I Doni della Morte

67 7 0
                                    

Da quando i ragazzi erano tornati ad Hogwarts erano trascorse alcune settimane durante le quali erano riusciti a distruggere gli Horcrux in loro possesso e, anche senza mai uscire dalla Stanza delle Necessità, sapevano grazie a Severus ed ai loro amici che l'intera Scuola era stata affidata ad alcuni Mangiamorte di Voldemort e che al Manor dei Malfoy la situazione era tesa all'inverosimile.Ogni volta che un frammento veniva purificato da una pozione o distrutto, Voldemort era dilaniato dal dolore e dalla rabbia che sfogava sui malcapitati che finivano nella traiettoria della sua bacchetta.- Lucius! – tuonò reggendosi la testa il mago oscuro.- Per servirvi, padrone. – rispose con un filo di voce l'uomo, era allo stremo delle forze per tutte le torture a cui era stato sottoposto.- Hai trovato quel traditore bastardo di tuo figlio? – ringhiò scoprendo i denti come un leone famelico.- No, mio signore. – scosse la testa biondo platino – Nessun segno di lui. - Né dei gemelli, padrone. – parlò Peter prostrandosi ai piedi del potente mago.Gli occhi rossi di Voldemort si strinsero in due fessure, stava per scagliare contro i suoi inetti servitori una serie di cruciatus ma il camino del Manor crepitò, attirando la sua attenzione.- Che spasso! – parlò una voce uscendo dal camino, sporcando il prezioso tappeto che c'era davanti – Non pensavo che fare il docente fosse così divertente.- È divertente vedere le facce spaventate di quei mocciosi. – rise una seconda voce.- Alecto e Amycus Carrow. – li chiamò Voldemort puntando contro di loro la bacchetta – Come osate interrompere il vostro signore e padrone mentre sta per infliggere una punizione?- Padrone, - si profuse in un profondo inchino Amycus – non volevamo interrompervi.- Non era nei nostri piani farlo, signore. – gli fece eco Alecto e, un attimo prima che l'oscuro mago scagliasse contro di loro un incantesimo, continuò – Ma portiamo buone nuove.- Che buone nuove? – fece un passo verso di loro Narcissa – Avete trovato mio figlio?- Taci inutile donna! – la zittì Lucius torcendole il braccio.- Tuo figlio? – la guardò Bellatrix alzando un sopracciglio – Puoi considerarlo morto. Se non perirà in guerra, penserò io stessa ad ucciderlo per aver tradito la sua famiglia e la causa.Narcissa spalancò gli occhi ed osservò la sorella con apprensione, avrebbe voluto urlare tutta la sua rabbia e la sua frustrazione, ma preferì tacere per non cadere vittima dell'ira di Voldemort e di suo marito.- Allora, Carrow, - sbuffò spazientito l'Oscuro Signore – quali sono queste "buone nuove" che dovrebbero salvarvi dalla mia punizione?I due Carrow si scambiarono uno sguardo d'intesa e, mentre un sorriso ferino curvava le loro labbra, raccontarono ai presenti le cose che avevano sentito sorvegliando i corridoi e le varie aule del Castello.- Quindi, - rise sguaiata Bellatrix – state dicendo che quei vermi dei Potter si nascondono a Scuola?- Noi li stiamo cercando in lungo e in largo. – ringhiò rabbiosamente Fenrir – E loro sono a Scuola.- Perché Severus non ci ha informati di questo? – domandò trattenendo a stento la sua rabbia Voldemort – Perché il Preside della Scuola, l'uomo che mi è da sempre fedele, non mi ha confidato una cosa simile?- Perché non lo sapevo. – rispose il Preside facendo il suo ingresso nel salone, nessuno aveva udito il camino crepitare e i Carrow sobbalzarono sentendolo alle loro spalle.- Non mentirmi! – rispose puntandogli la bacchetta contro Voldemort – Come potevi non saperlo?- Perché non sono stato a Scuola in queste settimane, mio signore. – replicò cercando di trattenere un brivido di paura.L'Oscuro Signore mandò la testa di lato e, senza avvisarlo, gli scagliò addosso un incantesimo di lettura della mente sondando nel profondo, cercando tra i ricordi passati e presenti qualcosa che potesse tradirlo o scagionarlo. Severus, colto alla sprovvista dall'invasione nella sua mente, perse l'equilibrio e cadde in ginocchio e, stringendo i denti, mostrò a Voldemort quella parte di ricordi "sicuri" che riguardavano le sue attività di Preside della Scuola, le punizioni inferte ai Sanguemarcio e le varie missioni alle quali aveva preso parte per suo ordine con Bellatrix e il marito.L'intrusione nella sua testa durò una dolorosa mezz'ora, al termine della quale Severus aveva il fiato corto e la fronte imperlata di sudore. Voldemort, arrabbiato per non aver trovato niente di particolare per cui punirlo, gli lanciò contro un paio di potenti cruciatus, solo per sfizio.Nel frattempo, ad Hogwarts, i gemelli Potter erano alle prese con l'ultimo degli Horcrux in loro possesso: avevano provato a distruggerlo con la spada di Grifondoro e con tutti i tipi di veleno che Severus aveva proposto ma niente lo aveva demolito.