Capitolo XVI
Buio.
Tutti noi, per quanto possiamo sembrare coraggiosi, furbi, impavidi, avremmo sempre una paura che ci perseguiterà nel nostro cuore.
La paura di essere abbandonati, di non essere capiti, la paura di perdere i nostri cari o le persone a cui vogliamo bene, persino la paura di essere soli o anche la paura del buio.
L'oscurità per quanto non ci possa far vedere quanta luce noi stessi emaniamo, ci fa capire quanto conti ogni singola cosa che noi abbiamo.
Entrammo nella grotta con le fiaccole in mano
una per ciascuno, dopo aver percorso il sentiero della caverna uno dietro l'altro.
Cominciai a notare che più ci allontanavamo dall'entrata più l'oscurità intorno a noi iniziava ad avvolgerci sempre di più. Alcuni metri più avanti nemmeno il fuoco delle torce riusciva a illuminare quella fitta oscurità.Ci perdemmo.
Il fuoco delle fiaccole non permetteva di mostrare il sentiero e l'entrata della caverna era oramai troppo lontana perché riuscissi a vederla,
Pol e Jack si trovarono ben presto nella mia stessa situazione.
Una strana caverna che intrappolava le persone nell'oscurità mi sembrò un'idea troppo strana,
ma l'oscurità non stava solo circondando solo il mio corpo ma anche la mia mente e ben presto anche il mio cuore.Il primo a manifestare gli effetti della caverna fu Pol che ormai scoraggiato aveva trovato riposo sedendosi su un sasso, cominciò a sentire una voce che lo chiamava nell'oscurità, prese così la fiaccola e iniziò a cercarne l'origine.
Il buio della grotta era così fitto che era come se fossimo diventati completamente ciechi, Pol si guidava a carponi con le mani appoggiate contro la parete rocciosa della caverna.
Improvvisamente la voce che lo chiamava da lontano si fece più vicina, sempre di più, per poi sentire un lieve respiro sulle braccia Pol decise di aprire gli occhi.
Il fuoco della fiaccola se pur inutile contro quell'oscurità illuminò a pieno il volto di un ragazzo che da dentro la grotta chiamava Pol in lontananza.
Era lì.
Proprio davanti a lui.
Un ragazzo alto, giovane di non appena 25 anni, dalla perfetta abbronzatura da marinaio, capelli castani e arruffati, vestito come un ufficiale di bordo.Pol appena lo vide sbalordì alla sua vista esclamando solo una parola:
《Figlio!》
Jack ci cercava entrambi con la fiaccola in mano percorrendo la stessa strada più e più volte,
ma al buio quella strada dritta si era ormai trasformata in un labirinto, le sue urla per quanto forti non emettevano alcun suono, la sua voce non rimbalzava all'interno delle pareti e lui ormai ritornato sobrio fu costretto a cercare un altro modo.
Senza idee chiuse gli occhi in preda alla disperazione, ormai circondato dall'oscurità la sua ultima opzione fu quella di arrendersi quando la sua mano sfiorò per pochi secondi un'altra mano ben più piccola.
Aprì di scatto gli occhi ma quello che vide era solo il nulla che lo circondava, ma dopo alcuni secondi quella piccola mano così delicata gli afferrò un dito.Con gli occhi chiusi Jack si fece guidare nell'oscurità da essa.
Dopo alcuni metri Jack si accorse che quella "cosa" lo aveva guidato da altre persone, davanti a lui vi erano almeno altre due persone.
Una sagoma alta e una figura pressappoco più bassa. Supponendo che si trattasse di Pol e di me,
Jack aprì gli occhi, davanti a lui vi erano una donna e un ragazzo, mentre chi gli teneva il dito si rivelò essere una giovane bimba.
Anche Jack di fronte a loro sbalordì alla loro vista dicendo solo una parola:《Famiglia!》
Pol abbracciò il figlio con sguardo ricolmo di gioia e lacrime, non riuscendo a credere all'emozione.
Ma la gioia provata non era destinata a rimanere nel suo cuore.
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Pensieri di un mietitore.
RandomQuesta non è una normale storia, qui sono raccolte le mie idee e i miei pensieri di qualsiasi tipo. Ogni persona può dire la sua opinione e anche un giovane ragazzo in un mondo nel più totale cambiamento può dire il suo pensiero.