La famiglia Potter

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Lily Evans e James Potter erano convolati a nozze una meravigliosa mattina d'inverno, con la neve che rendeva magico il paesaggio facendo credere ai presenti di essere finiti all'interno di una favola.
La festa era stata semplicemente perfetta: tutti si erano divertiti ed era stato meraviglioso per i neo-sposi condividere con gli amici, che amavano come una famiglia, quella giornata piena di amore e serenità.
Alla fine della giornata, quando James aveva oltrepassato l'uscio della loro nuova casa con Lily in braccio, lei gli aveva confessato di avere un ritardo e di essere sicuramente incinta di suo figlio.
James aveva amato e vezzeggiato la sua Lily con dolcezza, amandola tutta la notte, felice, innamorato e contraccambiato. Presto, la gravidanza di Lily esplose in tutta la sua fulgida bellezza donando ai coniugi Potter una doppia gioia: la strega era incinta di una coppia di gemelli che, nel corso delle visite di controllo, si rivelarono essere un maschio e una femmina.

James propose alla moglie un gioco per decidere il nome dei bambini e, imbrogliando, si accaparrò il nome del figlio maschio, Harry, lasciando a Lily la possibilità di scegliere quello per la gemella. Dopo una lunga riflessione, la giovane strega decise di chiamare sua figlia Elizabeth, come uno dei personaggi della storia babbana che più l'avevano affascinata durante i suoi studi nel mondo non Magico.
La gravidanza arrivò placidamente a termine e, il 31 luglio, vennero al mondo i piccoli ed urlanti Harry ed Elizabeth Potter.

Grazie alla presenza dei bambini, la vita di James e Lily era completa: amavano prendersi cura dei loro figli e si divertivano molto a coinvolgere i loro amici nella vita dei gemelli. Lily sosteneva che l'amore era una delle più importanti magie e ripeteva sempre a suo marito che l'amore ai loro bambini non sarebbe mai dovuto mancare. Anche se a loro due fosse successo qualcosa durante lo svolgimento del loro lavoro da Auror.
James era d'accordo con il ragionamento della moglie, anche se non apprezzava molto il fatto che il suo peggior nemico, dei tempi della Scuola, Severus Snape, fosse stato scelto dalla donna come padrino per Elizabeth. Così, più per dispetto che per altro, James decise che il padrino di Harry sarebbe stato il suo migliore amico, quello che lui amava come un fratello e che era il più odiato tra i Malandrini da Severus: Sirius Black.

Dalla nascita dei gemelli Potter era già trascorso un anno e nella villetta a Godric's Hollow c'era un gran fermento: tra poche ore sarebbero iniziati i festeggiamenti per il loro primo compleanno e, mentre il sole splendeva fiero nei Cieli dell'Inghilterra, nel giardino c'era un andirivieni di maghi e streghe pronti ad aiutare affinché la festa di Harry ed Elizabeth fosse un successo.

Degli addobbi per far divertire i bambini, avevano provveduto i padrini dei gemelli che, essendo in perenne competizione tra loro, avevano dato il meglio per riempire l'ambiente con un tripudio di divertimenti, artefatti e giochi pirotecnici magici che si susseguivano senza interruzione.
- Severus... - lo chiamò Lily – Alla fine non hai resistito, eh? Tra tutti i colori che potevi scegliere, hai usato argento e verde.
- Lily. – fece un rapido sorriso lui – Sarebbe così brutto se la mia figlioccia diventasse una Serpeverde? – ridacchiò osservando con amore la bambina che giocava serena - Vedi che già ama le mie decorazioni?
- Non dire fesserie "Mocciosus"! – lo redarguì arrogante Sirius gonfiando il petto, li aveva raggiunti silenziosamente, curioso di ascoltare i loro discorsi – I miei nipoti saranno entrambi Grifondoro, esattamente come noi.
- Come osi rivolgerti a me con quel ridicolo soprannome! Tu, maledetto cane rognoso! - Severus strinse gli occhi offeso ma, prima che potessero dire o fare altro, la voce di Albus Dumbledore, Preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, li zittì:
- Basta! I bambini saranno ciò che vorranno essere. Serpeverde, Grifondoro, Corvonero o Tassorosso. E voi non farete niente di niente per condizionarli, altrimenti pagherete le conseguenze del vostro comportamento, sono stato abbastanza chiaro?
- Sì, Preside. – annuì Sirius.
- Cristallino, signore. – bofonchiò Severus.
- Grazie signore. – lo gratificò con un ampio sorriso Lily – A me non danno ascolto.
- Cara Lily, tu sei troppo buona e non fai loro paura. – rise l'uomo baciandole la mano con galanteria.
- Non si lasci ingannare, signore. – rise James porgendo all'uomo un bicchiere di whisky incendiario – Lily non è buona come sembra.
- Jamie! – arrossì la donna.
Dumbledore sorrise, alzò il bicchiere a mo' di brindisi e si allontanò lasciando i coniugi Potter un attimo da soli.
- Lily Evans in Potter, - la abbracciò James – ti amo immensamente. Ed amo follemente i nostri figli.
- Ooh signor Potter! – gli cinse il collo con le braccia sottili lei – Così mi confonde. – si scambiarono un bacio ricco d'amore, ma furono interrotti dal pianto di uno dei bambini.
- Harry. – dissero in coro dividendosi.
- Ora perché starà piangendo? – sospirò James.
- Forse si è fatto male giocando. – si strinse nelle spalle Lily.
- Oppure è stato morso da tuo nipote. – sbuffò il mago stringendo gli occhi - Tua sorella e tuo cognato sono dei Babbani ingrati. – sibilò stringendo gli occhi l'uomo – E tuo nipote un grasso, perfido marmocchio.
- Non osare rivolgerti a Duddy in quel modo, sai! – squittì una voce alle loro spalle, era Petunia la sorella di Lily – Siete voi gli strani, gli anormali.
- Se siamo così anormali, perché sei venuta al compleanno cara "cognata"? – chiese James sentendo montare la rabbia.
- Perché sono la sua unica sorella.
- Quella normale. – concluse Lily a denti stretti – Adesso scusate, ma voglio scoprire perché mio figlio sta piangendo
- Non puoi dire che sia stata colpa di Dudley. – sobbalzò Petunia, Vernon stava in silenzio rimpizzandosi del cibo più buono che avesse mai mangiato in vita sua.
- Invece sì. – rispose Remus Lupin, secondo migliore amico di James e compagno di Sirius, con Harry in braccio, il bambino aveva il segno di un morso sul polso – Quel babbano lo ha morso, Harry giocava tranquillo con il trenino che gli ho regalato.

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