mi giudicare..."
Ok Kumiko, non ti ho giudicata in tre anni che ti conosco e non ho intenzione di iniziare adesso, però sappi che questa volta l'hai combinata bella grossa. Mi siedo comodo sulla panchina del parchetto dietro la Big Hit e vado avanti ad ascoltare il vocale da quindici minuti che mi ha appena mandato. Sì, faceva prima a chiamarmi, ma pare sia convinta che io abbia le prove alla compagnia di danza stasera. Ovviamente non potendole dire che mi dovevo vedere con Hobi non ho specificato troppo i miei programmi.
"Ciao, Yari..."
"Oh... Ciao, Hobi..."
Il solo vederlo mi fa salire lo stomaco in gola. È stupendo nonostante sia bardato più del solito: stasera ci siamo incontrati prima e c'è più gente in giro, quindi oltre alla solita mascherina ha scelto un cappellino con la visiera e una felpa anonima con il cappuccio sollevato. Definirlo sexy è riduttivo. Tolgo la cuffia Bluetooth e interrompo il vocale. Ho sentito abbastanza.
"Ti ho portato qualcosa da mangiare. Ti piacciono noodles piccanti vero?" "Certo... Li adoro..." "Ottimo, allora io prendo quelli di soia. I noodles coreani sono uno dei miei piatti preferiti, ma se hanno troppo peperoncino proprio non ce la faccio a mangiarli..." Si siede vicino a me, scioglie il nodo della busta che aveva in mano e mi passa una confezione in plastica color rosso fuoco. "Li ho appena preparati nell'ufficio di Yoongi, dovrebbero essere ancora caldi..." "Non dovevi disturbarti Hobi... Grazie..." "Figurati. Sarai affamato dopo aver ballato tutto il giorno, e in agenzia abbiamo una scorta di noodles istantanei del konbini per quando lavoriamo fino a tardi..."
Stacchiamo le bacchette di legno e iniziamo a mangiare in silenzio, il nostro meraviglioso silenzio. Hobi beve un sorso di brodo e si risistema subito la mascherina sulla bocca, fissando un punto imprecisato davanti a sé. Certo che la sua è proprio una vita di merda. Non può nemmeno masticare in pubblico in un parco di notte senza coprirsi la faccia. Maledette sasaeng psicopatiche. "Scusa se non ti faccio entrare in Big Hit a fare un giro, Yari, ma ci sono le telecamere in tutte le zone comuni... Mi chiederebbero spiegazioni..." "Non preoccuparti, capisco perfettamente..."
Come se mi importasse qualcosa di dove ci vediamo...
"Deve essere dura essere videosorvegliati tutto il giorno..." "Lo è. Ma alla fine è per la nostra sicurezza. E dopo un po' ci fai l'abitudine..." Il suo sguardo è diventato all'improvviso triste, rassegnato. Deve essere un tasto dolente. Ma non è nella sua indole rabbuiarsi, e in meno di mezzo secondo recupera il suo tono allegro. C'è un motivo se le sue fan lo chiamano raggio di sole. "Cosa stavi ascoltando di bello mentre mi aspettavi? Quando sono arrivato avevi un'espressione particolarmente divertita..."
Più che divertita direi sconvolta, ma non mi sembra il caso di dirglielo... O forse sì? Alla fine prima o poi lo verrà a sapere anche lui...
"Stavo ascoltando un vocale di Kumiko... Era appena arrivata a casa..." Quasi si soffoca con i noodles che sta mangiando. "Ma come? Ci siamo salutati più di due ore fa! Ci ha messo così tanto a provare il vestito del music video? C'era qualche problema?" È incredibile come nonostante il cappellino con la visiera, il cappuccio e la mascherina io riesca a visualizzare con precisione qualsiasi espressione assuma la faccia di Hobi; probabilmente la sera in cui l'ho conosciuto il mio cervello ha approfittato del suo volto scoperto per memorizzarne ogni singolo muscolo. Nello specifico al momento è professionalmente molto preoccupato, e mi affretto a rassicurarlo. "Nono, tranquillo. È stata diciamo... Trattenuta. Da qualcun altro..." "Aspetta Yari. In questo frangente in agenzia ci sono solo Yoongi che mi sta coprendo e l'autista che ci porterà a casa..." Non riesco a rispondergli perché sto masticando una quantità indecente di noodles mortalmente piccanti, ma non ce n'è bisogno perché ci arriva da solo.
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A Dancer Called Yari [Paing Takhon x BTS 🖤 Completa!]
Fiksi PenggemarNon è facile vivere a Seoul se sei un ragazzo malese che ha mollato tutto per inseguire un sogno. Non è facile vivere a Seoul se sei costretto a nascondere la tua omosessualità per colpa dei pregiudizi. Non è facile vivere a Seoul se sei innamorato...