- Non è possibile. – si morse il labbro inferiore Elizabeth – Dobbiamo trovare il modo di romperlo. - È praticamente impossibile! – sbuffò rabbioso Harry – Le abbiamo provate tutte e...- Magari non abbiamo valutato qualcosa. – parlò Hermione facendo un passo verso di loro – Siamo tutti stanchi, sono giorni che non dormiamo o facciamo un pasto decente.- Il fratello di Dumbledore è un pessimo cuoco. – annuì con il viso scavato dalla stanchezza Draco – Ma almeno siamo a Scuola, lontano dalle grinfie dei Mangiamorte che vogliono la nostra morte.- Ed è qui che ti sbagli ragazzo. – parlò uno degli spettri della Scuola fluttuando poco lontano da loro.- Sir Nicholas. – lo accolse con un sorriso tirato la Grifondoro – Cosa vi porta in questo luogo?- Circolano strane voci fuori da questa stanza. – le rispose lo spettro muovendosi leggero – E non tutte sono foriere di belle notizie.- Voci? – alzò un sopracciglio Draco – Potrebbe farci la cortesia di essere più preciso?- Nicholas! – tuonò una voce baritonale – Quante volte ti ho detto che non puoi intrometterti nelle faccende dei vivi!- Barone Sanguinario. – lo chiamò Elizabeth – Vi prego, signore, non sgridate sir Nicholas. Voleva solo essere gentile.- Non c'è niente di cui essere gentili, signorina Potter. – ripose il fantasma di Serpeverde voltandosi verso di lei – La guerra incombe e tempi bui ci aspettano.- Perché non vuole che il fantasma dei Grifondoro ci aiuti, signore? – domandò Draco osservandolo da vicino per la prima volta.- Perché i fantasmi del Castello non devono intromettersi nelle faccende dei vivi. – rispose con tono cupo e, senza aggiungere altro, ordinò a Nick di seguirlo lontano da quella stanza.- Provate con del veleno di Acromantula, è molto raro e prezioso, ma il vostro insegnante di Pozioni dovrebbe averne alcune scorte nel suo magazzino privato. – mormorò prima di scomparire in uno scintillio argenteo il fantasma.- A quello non avevamo pensato, tanto vale provarci. – si strinse nelle spalle Harry.Draco si tormentò pensieroso le dita delle mani e, prima di riuscire a dare voce ai suoi pensieri, la porta della Stanza delle Necessità si aprì lasciando entrare qualcuno che chiedeva aiuto a gran voce. I quattro ragazzi si alzarono e corsero verso l'ingresso per aiutare una studentessa del secondo anno di Tassorosso che stava per cadere sotto il peso del corpo privo di sensi di Neville.- Cosa è successo? – domandò Draco togliendole quel peso da dosso.- Durante la lezione di Difesa, è intervenuto per proteggere me e mia sorella. Ha preso il nostro posto in duello ed è stato ferito, io... - ma non riuscì ad aggiungere altro, il corpo scosso dai singhiozzi.- Sei stata coraggiosa. – le sorrise Harry aiutando Draco a sorreggere il compagno di Casa – Adesso ci pensiamo noi.La ragazzina, dopo aver gettato un'ultima occhiata carica di gratitudine a Neville, seguì Elizabeth le verso il lungo tavolo dove tenevano le scorte di cibo ed acqua e, dopo averle versato del succo di frutta, la lasciò alle cure di alcune ragazze della sua Casa.Hermione e Draco si occuparono delle ferite di Neville: aveva alcune profonde lacerazioni su un braccio ed un fianco ed una emorragia interna che stavano già curando con le pozioni di Severus.- Dobbiamo sbrigarci a trovare una soluzione. – parlò tremando di rabbia Harry – Ogni giorno i nostri amici là fuori sono in pericolo per causa nostra, sono stanco di stare nascosto qui senza fare nulla.- Non sentirti così speciale, Potter. – ridacchiò Fred portando loro bende e disinfettante – Abbiamo scelto liberamente di aiutarvi.- È vero. – gli fece eco il gemello – Tutti noi siamo qui perché vogliamo fare la nostra parte. – sorrise scompigliando i capelli del giovane mago – Non vogliamo lasciarvi tutto il merito del successo dell'impresa!- George ha ragione: ci avete insegnato che ognuno di noi riveste in questa battaglia un ruolo fondamentale, che insieme possiamo fare la differenza... - continuò Fred mettendosi seduto a terra vicino ad Harry – Perciò, diteci cosa possiamo fare per aiutarvi! - Abbiamo bisogno del vostro aiuto per recuperare un veleno potente e raro. – parlò Hermione mentre fasciava attentamente il braccio di Neville – Un informatore ci ha detto che si trova nel laboratorio privato di Snape. - Che tipo di veleno? – domandò George osservando con attenzione le mani di Hermione che si muovevano.