capitolo 13

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"emy"mio padre sorride pronunciando il mio nome e io ricado nel abisso dei ricordi sentendo una nostalgia che ormai non provavo da anni .

Mi chimava cosí, Emy, una cosa sciocca,solo una semplice abbreviazione del mio nome ma era la cosa che più amavo sentire da piccola.

Mia madre girata verso mio padre sentendo il mio nome si volta e mi guarda con uno sguardo tra il dispiacere e la confusione, scrutando la mia reazione.

Adesso ho entrambi i loro sguardi su di me, aspettano che io dica qualcosa ma sono stordita dall'uomo che trovo davanti a me.

Un uomo mal ridotto, con la barba non fatta da molto, i capelli più lunghi di quanti non gli abbia mai portati, dei jeans sbiancati e una maglietta verde-bianca.

"Cosa ci fa qui?"chiedo in un sussuro guardando mia madre che non smette di torturarsi le mani in segno di nervosismo.

"Tesoro..." mamma inizia a parlare ma quell'uomo la interrompe.

" Emy da quanto tempo che non ti vedo.Sei così cresciuta, vieni fatti abbracciare" dice avvicinandosi a me con le braccia aperte.

Ma io faccio un passo indietro.

"Se tu fossi stato con me mi avresti vista crescere" dico fissandolo negli occhi e mentre pronuncio quelle parole inizio a sentire le lacrime pronte ad uscire.

Il suo sorriso svanisce subito e si tocca i capelli a disagio.

"Mamma perché lui è qui?" Chiedo guardando mia madre che si alza avvicinandosi a me.

"Tesoro tuo padre ha avuto dei problemi e ha bisogno d'aiuto"sussura mia madre

" Quando noi avevamo bisogno d'aiuto lui dov'era? E poi non è mio padre da molto tempo" dico con un tono di voce alto guardando solo mia madre.

"Emily non fare così" cerca di carmalrmi.

"COSA VUOI CHE FACCIA? Dimmelo perché io non ne ho la più pallida idea, credi che possa dimeticare tutti questi anni e abbracciarlo come se nulla fosse?"quasi urlo verso mia madre senza avere il coraggio di guardare il volto di Lui.

Mia madre lancia uno sguardo a mio padre forse per osservare la sua reazione e poi torna su di me

"Emily lo so che sei arrabbiata ma è complicato " cerca di spigarmi mia madre

"Non è affatto complicato, non c'è niente da capire e io quest'uomo dopo quello che ha fatto non voglio vederlo più.Sono abituata a non avere un padre" urlo a mia madre indicando l'uomo e poi sentendo le lacrime scorrere sul mio viso corro via.

Perché mia madre lo difende? L'ha perdonato? Lui ci ha abbandonate.

Inizio a salire le scale per andare in soffitta, non voglio rimanere in camera mia di sicuro verrebbe mia madre a riempiermi la testa di cose che non voglio sentire invece qui non viene mai.

Quando entro in soffitta non c'è nessuno, Josh di giorno non è mai qui ma ora vorrei proprio che ci fosse, ho bisogno di lui.

Mi ragomitolo in un angolo con le ginocchia al petto e la testa sulle gambe a piangere.

Il silenzio di questa stanza è assordante ci sono solo i miei singhiozzi e i miei pensieri a farmi compagnia. Sono sola.

Come ha potuto mio padre dopo tutti questi anni tornare? E di cosa ha bisogno?

Le lacrime continuano a scendere senza sosta e anche se cerco di fermarle loro non smettono.

È come se fossi finalmente esplosa liberandomi di un peso che non pensavo di avere.

"Emily"sento la sua voce, la voce che desideravo sentire.

JOSH'S POV

Saranno le 3 del pomeriggio e io non so il perché ma sentivo il bisogno di venire in soffitta. Ho sentito come un richiamo come una necessità di essere qui, adesso.

All'inizio non capivo il perché di questa senzazione ma ora che sono qui l'ho capito.

Emily è chiusa su se stessa come a creare uno scudo, sento dei piccoli singhiozzi man mano che mi avviciono a lei.

Mi siedo davanti a lei con pochi centimetri a separarci. Ha la testa sulle sue ginocchia e non si è ancora accorta di me.

"Emily" la chiamo con una voce bassa senza spaventarla.

Lei alza lentamente la testa e il suo sguardo si posa su di me. Ha il viso rigato dalle lacrime e gli occhi rossi ancora pieni zeppi di lacrime, lo sguardo spento e colmo di dolore, non è lo sguardo bello e spensierato di stamattina quello che mi piace e mi lascia senza fiato.

"Josh" sussura asciugandosi le lacrime con la manica della maglia.

" Emily cos'è successo?" Chiedo preoccupato avvicinandomi di più al suo viso.

"Oh Josh,sono successe troppe cose, troppo dolore, troppi ricordi orrendi sono riaffiorati"mormora con la voce spezzata.

Continua a piangere.

"Emily parla, ho bisogno di sapere cos'è successo" dico fissandola negli occhi.

"È tornato mio padre"mormora sconvolta sembrando incredula delle sue stesse parole.

Sapevo lei vivisse solo con sua madre ma non sapevo il motivo di ciò, non ha mai voluto affrontare l'argomento.

"Mio padre ci ha abbandonate quando avevo 8 anni"dice rispondendo alla mia domanda inespressa asciugandosi quelle che sembrano essere le ultime lacrime.

Rimango spiazzato da quella confessione diretta e inaspettata.

Quindi il padre l'ha abbandonata quando era piccola, ora si spiegano molte cose.

Dopo quelle parole non so più cosa dire. Vorrei solo abbracciarla, poggiare la sua testa sul mio petto e stringere le mie braccia intorno a lei per farla sentire al sicuro e allontanarla da tutti quei pensieri.

Ma non posso, sono un dannato fantasma e mai ho odiato così tanto esserlo.

Così mi limito ad un semplice "mi dispiace".

"Non è colpa tua, non devi preoccuparti"risponde semplicemente come fosse una frase detta mille volte.

"Se vuoi puoi piangere, sfogati con me" dico spostandomi, sedendomi accanto a lei.

Non risponde resta solo in silenzio a guardare il vuoto poi si gira verso di me.

"Josh,vorrei abbracciarti"sussura.

Pronuncia le parole che più desideravo sentire da lei rispecchiando le mie stesse intenzioni.

Dentro di me si propaga una sensazione di sollievo e desiderio che non potra essere soddisfatto perché io dannatamente sputato nel occhio dal destino non posso toccarla.

"Non sai quanto lo desideri anch'io" sussuro con troppa voglia nella mia voce.

Avvicino il più possibile il mio viso al suo mentre i nostri sguardi sembrano chiedere di più.

Rimaniamo così per non so quanto tempo, comunicando parole proibite con i nostri occhi.

Poi lei rompe intensità dei nostri sguardi e guarda nel vuoto.

"Ogni notte rivivo quel giorno, rivivo la paura, il terrore e la solitudine.
Mio padre che mi guardava con disprezzo e poi andava via sbattendo la porta e io ero lì sul letto con gli occhi pieni di lacrime ancora in attesa di una spiegazione" sussura

Sta parlando del suo passato, dell'incubo che la tormenta.

Ricordo che urlava e cercava di fermare qualcuno, ora so che è il padre. Ma perché è andato via? Vorrei farle altre domande per scoprire di più ma è troppo triste per rivivere ancora quei ricordi.

"Emily ci sono io ora, non vado da nessuna parte"mormoro guardandola negli occhi.

Le fa spuntare un lieve sorriso sulle sue labbra rincuorandomi.

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