Il primo incontro al Binario 9 e 3/4

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L'estate passò in un lampo per i Potter che, emozionati e felici, accompagnarono i figli alla stazione di Londra per prendere l'Espresso di Hogwarts. La stazione, come ogni anno, era gremita di gente: c'erano Babbani in arrivo ed in partenza mescolati a giovani maghi con i carelli pieni di oggetti che aspettavano impazienti di attraversare la barriera magica posta tra i binari 9 e 10.

Harry ed Elizabeth camminavano tra i presenti tenendosi per mano, parlavano animatamente tra loro, felici di essere lì e di poter, finalmente, vedere con i loro occhi ciò che gli Weasley più grandi avevano raccontato loro durante un pigiama party.
- Allora ragazzi, è come avevate immaginato? – domandò James spingendo il carello di Elizabeth, lui avrebbe viaggiato con la metropolvere.
- È cento volte meglio papà! – rise Harry.
- Nessuna delle cose che ci avete raccontato ci ha preparato per questo. – sorrise Elizabeth indicando con un cenno della testa l'ambiente - Siamo molto emozionati.
- Ammetto che non siete i soli ad esserlo! - ridacchiò Lily – Siamo emozionati come voi.
- E siete anche spaventati, - sbuffò Elizabeth – sappiamo che non sarà facile la nostra permanenza a Scuola.
- Che dovremmo stare attenti perché le nostre vite sono in pericolo, - annuì Harry – ma dovete avere fiducia in noi.
- Per tutta l'estate ci siamo allenati con gli zii e con voi. – alzò un angolo della bocca al ricordo la giovane strega.
- Sappiamo qual è il nostro destino. Siamo pronti e preparati. Abbiamo te, papà e gli zii vicino. Sappiamo cosa vuol dire minaccia, mamma. – le sorrise Harry comprensivo – E sappiamo che dobbiamo stare attenti e studiare, studiare, studiare!
- Esattamen... - iniziò Elizabeth che non riuscì a terminare la frase perché era andata a sbattere contro una persona, rovinando a terra e facendola cadere.
- Ma potresti stare più attenta? – balbettò con voce stridula la "vittima" della giovane Potter.
- Mi dispiace signore... - arrossì la ragazzina – Io non l'avevo proprio vista... Mi scusi. – era mortificata, avrebbe voluto scusarsi al meglio delle sue proprietà lessicali; ma una fitta alla cicatrice le tolse il fiato, lasciandola senza parole. Era la prima volta che bruciava in quel modo.
- Professor Quirrell, che piacevole coincidenza incontrarla alla stazione. – si fece avanti Lilian aiutando la figlia ad alzarsi – Ho letto il suo ultimo articolo sulla Gazzetta del Profeta, sta andando ad Hogwarts per approfondire alcune ricerche?
L'uomo li squadrò con sospetto e, balbettando ancora qualche parola sulla sbadataggine degli adolescenti, confermò i sospetti della giovane donna dicendo:
- Gra... Gra... Grazie sign... signora... So... So... Sono io, in pers... persona... – e, sistemandosi il turbante viola sulla testa, chiese – Voi...?
- James, Lily, Harry e Lizzy Potter. – sorrise l'uomo osservando con curiosità l'uomo che aveva di fronte e che gli ricordava un rettile.
- Po... Po... Pot... Pott... Potter!? – ripeté trattenendo il fiato e, portandosi una mano al turbante, mormorò qualche insulsa parola di scusa e scappò via come se avesse visto il diavolo.
- Come fai a conoscerlo, mamma? – domandò Elizabeth, ancora turbata dal dolore provato alla cicatrice sulla fronte.
- Tu conosci un sacco di gente strana mamma! – biascicò Harry massaggiandosi la cicatrice, gesto che non passò inosservato ai genitori.
- Ho letto qualche sua pubblicazione. – sorrise – Ma non credevo di trovarlo qua in stazione.
- Accantoniamo per un attimo il professor Quirrell, - parlò James – è il momento di essere sinceri, ragazzi.
- Ho sentito come una scossa elettrica fortissima, papà. – piagnucolò Elizabeth capendo subito a cosa stesse riferendosi il padre.
- È come se ci avessero messo sopra un ferro rovente. – annuì Harry con i grandi occhi lucidi.
- Questo non è buon segno... - mormorò Lily mordendosi il labbro, ma i loro discorsi furono interrotti dall'arrivo di Remus e di Sirius.
- Buongiorno famiglia! – salutò con un sorriso sincero Lupin raggiungendoli, aveva il viso stanco e si appoggiava a Sirius che lo guardava preoccupato.
- Remus. – lo abbracciò Lily – Che pessima cera che hai!
- Hm. – annuì – Ho passato dei momenti non troppo belli. – ammise.
- Sei sempre il solito ottimista, Lunastorta! – ringhiò a denti stretti Sirius – Diciamo che, l'ultimo incarico di Albus, lo ha costretto a restare troppo tempo nella...
- Sir. - lo zittì il mago sbiancando – Ti prego, non è il luogo adatto a parlarne. – lo baciò con dolcezza sulle labbra imbronciate, poi continuò – Ragazzi, anche voi state male?
- Preoccupati. – sospirò James - Dopo undici anni di silenzio, la loro ferita brucia. – spiegò sistemandosi gli occhiali sul naso.
- Guarda caso, proprio ora che devono iniziare a studiare magia e stregoneria. – mormorò meditabondo Sirius.
- Lo avevamo messo in conto. – fece un mezzo sorriso Lily.
- Sarà un anno interessante! – ridacchiò Harry.
- Molto. – annuì la gemella – Sbrighiamoci però, l'Espresso non aspetta.

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