- Acromantula. – rispose Ron rabbrividendo, solo il pensiero di dover usare il veleno di quell'enorme ragno lo disgustava e lo faceva sentire a disagio.- Sarà una bella impresa. – annuì Fred dopo aver scambiato un'occhiata complice con il gemello e, dopo aver cercato insieme il modo migliore per entrare nelle stanze private di Severus, si prepararono ad uscire per andare a recuperare la fiala di quel prezioso veleno, coadiuvati dalla Mappa del Malandrino.- Siete sicuri di voler andare voi? – chiese Harry preoccupato e stanco di stare sempre chiuso lì dentro.- Ho piena fiducia nei miei fratelli. - gli sorrise Ron mettendogli una mano sulla spalla – Sono sicuro che riusciranno nell'impresa e torneranno presto da noi.- Mentre loro andranno a prendere la fiala di veleno, – parlò Hermione – voi concentratevi sull'enigma legato ai Doni della Morte.- Non so se è più difficile riuscire a capire dove sono stati nascosti o distruggere l'Horcrux! – sbuffò Harry sconsolato.- Abbiamo cercato dappertutto. – alzò gli occhi al cielo Elizabeth – Ma non siamo riusciti ancora a capire dove possano essere stati messi.- Saranno in un luogo sicuro. – la abbracciò Draco cercando di infonderle coraggio.- Forse avete cercato nel modo sbagliato. – le suggerì Luna porgendole una tazza di cioccolata calda – Magari vi siete concentrati troppo sulle cose che potete vedere ad occhio nudo e non su quelle che... potete sentire...I ragazzi si voltarono verso Luna, la ragazza rivolse loro un sorriso carico d'affetto, il discorso che aveva fatto aveva un senso: magari quello che stavano ancora cercando era protetto da un incantesimo che non erano riusciti a sbloccare.- Qualunque cosa succeda, - le baciò la tempia Draco – ricordatevi che non siete soli. Avete un esercito a combattere al vostro fianco.Elizabeth si strinse contro il petto del suo fidanzato e, prima che potesse aggiungere qualcosa, il bracciale di Harry brillò segno che Severus lo stava chiamando.Il Grifondoro si allontanò dal gruppo e, dopo essersi isolato con un incantesimo silenziante, sfiorò il bracciale per poter sentire la voce del suo compagno là fuori.Severus ed Harry parlarono per una mezz'ora, il Pozionista lo ragguagliò sulla situazione della Scuola e sulla rabbia che Voldemort non riusciva a trattenere: la distruzione degli Horcrux l'aveva indebolito fisicamente, facendolo diventare ancora più crudele nei confronti dei suoi nemici e dei suoi alleati, tanto da far escogitare a lui e Minerva un piano di fuga per i ragazzi nati babbani. Harry ascoltò con attenzione il racconto di Severus, la sua voce sembrava lontana e stanca, come se si stesse riprendendo da una lunga malattia ed il mago più giovane immaginò che fosse stato "usato" spesso come valvola di sfogo per l'ira del Mago Oscuro.- Harry. – lo chiamò il Preside facendolo sobbalzare – Va tutto bene?- Scusami. – mormorò il ragazzo – Stavo rincorrendo alcuni pensieri. Sono molto preoccupato per te. – ammise.- Lo sono anch'io per te e per tua sorella. – sospirò l'uomo e, dopo un breve silenzio, lo pregò di raccontagli della sua giornata e se avevano fatto progressi per distruggere l'ultimo Horcrux in loro possesso.Harry sorrise e, mettendosi comodo, accontentò la richiesta del suo compagno raccontandogli nel dettaglio delle sue giornate in compagnia di vecchi e nuovi amici nella Stanza delle Necessità; di come fosse scarsa la qualità del cibo che arrivava dalla Locanda del signor Dumbledore e di come si fossero divisi i compiti per aiutare i feriti ed addestrare chiunque volesse entrare a far parte dell'ED.Alla fine del racconto, intervallato da brevi risate di Severus, i due si salutarono con la speranza di potersi vedere al più presto.- Mi dispiace non poter venire lì.- So che non puoi farlo. – rispose cercando di mantenere il tono allegro – Qua non è sicuro, anche noi non sappiamo di chi poterci fidare.- Fai attenzione e prega gli altri di fare lo stesso.- Lo farò. Mi raccomando Sev, anche tu. C'è una cosa importante che devo dirti quando questa guerra sarà finita.- Anche io moccioso. – ridacchiò – Anch'io. – poi chiuse il contatto troppo stanco per riuscire a reggere ancora quel tipo di magia.Harry, un po' più sereno dopo aver parlato con Severus, sciolse l'incantesimo silenziante nel quale si era chiuso e raggiunse Hermione e Ron che erano intenti ad insegnare incantesimi di attacco e difesa ad un gruppo di studenti.I gemelli Weasley, dopo aver preso in prestito il Mantello dell'Invisibilità dei Potter e la Mappa del Malandrino, uscirono nel corridoio e si mescolarono al resto degli studenti: i loro volti erano tesi e tristi, i quadri pieni di colori e di vita erano stati tolti e sostituiti da dipinti con soggetti arcigni che ripetevano come un mantra quanto fosse potente e invincibile Voldemort e di come sarebbero cambiate in meglio le cose una volta che la guerra fosse stata vinta da lui.