Pensieri in bottiglia.

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Capitolo XIV

Pensieri in bottiglia.

Stiamo navigando nel mare di nulla ormai da diversi mesi e non ho ancora mai visto la terra ferma, la mia nuova amica Claudia durante le serate più belle, sotto la luce della luna piena nuota attorno alla nave mentre Jack e Pol dormono tranquillamente sottocoperta.
Parliamo di tutto ormai, ma io non sono ancora riuscito a dirgli i miei sentimenti per lei, so che siamo diversi io sono un sognatore e lei una sirena non potrebbe mai funzionare, ma il mio ottimismo per quanto cerchi di consolarmi non mi abbandona mai dandomi sempre più speranze.

Ho iniziato a conservare le bottiglie di vino che si beve Pol, mentre il resto della nave è disseminata dalle bottiglie di whisky di Jack, ma ho trovato un utilizzo anche per quelle ora la nave è molto più pulita.
La settimana scorsa mentre stavo pulendo la vecchia cambusa trovai un sacco di fogli di carta
ancora in buono stato, da quel momento ho cercato disperatamente un po' di inchiostro e una penna con cui scrivere, Pol non sa leggere molto bene e Jack è cosi ubriaco che a ma la pena cammina dritto.
Sulla nave non ci sono penne con cui scrivere e l'unica scorta di carta all'interno della nave è a mia disposizione.

Visto che ho dovuto setacciare la nave da cima a fondo e non ho trovato una penna e un po' d'inchiostro dovrò provvedere da me.

Ho aspettato giorni, guardando sul ponte con il mio cannocchiale e all'improvviso.

Eccolo!

Un gabbiano.
Si era poggiato sul ponte mentre mi guardava con un'aria assai sorpresa, cercai di acchiapparlo per rubargli una piuma ma avevo pulito il ponte con troppa cera.
Mentre lo lucidavo Jack diceva che ci si voleva specchiare attraverso e per dispetto ho aumentato la dose di cera.

Caduto in inganno dalla mia stessa trappola,
scivolai davanti a un gabbiano che dallo spavento volò subito via ma nello sbattere le ali mi lasciò una sua piuma.

Per l'inchiostro non c'era nulla di più facile, ero su un peschereccio diamine!

Pescavamo ogni genere di pesce compresi i polpi e non mi bastò altro che spaventare il povero polpo dentro un secchio sottocoperta, non la prese tanto bene.
Mi lanciò il suo inchiostro in faccia, ero stato preso in giro da un gabbiano e adesso un polpo dentro un secchio rideva di me, ma avevo l'inchiostro e una piuma come penna non mi serviva altro.

Cominciai a scrivere verso notte fonda sotto il barlume di una piccola candela dalla luce fiacca, l'inchiostro non era molto e la penna non era delle migliori ma non mi potevo lamentare di certo,
iniziai a scrivere pagine su pagine, poesie, storie, racconti e emozioni, e ovviamente scrissi una lettera per la mia sirena.

Diario di un naufrago.

Ciao, so che probabilmente troverai stano questo messaggio ma io non smetto mai di pensare a te,
anche adesso sappi che ti penso.
Ti ho conosciuta in una sera solitaria sotto la bianca luce della luna e non so come dirlo ma ti amo!

Mi sono innamorato di te e so che è davvero da pazzi
ma sarebbe ancor più da pazzi non provarci insieme,
sai che sono qui, che ci sarò se avrai bisogno,
sono qui per ascoltarti e capirti, abbracciati, accarezzati i capelli e sussurrarti piano all'orecchio che andrà tutto bene.
Vorrei averti qui con me per dimostrartelo perché sento la tua mancanza e ci soffro.

Appuntamento domani sera sul ponte all'una di notte.

Ti aspetterò.

Scrissi i miei pensieri, misi tutti i fogli nelle varie bottiglie di vino e le buttai  in mare, tutti tranne uno.
Una la lettera speciale per Claudia.

Decisi di mettere quella lettera in una delle bottiglie di whisky di Jack con la scritta Claudia per distinguerla da tutte le altre, e invece di buttarla dal piccolo oblò della  cabina salì sul ponte e la lanciai in alto con tutta la forza che avessi in corpo.

《Addio》mi venne spontaneo dire con un piccolo filo di voce.

Stavo lanciando un piccolo pensiero nella speranza che lei riuscisse a trovarlo in quel mare di nulla.
In tal caso non avrebbe mai saputo i miei veri sentimenti per lei.

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