Capitolo XV
Terra.
Mi presentai sul ponte della nave a notte già inoltrata è la aspettai lì guardando le stelle e sospirando alla luna.
Ma lei non si presentò.
Le notti successive continuai a aspettarla sul ponte sera dopo sera, luna dopo luna ma più passava il tempo e più le mie speranze diminuivano.Una tranquilla mattina come tutte le altre
mentre guardavo Pol steso sull'amaca che mi aveva fatto montare agganciata all'albero maestro della nave.
Jack ormai si aggrappava a ogni angolo della nave nella speranza di reggersi in piedi, io guardando l'orizzonte con il mio cannocchiale poi vidi qualcosa che ormai non avrei mai più pensato di vedere.《Terra! Terra! Un'isola in lontananza. 》 iniziai a urlare con tutto il fiato che avevo in corpo fino a farmi girare la testa.
Dall'emozione corsi subito verso il timone della nave che ormai avevo imparato a governare,
era una tranquilla giornata primaverile e si sentiva un lieve tepore di aria estiva e caldo imminente.
Corsi così veloce che Pol riuscì solo a vedere una sagoma impazzita che correva, mentre Jack era solo un miracolo che fosse ancora in piedi.
Tenendo il timone con mano ferma e rigida virai verso destra a favore del vento.《Rotta verso terra》
Il vento che mi soffiava sulla faccia mi fece sorride e solo una volta che fummo davanti all'isola mi resi conto di quanta strada avevo fatto per essere li in quel momento.
Insomma , sto timonando una nave in mezzo all'oceano ci rendiamo conto!
Dopo tutti quegli sforzi e tutta quella lunga strada fatta;
le mie avventure non erano ancora iniziate.Buttammo l'ancora e fummo costretti a usare una vecchia scialuppa in legno per arrivare sull'isola remando per oltre dieci minuti buoni.
La spiaggia era meravigliosa,
sentivo il calore della sabbia asciutta sui miei piedi ormai abituati al legno della nave,
le mie ginocchia ben presto accolsero anche loro la sensazione di avere della terra sotto i piedi e altrettanto tutto il corpo si buttò a peso morto sulla sabbia mentre le onde si schiantavano sul mio corpo sdraiato sulla spiaggia.Ma non mi importava.
Pol e Jack una volta scesi non provarono la mia stessa emozione ma si guardarono attorno e si scambiavano strane occhiate consultandosi in segreto senza che io sentissi.
Andai all'esplorazione e sotto le palme trovai un piccolo sentiero ormai quasi sigillato dalla vegetazione e rampicanti, decisi di chiamare Pol e ben presto
Jack tornò con una sciabola in mano
tagliando qualsiasi cosa gli capitasse davanti,
era incontrollabile.
Il varco fu aperto in poco tempo, il misterioso sentiero proseguiva per una strana caverna sempre più in profondità nell'isola,
per terra vi erano delle vecchie torce come se fossero
state lasciate lì in modo sbrigativo,
sugli alberi ogni ora un piccolo pappagallo dalle lunghe e colorate piume blu si appoggiava sul ramo di un albero e faceva di tutto per attirare la nostra attenzione.
Io e Jack raccogliemmo dei ramoscelli e Pol creò
una strana sostanza fatta di fango, foglie secce e ramoscelli ma mancava la parte più importante,
la scintilla che doveva innescare l'innesco al fuoco.
Jack beveva una piccola bottiglia di whisky tirata fuori dal taschino della sua giacca, immediatamente Pol appena la vide esultò:
《Eureka 》Togliendo dalle mani di Jack la bottiglia di whisky e lanciandola nel suo impasto,
il risultato che ne uscì fuori, fu una grande fiamma quasi alta 2 metri e una reazione infiammabile assolutamente assurda.
Adesso che avevamo il fuoco con cui poter accendere le torce per entrare finalmente nel sentiero attraverso la caverna.
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Pensieri di un mietitore.
AcakQuesta non è una normale storia, qui sono raccolte le mie idee e i miei pensieri di qualsiasi tipo. Ogni persona può dire la sua opinione e anche un giovane ragazzo in un mondo nel più totale cambiamento può dire il suo pensiero.