- A morte i babbani! – strillò una strega con lo sguardo da folle ed alcuni studenti del primo anno, nati babbani, scapparono via in lacrime.Fred serrò con rabbia la mascella e, osservando il movimento dei Ghermidori sulla Mappa, camminò con il gemello lungo il corridoio principale per raggiungere la stanza di Severus; il loro cammino venne bloccato da un allarme che iniziò a suonare in tutto il Castello.- Tutti gli insegnati, i Ghermidori e i Mangiamorte sono attesi in Sala Grande per una riunione straordinaria. – risuonò forte tra le mura di pietra la voce di Severus.- Ma perché quel pipistrello guastafeste non ci lascia mai divertire! – sbottò Pansy parlando con altri studenti che avevano preso il Marchio.I gemelli Weasley si bloccarono schiena contro il muro, vedere con i loro occhi Pansy in compagnia delle nuove reclute di VoldemortAcromantula spezzò i loro cuori. Soprattutto quello di George, che era ancora molto innamorato di lei.- Perché lui non sa divertirsi! – ridacchiò un mago Tassorosso dall'aria allucinata.- Zitti! – li sgridò uno dei Ghermidori – Imparate a stare al vostro posto, inutili pedine.- Muovetevi, - gracchiò una strega assottigliando gli occhi – non facciamo aspettare Snape.- Tu sai qualcosa? – domandò il Ghermidore passando vicino a Fred e George.- Ho sentito delle voci. – annuì – Sembra che lei sia stata trovata! È stata catturata da una delle nostre squadre di rastrellatori. Nessuno potrà salvarla.I gemelli, trattenendo il respiro, seguirono i Mangiamorte che stavano andando verso la Sala Grande dov'erano stati riuniti tutti.- Chissà cosa deve dirci quell'unto pipistrello! – parlò una voce maschile poco lontano dal loro nascondiglio.- Non riesco a capire chi sia più fuori di testa tra lui e l'Oscuro Signore. – ridacchiò una strega che si stava trillando i capelli appoggiata ad una colonna.- Tra punizioni, spedizioni e turni di guardia stiamo impazzendo un po' tutti. – ringhiò Fenrir Greyback sputando a terra – Non vedo l'ora di trovare e sventrare quei maledetti gemelli.- L'Oscuro Signore vincerà e per noi sarà bellissimo! – parlò una strega con voce sognante e George sentì un brivido corrergli lungo la schiena, lui e suo fratello dovevano allontanarsi e cercare un posto più sicuro dove nascondersi per ascoltare senza essere scoperti.Camminando tra i tavoli delle quattro Case, i giovani Weasley individuarono la professoressa McGonagall che era circondata da alcuni docenti di Hogwarts dall'aria smarrita e spaventata.- Cosa succederà adesso? – parlò l'insegnante di Erbologia.- Chi sarà stato catturato? – le fece eco Filius Flitwick guardandosi attorno.- Hanno detto che è stata trovata una lei. – mormorò tormentandosi le mani Minerva, il suo pensiero era rivolto al gruppo degli studenti che sapeva fuori dalle mura del Castello e sperava che né Elizabeth né Hermione fossero state prese dai rastrellatori di Voldemort.Severus entrò nella Sala usando la porta dei docenti e, senza volgere neanche uno sguardo alla folla riunita, si diresse verso lo scranno pronto ad iniziare il suo discorso.Fred e George si nascosero di fianco ad una colonna e, mentre nella stanza calava il silenzio, alzarono gli occhi verso il soppalco dov'erano Severus, i coniugi Lestrange ed alcuni Mangiamorte. Il Pozionista iniziò a parlare con voce alta e sicura, ragguagliandoli sulle importanti novità che gli avevano riportato alcune ore fa i rastrellatori di Voldemort.Il gruppo di docenti dell'Ordine della Fenice ascoltava il racconto del nuovo Preside trattenendo il fiato: la professoressa di Erbologia si tormentava le mani sporche di terra e borbottava quella che sembrava un'antica preghiera pagana, Minerva la pregò di fare silenzio e di smetterla di lagnarsi che a quello bastava la docente di Divinazione. Fred scosse la testa e ridacchiò: la Capo Casa Grifondoro restava sempre la migliore, qualunque fosse la situazione che doveva affrontare non si lasciava mai prendere né dal panico né dalla rabbia. "Mi piacerebbe diventare come lei" pensò continuando a sorridere, poi tornò a concentrarsi sul discorso dei Mangiamorte sul soppalco e scoprì chi avevano catturato: una strega, alleata dell'Ordine della Fenice, a cui avevano affidato un compito delicato ed importante e che, visto il suo potere, Voldemort non voleva sul campo di battaglia durante lo scontro finale.- Dove si trova questa traditrice del suo sangue? – domandò qualcuno tra la folla e Minerva ringraziò Merlino per la stupidità di alcuni dei nuovi Ghermidori.Severus abbassò lo sguardo freddo sul giovane mago che aveva parlato e, certo che la Vice-Preside riuscisse a capirlo, rispose alla domanda usando una risposta in codice.- Devo andare. – bisbigliò Minerva con un sorriso soddisfatto sulle labbra – Fate in modo che nessuno si accorga che sono uscita prima dalla Sala.- Tranquilla. – annuì il professore di Incantesimi – Immagino che tu abbia capito il messaggio di Severus.- Ovviamente! – alzò gli occhi al cielo la donna che, controllando di non essere vista da nessuno, sgusciò verso una delle uscite nascoste della Sala Grande, una di quelle usate dai docenti per entrare ed uscire rapidamente dalla stanza. George, dopo aver dato un colpo di gomito al gemello, mimò con la mano il gesto di uscire per seguire la donna ed avere da lei maggiori informazioni. Quando lei entrò nella sua aula, i gemelli Weasley sgusciarono fuori dal Mantello.- Professoressa. – la chiamò Fred facendola sobbalzare.- Per la spada di Godrick Grifondoro! – rispose Minerva abbassando la bacchetta – Signori Weasley, cosa ci fate qui?- Siamo in missione. – rispose George con un'alzata di spalle e, dopo aver lanciato alcuni incantesimi silenzianti ed anti-intrusione, chiese alla loro Capo Casa un rapido ma dettagliato aggiornamento sulla situazione.Minerva annuì e dopo aver inviato il proprio Patronus all'Ordine della Fenice, ragguagliò i suoi studenti sulle ultime novità successe nel Castello. Alla fine del resoconto, Fred si accasciò su uno dei banchi chiedendo:- Chi è stato trovato? Perché ha inviato un messaggio con il Patronus?- È stata trovata dai Mangiamorte una nostra potente alleata. Ho inviato le informazioni per poterla liberare alle squadre dell'Ordine che sono sulle sue tracce.- Ingegnoso. – sorrise George – Rassicuri i nostri insegnanti: Harry, Liz e 'Mione sono al sicuro e stanno facendo del loro meglio per mettere fine a questa guerra assurda.- Grazie signor Weasley. – ricambiò il sorriso Minerva – Queste informazioni sono preziose per noi, ci danno forza per continuare.- Manca poco, signora. I ragazzi hanno distrutto quasi tutti gli Horcrux, devono solo capire il mistero legato ai Doni della Morte e perché sono così preziosi per Voldemort.- Spero che trovino presto le risposte che cercano. – annuì sorridendo grata – Adesso è meglio che andiate, giovani Weasley. – li pregò – Non è sicuro per voi stare troppo tempo in mia compagnia: tutti siamo sorvegliati dagli uomini dell'Oscuro Signore.- Grazie per aver parlato con noi, professoressa. Porteremo le sue informazioni ai ragazzi, ne faranno buon uso. – le sorrise Fred.- Se possibile, tenga il Preside Snape occupato per una ventina di minuti che dobbiamo prendere qualcosa dalla sua stanza. – le strizzò l'occhio George e, mentre Minerva alzava gli occhi al cielo, loro sparirono sotto al Mantello, uscendo dall'aula senza essere visti.Facendo attenzione a restare perfettamente nascosti, i gemelli Weasley raggiunsero l'appartamento di Severus e, grazie ad una serie di incantesimi imparati da Sirius, riuscirono ad aprirne la porta velocemente.Nel corridoio alle loro spalle c'era un grande fermento: sembrava che i Ghermidori volessero organizzare una festa per la cattura della potente strega e, distratti dalla "vittoria" riportata sull'Ordine della Fenice, abbassarono leggermente la guardia lasciando il tempo a Fred e George di agire indisturbati.Seguendo le indicazioni di Sir Nicholas, i due Weasley trovarono le fiale del veleno di Acromantula nella scorta privata del Preside e, dopo averne prese alcune, lasciarono indisturbati il suo appartamento per tornare nella Stanza delle Necessità. - Sono tornati! – li annunciò Luna non appena uscirono dal mantello.- Ragazzi! – andò loro incontro Elizabeth – Allora, com'è la situazione là fuori?- Indescrivibile! – replicarono in coro e, dopo averle passato il Mantello e le fiale del veleno, si diressero al tavolo dov'erano gli altri ragazzi.- Weasley. – biascicò Draco – Bentornati.Fred rispose con un mezzo sorriso e, mentre il gemello iniziava a raccontare le cose che aveva appreso dalla professoressa McGonagall, si servì una burrobirra fresca.- Ci sono molti feriti là fuori? – domandò a mezza voce Harry.- Non lo so. – ammise Fred scuotendo la testa – Non abbiamo avuto molto tempo per controllare le aule o l'Infermeria.