La nave.

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Forse alcuni di voi arrivati a questo punto staranno pensando che si è trasformato tutto in una storia senza senso, questo è solo l'inizio di un grande insieme che funziona in completa armonia, chiamato vita.
La vita è cambiamento, crescita, emozioni, rimpianti, sentimenti e scelte, ogni tanto ci sono anche bruschi cambiamenti, ma è sempre in continuo movimento;
perché non sai mai chi ti verrà in aiuto a ripescarti dal mare di pensieri della tua mente.

Capitolo XI

La nave.

Mi risvegliai sdraiato in un letto, probabilmente dei marinai in sottocoperta.
Puzzavo di pesce e avevo una grossa garza che mi avvolgeva dal torace in giù; ero ferito ed ero stato
medicato, mi guardai attorno non c'era molto
tranne una cassettiera e un oblò dove vi si vedevano le onde.
Mi alzai e uscii dalla stanza, sopra di me c'erano delle altre scale che portavano al timone della nave.
Il cielo era già alto da un po' probabilmente mezzogiorno, al timone vi era governando la nave il pescatore più basso, stava impiedi su una cassetta di legno mentre teneva
il timone e con lo sguardo cercava di vedere il più possibile, teneva il timone con le sue braccia molto fini,
ma solo quando il mare era calmo anche se ogni tanto si sentivano degli urti ai lati della nave.
Scesi sul ponte e vidi una faccia famigliare,
il pescatore che mi aveva soccorso mi accolse con un saluto e mi disse di avvicinarmi.

《 Bene, adesso che ti sei svegliato raccontami la tua storia》 disse sospirando guardando verso l'orizzonte.

《Beh... di me non c'è molto da dire》 risposi.

《Coraggio non fare il timido qui tutti abbiamo una storia     da raccontare, perfino Jack che ora sta governando la nave peggio di quando lo fa da ubriaco.
Ti abbiamo soccorso e medicato le tue ferite, brutto
colpo quello, ragazzo.
Il mare non fa prigionieri nessuno gli sfugge ma certi riescono a fregare il destino oppure è il destino che ha fatto si che succedesse.》continuo il pescatore

《Quindi il pescatore al timone si chiama Jack,
dove ci troviamo di preciso?
Come mai voi siete qui? È tu chi sei?
Che fortuna che mi abbiate trovato, sicuramente ho avuto solo molta fortuna il destino non interviene in questi casi 》dissi guardando l'orizzonte.

《 Si vede che sei giovane,
piano con le domande e per cominciare calmati un attimo. Prima che risponda a tutto questo, voglio sapere la tua storia》ribattete il pescatore.

《Ok, allora mettiti comodo perché non è una storia che si sente tutti i giorni.
Tanto per iniziare tu che cosa ne pensi della società?

Passarono parecchie ore.

《Quindi sono salito sulla mia barca a remi alla ricerca della felicità per poi perdermi, poi mi sono distratto e sono caduto in mare》dissi con aria un po' triste.

Quando ebbi finito di raccontare la mia storia, lui mi guardo è scoppiò in una gigantesca risata.

《Certo che tu ragazzo mio hai fegato, in tutti i miei anni di marinaio questa è la storia più bizzarra che abbia mai sentito,
resta qui tutto il tempo che vuoi uno come te ci servirebbe per scaricare i carichi di tonno del venerdì.
Mi chiamo Pol comunque, sono stato io a medicarti salvandoti la vita, noi peschiamo pesce questo è il nostro peschereccio e ci troviamo in mezzo al nulla.
Goditi la permanenza》 detto questo si girò e andò sottocoperta.

Guardando l'orizzonte sconfinato sul ponte della nave mi si avvicinò Jack con uno spazzolone e un secchio di acqua putrida.

《Tieni! Lava il ponte. Fin quando rimarrai qui devi renderti utile non vogliamo scansa fatiche》disse con voce irritata.

Mentre pulivo il ponte pensavo alla mia barca persa nel nulla, però mi venne anche l'idea che se quelli erano veramente pescatori anche loro prima o poi dovevano tornare sulla terra ferma prima o poi.
Non potevo scroccare loro soltanto un passaggio, mi avevano salvato la vita, l'unico modo era rimanere
con loro se volevo ritornare a terra, anche se mi toccava pulire il ponte.

La nave navigava verso un orizzonte ignoto mentre
il mare circondava tutto ciò che l'occhio nudo può vedere.
Il sole tramontò e il cielo passo da un celeste a un blu sempre più scuro, per poi mostrare un tramonto mozza fiato prima che il mare ebbe inghiottito il sole e con esso anche l'ultimo raggio di luce.
La luna non si fece far aspettare la sua immagine rifletteva nell'acqua, pressa poco più tardi si fecero vedere le stelle è potetti orientarmi, sdraiato sotto l'albero maestro affascinato dalla vastità del cielo notturno.

I due pescatori giocavano a carte nella stiva sotto lume di una candela quasi completamente consumata,
dopo di che ci ritrovammo tutti e tre sottocoperta.

《 Dormi, domani è un altro giorno e abbiamo
molto lavoro da sbrigare ci aiuterai a sistemare i nuovi carichi di pesce e ti faremo issare la tua prima rete di pesci》 disse Pol dal suo letto per poi soffiare sulla candela.

Pensieri di un mietitore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora