Capitolo XVII
Non sei solo.
Con gli occhi chiusi avvolto dall'oscurità,
i miei pensieri invadevano la mia mente e la paura oscurava il mio cuore.La fiamma della fiaccola dopo aver bruciato e illuminato invano per ore, si stava quasi per spegnere,
la sua luce diventava sempre più debole ogni minuto che passava.
Mi resi conto che dovevo trovare una via d'uscita al più presto, mi misi a carponi e brancolai nel buio più totale.
La mia mano qualche metro più avanti raccolse un piccolo oggetto di forma circolare, quando avvicinai la fiamma della fiaccola allo strano oggetto per capire cosa fosse essa emise uno brilluccichio. Poco dopo mi accorsi che si trattava di un vecchio orologio da taschino d'oro,
aprii gli occhi per vederlo meglio e con uno scatto il coperchio si aprì.All'interno del tappo vi era un'incisione in latino
"Qui pereunt enim in tenebris"
(Per chi è smarrito nell'oscurità)
Lo misi in tasca ritornando a carponi a cercare l'uscita,
non volevo morire lì. Proseguendo nell'oscurità trovai alcune ossa e vestiti delle persone che si erano avventurate prima di noi nella grotta ma non erano più riuscite a uscire, con tutte le mie forze dopo aver visto
quelle cataste di scheletri fui ancora più determinato a trovare un modo per rimanere vivo, ma dopo ore di disperata ricerca brancolando nel buio la fiaccola si spense, e con essa la mia speranza di uscire vivo da lì.Jack e Pol erano già stati catturati dei fantasmi del loro passato e dai loro rimorsi,
io ero destinato a rimanere solo, presto quella solitudine e quel senso di nulla avrebbe preso anche me.
Iniziò a mancarmi il fiato, non capivo cosa stesse succedendo ma sicuramente era arrivata la mia fine,
il mio cuore si chiuse come in una morsa sempre più forte, i miei polmoni smisero di respirare.
Lasciai andare la fiaccola che si spense non appena ebbe toccato il suolo.
Mi misi una mano sul collo cercando in tutti i modi di respirare, poi iniziai a rotolarmi a terra.
D'improvviso l'orologio nella mia tasca iniziò a brillare,
cercai di tirarlo fuori dalla tasca e lo strinsi,
come per miracolo la morsa intorno al mio cuore si allentò sempre di più fino a lasciarmi andare,
i miei polmoni ripresero a inalare ossigeno e ben presto ritornai in piedi.
Senza la piccola luce della mia fiaccola non potevo vedere nella grotta ma una volta aperti gli occhi riuscii a vedere ogni strada, ogni sentiero ogni pietra e ogni stalattite.
Alle mie spalle si presentò un enorme luce che emanava tranquillità e pace.Era forse l'uscita?
Mentre mi dirigevo verso la luce sentivo delle voci che mi incoraggiavano ad andare avanti:
《Tu trovi sempre le parole perfette al momento giusto.
Non devi pensare devi andare avanti devi farlo e basta. Pensa a te stesso per una buona volta.
Voglio solo che tu stia bene.
Pensa, "cos'è che mi blocca dal pensare positivo?",
realizzare che quelli sono solo dei limiti del tuo subconscio e che non ti definiscono, devi dire a te stesso quanto tu sia valido e ti meriti ciò che più desideri.La verità è che troverai sempre gente così geniale che ti farà sentire inferiore ma questo non significa che tu non sia interessante, tu vali quanto loro ok?
Quanto qualunque essere umano esistente sulla terra quindi non farti spaventare da persone così perché tu puoi fare tutto quello che vuoi.Tu sei veramente una persona rara,
non se ne trovano molti come te che sono sempre gentili con gli altri e sono disposti sempre ad ascoltare tutti.Se ti sei sentito solo e distante, vedrai che troverai la tua strada e la tua pace perché alla fine tutto il bene che fai verrà ripagato come si deve,
sei una bellissima persona veramente, rimani sempre gentile come sei.》 e molte altre parole risuonavano tra l'oscurità.Riuscivo a sentire quelle belle parole passo dopo passo mentre mi avvicinavo sempre più a quella luce,
quando finalmente l'attraversai mi ritrovai allo stesso punto dove eravamo entrati.
Sentivo il calore del sole sulla mia pelle,
il cuore che batteva nel mio petto, l'aria che entrava nei miei polmoni, ero vivo, anche se avevo perso i miei compagni di viaggio.
Poco dopo si fece notte e dovetti accendere un fuoco,
il cielo stellato ricopriva l'orizzonte come in una fiaba,
in tasca avevo ancora l'orologio che mi aveva salvato la vita. Ero di nuovo al punto di partenza abbandonato
su di un'isola deserta con una nave senza equipaggio,
solo io contro il mondo,
avevo perso i miei amici ma infondo sapevo più di chiunque altro che non ero solo.
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Pensieri di un mietitore.
RandomQuesta non è una normale storia, qui sono raccolte le mie idee e i miei pensieri di qualsiasi tipo. Ogni persona può dire la sua opinione e anche un giovane ragazzo in un mondo nel più totale cambiamento può dire il suo pensiero.