- Sappiamo solo che stanno facendo vivere i nati babbani nel terrore più completo. E che... Pansy ha deciso di passare dalla parte dell'Oscuro Signore. – concluse George.Gli occhi di Hermione si riempirono di lacrime: lei che adorava la sua parte magica e tutte le cose che aveva imparato, non trovava giusto che altri vivessero quella condizione come una punizione anziché un dono.- Cambieremo le cose 'Mione! – le sorrise Harry.- Non permetteremo all'Oscurità di avere la meglio. – annuì Lavanda – Tutti noi abbiamo il diritto di vivere le nostre vite nel modo più felice possibile.- Concordo. – sorrise Elizabeth – E sono grata ad ognuno di voi per l'aiuto che ci state dando.- Lo facciamo per i nostri figli, nipoti, fratelli. – si strinse nelle spalle una ragazza del settimo anno – Io sono una nata babbana, non voglio che la mia discendenza venga resa schiava dai Purosangue.- Nessuno vuole che nessuna creatura sia schiava di un'altra! – rispose stringendosi nelle spalle Draco – È per questo che siamo qui, no? Per dare a tutti una possibilità di vivere senza essere oppressi.Il corridoio di collegamento si aprì improvvisamente, nella Stanza delle Necessità scese il silenzio e tutti gli studenti rifugiati lì si fermarono a guardare i nuovi arrivati: Aberforth, Sirius, Remus, Arthur, Bill Weasley ed una strana figura completamente avvolta in un pesante mantello nero.Aberforth e Sirius stavano litigando furiosamente tra loro, coinvolgendo nel loro scambio colorito di battute ora Remus ora la strana figura avvolta nel mantello.- Non dovevate portare il pacco qua! – ringhiò Aberforth indicando la figura misteriosa – Perché siete venuti a nascondervi qua?- Perché Remus è stato ferito gravemente. – rispose Sirius indicando con un cenno del capo il suo compagno – Non potevo rischiare di arrivare a Grimmauld Place con la smaterializzazione, si poteva spezzare.- Non è un mio problema. – si strinse nelle spalle l'uomo – Il mio compito è quello di proteggere i ragazzi, questo non è proteggerli ma mettere sulle loro schiene un bersaglio ancora più grosso.- Vorrei farvi notare, che non vi ho chiesto io di essere salvata! – parlò la figura avvolta nel mantello abbassando lentamente l'ampio cappuccio nero che la nascondeva.I due maghi, presi dalla discussione, si zittirono non appena la persona misteriosa sbucò fuori dal suo mantello. Gli studenti nella Stanza delle Necessità iniziarono a mormorare sommessamente tra loro, la persona in compagnia dei maghi adulti era una giovane e bellissima donna con lunghi capelli neri con venature viola e blu e gli occhi azzurri più chiari che la maggior parte dei presenti avesse mai visto, sembravano due laghi di montagna.- Nessuno ti ha invitata nella conversazione! – le disse duramente Sirius, preoccupato per la salute del compagno più che per la sicurezza degli studenti.- Me ne sono accorta, grazie. – rispose con un'alzata di spalle lei che, guardandosi attorno, sobbalzò stupita nel vedere tanti ragazzini che la osservavano con gli occhi sgranati. Sirius, la strega ed Aberforth ripresero a discutere tra loro pesantemente e Remus, sempre più pallido, fu accompagnato in una delle poltrone da Bill ed Arthur, che poi corse a cercare delle pozioni per curarlo.- Cosa sta succedendo qui? – chiese Elizabeth mettendosi tra Sirius e Aberforth – È un nuovo gioco? Siamo finiti nella versione magica di "spaventa a morte i tuoi compagni di Scuola"? Gli adulti si zittirono per guardarsi intorno e, mentre le labbra della strega Serpeverde si stendevano in un sorriso soddisfatto, Harry le si affiancò dicendo:- Ecco, adesso che abbiamo la vostra attenzione, vi preghiamo di smetterla di urlare e di insultarvi a vicenda, state spaventando i nostri amici.- Lizzy! Harry! – ringhiò Sirius usando il suo tono da Gramo; ma, mentre Harry faceva un passo indietro, lei lo guardò limitandosi a mutare i suoi occhi e la sua lingua, ricordandogli che non temeva la sua versione Animagus.- Signor Dumbledore, grazie per averli scortati nella Stanza delle Necessità. – parlò Harry mettendosi tra la nuova arrivata e il fratello minore del loro compianto Preside.- Non era mia intenzione farlo. – biascicò seccato il locandiere – Ma ormai è tardi per rimediare. – concluse con un'alzata di spalle e, dopo aver gettato un'occhiata rabbiosa alla giovane donna e Sirius, sparì nel corridoio di collegamento senza aggiungere altro.La strega, ancora avvolta nel suo pesante mantello nero, scosse piano la testa sentendosi improvvisamente stanca: avrebbe dovuto ringraziare i tre maghi per averla salvata dalle grinfie dei Ghermidori di Voldemort, ma non sopportava di essere trattata con superficialità e, sbuffando contrariata, si rese conto che quel Black che l'aveva salvata era stato allontanato dalla studentessa solo quando sentì una voce vicino a lei dire:- Ciao, piacere di conoscerti. Io sono Harry Potter.