capitolo 15

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Ogni minuto che passa la preoccupazione cresce e la voglia di ottenere risposte si fa sempre più forte.
La cioccolata calda che ho tra le mani con il suo tepore diffonde un po di sollievo dentro di me e il suo profumo rende più dolce l'atmosfera fredda di questa stanza.
Non ne ho bevuto un singolo sorso e non capisco neanche perché ho accettato quando mamma me ne ha offerto una tazza, forse solo per spezzare il silenzio.
Credo che stia cercando di evitare il discorso ritardando l'inevitabile, ma come darle torto, anch'io voglio rallentare questo ritmo frenetico.

Il piccolo talovolo della cucina ora sembra creare una distanza enorme tra me e lei, seduta di fronte a me con la sua cioccolata e lo sgurado fisso nel vuoto in cerca di parole perse tra i ricordi.
L'attesa sta man mano diventando insopportabile e la tazza, ormai fredda, segna il troppo tempo passato dall'ultima parola pronunciata.

Ho bisogno di risposte
"Tesoro" mormora con delicatezza.
Alzo la testa verso di lei e con lo sguardo la invito a parlare.
È arrivato il momento,le risposte che da tempo cercavo stanno per arrivare.
Si schiarisce leggermente la voce e stringe la tazza a se.
"Quando io e tuo padre ci sposammo eravamo solo dei ragazzi e i tuoi nonni non accettarono il matrimonio,credendoci ancora troppo giovani e inesperti per affrontare quel tipo di vita... ma noi eravamo innamorati e non gli ascoltammo, in quel momento era importante solo il nostro amore.
Andammo a vivere in un piccolo appartamento che ha stento riuscivamo a pagare e poi...poi sei nata tu" mamma pronuncia le ultime parole con le lacrime agli occhi accarezzandomi la mano.

"Eri la cosa più bella che avessi mai visto, così piccola tra le mie braccia e tuo padre non smetteva di sorridere e giocare con te, finalmente eravamo una famiglia..." sorride leggermente al ricordo di quel momento e io inevitabilmente mi ritrovo a fare lo stesso.

"Tuo padre con il misero lavoro che aveva non riusciva a mantenerci e iniziò a cercarne uno più redditizio.." mormora con una piccola smorfia.

"Trovo un uomo...direi più un bastardo... che offri un lavoro a tuo padre in cambio di una somma di soldi per l'assunzione e .... e noi accettammo disperati" dice con disgusto nella voce.

" ora avrai capito che quei soldi non li vedemmo mai più e che...ci ritrovammo con i debiti fino al collo e tuo padre inizio a..." la voce gli muore in gola e con le mani si asciuga le lacrime che scorrono sul suo viso.

"Era un periodo difficile, devi capirlo..." dice cercando di difenderlo per qualcosa.

"Mamma, cos'ha fatto?" Mi limito a dire tremante dopo tanto tempo di silenzio.

"Lui... tesoro devi perdonarlo... era fuori di se"continua a dire.

perchè non vuole dirmelo? cos'è successo?

"Mamma, che-cosa-ha-fatto?" Ripeto la domanda scandendo le parole una ad una.

" ha iniziato a fare uso di sostanze... che... lo rendevano violento e quando tornava a casa avevo paura potesse farti del male così... l'ho allontanato da te... da noi" dice in un sussuro cercando di nascondere quelle parole.

in un attimo il mondo sembra crollarmi adosso bloccandomi il respiro.

" mio...mio padre è un drogato"mormoro tra me e me.
" non dire così tesoro...ora sta cercando di cambiare".
" e lui prima cercava dei soldi per..."mi fermo non riusciendo a continuare la domanda, le lacrime ora scendono senza sosta.

Mia madre non risponde alla mia domanda incompleta e temo che sia una conferma.
È un drogato.

Mi ha abbandonata.

Ora il mio ricordo di quando mi ha lascito ha un senso.
Mamma l'aveva mandato via perché aveva paura lui potesse farmi del male

Ora capisco il disprezzo nel suo volto... è stata colpa mia...lo sapeva..
Sento una mano sulla mia spalla che cerca di confortarmi.

Mamma si è avvicinata mentre ero immersa nei miei pensieri e asciuga con le sue mani le mie lacrime.
anche lei ha sofferto, dovrei consolarla...ma non ci riesco..sono come paralizzata...sconvolta per ciò che ho appena sentito.

Una suoneria assordante mi distrae e vedo mamma asciugarsi le lacrime e rispondere al telefono

"Pronto... si......cos'è successo?... oh... ora?...ho capito... arrivo" chiude la chiamata.

"Era l'ospedale, una mia collega ha avuto dei problemi e devo andare a sostituirla"dice mia madre avvicinandosi di nuovo a me dandomi un bacio sulla guancia.
"tesoro vorrei rimanere soprattuto in questo momento ma non posso,vai a letto e riposa io cercherò di tornare il prima possibile" dice afflitta.

io non solevo lo sguardo dal pavimento e non le rispondo, sento solo i suoi passi che si allontanano e poi il rumore della porta chiudersi.

Perchè sento questo dolore lancinante al petto?

JOSH'SPOV

Dovevo scendere, dovevo essere qui.

Lo so che non dovevo perchè era una delle regole che mi aveva dato Emily ma come facevo a stare in soffitta e aspettare un tempo infito.

Non dovevo neanche origliare ma dovevo sapere quello che stava succedendo.

Nascosco dietro la porta semi chiusa della cucina ho sentito tutto, ho sentito le parole di sua madre e ho sentito scorrere le lacrime dal viso di Emily... sconvolta

La madre è uscita di corsa dandomi via libera per entrare in cucina che senza pensarci due volte attraverso.

Di nuovo ,di nuovo le lacrime sui suoi occhi, di nuovo la tristezza nel suo sguardo.

"Josh sei qui" pronuncia guardandomi

"Emily"dico avvicinandomi a lei, inginocchiandomi alla sua sedia per incontrare il suo sguardo basso.

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