- Onorata di fare la tua conoscenza. – rispose girandosi a guardarlo – Mi chiamo Lintag Cahaya (una stella di luce).- Scusa il comportamento dello zio Sirius. – le sorrise dopo averle stretto la mano – È molto protettivo nei confronti del suo compagno.Lintag emise un breve sbuffo, ma evitò di dire a quel giovane mago che c'erano altri modi meno barbari e cafoni di stare vicino al proprio compagno, ma non aveva senso sfogare su di lui la propria stanchezza.- Posso offrirti qualcosa da bere? – le domandò mentre Elizabeth era riuscita a far ragionare Sirius che, finalmente, stava prendendosi cura del compagno ferito.- Gradirei un the. – annuì Lintag.Harry la guidò verso uno dei tavoli e, mentre pensava a che tipo di the potesse piacere a quell'esotica creatura, la Stanza delle Necessità ascoltò i desideri della nuova arrivata facendole trovare il suo the preferito ed alcuni dolcetti tipici della sua terra natia.- Wow. – parlò Lintag stupida – Hogwarts è davvero magica.- Lo è. – annuì Harry addentando un muffin al cioccolato – Questa stanza più di tutte. – ammise.- Finalmente si è calmato. – sbuffò Elizabeth abbracciando il gemello da dietro – Non lo sopporto quando si mette in modalità "cane da guardia"!- Tu sai essere peggio di lui. – rise il gemello.- I gemelli Potter. – sussurrò sgranando gli occhi chiari la strega – Non ci credo che sono davanti a voi.- Ciao. – le sorrise Elizabeth – Io sono Elizabeth, piacere di conoscerti.- Piacere mio, io sono Lintag Cahaya.- Che nome esotico il tuo. – mandò la testa di lato Luna che li aveva raggiunti – Da dove vieni Lintag?- Arrivo da una piccola isola dell'Indonesia. – rispose con un sorriso osservando i capelli biondissimi della strega.- Anche la vostra isola è afflitta dalla piaga dei gorgosprizzi? – le domandò la Corvonero porgendole una copia del giornale redatto da suo padre.Lintag prese titubante il giornale dalle mani della studentessa e si limitò a scuotere la testa in risposta alla sua domanda. Luna le dedicò un sorriso sincero, poi si allontanò dal tavolo per raggiungere Ginny e gli altri che si stavano allenando poco lontano.- Looney non è cattiva. Vive in un universo parallelo, popolato da strane creature, ma è sempre pronta a dare una mano. Ciao, io sono Draco Malfoy.- Malfoy, il tuo cognome non mi è nuovo. – lo squadrò stringendo gli occhi – Tuo padre è venuto spesso sulla mia isola, si comportava da padrone solo perché possiede molti soldi.- Non sono mio padre. – ringhiò il Serpeverde – Non sopporto che qualcuno mi giudichi a causa del mio maledetto cognome, soprattutto qualcuno che nemmeno mi conosce.Lintag sobbalzò, poi le sue labbra si aprirono in un ampio e radioso sorriso quel giovane mago aveva appena superato il suo test e, senza aggiungere altro, continuò a bere il suo the osservando con attenzione la Stanza della Necessità e il resto dei suoi occupanti.Scusandosi, i gemelli lasciarono Lintag in compagnia di Draco ed Harry raggiunse Remus, ansioso di essere messo al corrente sulle ultime novità del mondo esterno e su Lily che non sentiva da alcuni giorni.- Harry. – lo accolse Arthur con un sorriso stanco.- Vi direi ben arrivati, ma avete portato troppo scompiglio per farlo! – sorrise il Grifondoro – Posso chiedere alla Stanza qualcosa da bere per voi?- Io ho visto della burrobirra laggiù, - sorrise Bill – prenderò un boccale di quella. - Per me niente, - scosse piano la testa Remus – non credo che alcool e medicinali siano un buon connubio. – concluse ed Elizabeth si ritrovò ad annuire.- Neanche lo zio Sir prenderà qualcosa di alcolico da bere, - parlò la Serpeverde – diciamo che è un po' troppo nervoso e bere non lo aiuta a distendere i nervi... Anzi... - concluse lanciando uno sguardo al padrino che incassò la testa tra le spalle.- Io passo grazie. – scosse la testa Arthur – È stata una giornata molto impegnativa e non vedo l'ora di tornare a casa da Molly.- Salutala tanto da parte nostra. – sorrise comprensivo Remus – E cerca di riposare non hai una bella cera.Il capofamiglia Weasley sbuffò una risata e, dopo aver salutato con un abbraccio da orso i figli, sparì nel corridoio di collegamento tra la stanza e il pub di Dumbledore per prendere il camino e tornare a casa.Harry invitò gli zii e Bill a sedere nelle poltrone che erano state lasciate libere dai suoi compagni di classe e, mentre Hermione correggeva gli attacchi di alcuni ragazzi del settimo anno, il Grifondoro puntò i suoi occhi verdi in quelli di Sirius chiedendogli dettagliate spiegazioni su chi fosse realmente Lintag e perché l'avessero condotta lì. Bill si appoggiò allo schienale imbottito della poltrona sospirando, l'ultimo duello aveva prosciugato gran parte del suo nucleo magico ma non poteva ammetterlo per non far preoccupare i fratelli minori e i suoi amici.Remus sorrise davanti alla curiosità del suo alunno e, zittendo Sirius che stava per condividere tutte le informazioni raccolte, chiese agli studenti di poter parlare in privato perché erano in possesso di alcune informazioni che non potevano condividere in quella stanza. Il Grifondoro annuì e, alzandosi dalla poltrona, li invitò a seguirlo rassicurandoli che Elizabeth li avrebbe raggiunti in compagnia di Draco ed Hermione. Gli studenti scortarono i nuovi arrivati nella Camera dei Segreti e, quando la porta si chiuse alle loro spalle, li pregarono di raccontargli tutta la verità, senza nascondere nemmeno il più piccolo particolare. Remus, dopo aver scambiato eloquenti occhiate con Sirius e Bill, si voltò verso i ragazzi e condivise con loro tutto ciò che avevano scoperto sull'isola indonesiana dove avevano trovato Lintag e sull'enorme potere costudito in quel luogo.L'insegnante di Difesa, appoggiandosi stancamente contro una parete, disse ai suoi studenti che ad intervalli di tempo regolari, sull'isola nasceva un mago, o una strega, in possesso di un potente dono: riconoscerlo era facile perché possedeva dei tratti distintivi che lo rendevano unico tra la sua gente. Lintag era la strega che gli Spiriti dell'Isola avevano scelto come "contenitore" del dono: lei aveva la straordinaria capacità di annullare il potere dei Dissennatori grazie all'energia che riusciva a sprigionare, era come se potesse creare e gestire un centinaio di Patronus tutti insieme.Draco ascoltava la storia raccontata da Lupin con gli occhi sgranati, lui aveva letto di quella storia in uno dei libri antichi della biblioteca del padre, ma aveva sempre pensato che fosse solamente una leggenda, una storia per bambini e non ci fosse niente di reale in quelle parole.- Draco? – lo chiamò Bill preoccupato dal suo strano comportamento – Stai male?- Ehm... No... - scosse la testa biondo platino – Le parole del professore mi hanno sorpreso. – ammise con un'alzata di spalle – Conoscevo la storia degli abitanti dell'Isola di Papua Niu Gini. – e, senza esitare, raccontò ai presenti tutto ciò che sapeva sull'Isola e sulla particolarità dei suoi abitanti.- Lei è nostra alleata? – domandò Elizabeth senza giri di parole.- Sì, - annuì Sirius – quasi tutti i maghi e le streghe della sua tribù fanno parte dell'Ordine. Sono da sempre nostri alleati contro il male ed hanno combattuto ogni volta che ne abbiamo avuto bisogno.- Vero. – sorrise Bill – La posizione corretta dell'Isola è celata da potenti incantesimi, è molto difficile riuscire a trovarla e molti esploratori magici hanno perso la testa cercandola.- Quindi lei si occuperà dei Dissennatori. – parlò dopo un attimo di silenzio Harry – La sua presenza è importante, durante lo scontro sarà impossibile proteggere i nostri alleati da quelle non-creature.- Concordo. – sospirò Draco – Non è facile lanciare Patronus e difendersi da chi non vuole altro che vederti morto stecchito! Elizabeth ed Hermione annuirono, avevano molte domande e curiosità ma decisero di tenere a freno la lingua, avrebbero avuto tempo dopo per approfondire le loro conoscenze.Sirius stava per riprendere a parlare quando il bracciale di Harry iniziò a lampeggiare.- Strano. – borbottò il Grifondoro – Non ci sentiamo mai prima di sera.- Ho un brutto presentimento. – si morsicchiò un'unghia Hermione – Rispondi subito Harry.Il mago annuì e, dopo aver sfiorato la pietra sul bracciale, la stanza fu investita dalle urla spaventate degli studenti e dalla voce di Voldemort che rimbombava tra le antiche mura della Scuola.- Consegnatemi i gemelli Potter e a nessuno verrà fatto del male. – Harry ed Elizabeth si presero per mano, erano sbiancati nel sentire la voce del mago che voleva ucciderli che era vicino, più vicino di quanto pensassero - Consegnatemi Harry ed Elizabeth Potter e lascerò la scuola intatta. Portatemi viva la strega, consegnatemi il mago e verrete ricompensati. - Ci siamo. – parlò dopo aver ingollato a vuoto alcune volte Remus – Non possiamo più rimandare lo scontro.- Siamo stanchi di stare nascosti. – annuì sicura di sé la Serpeverde – È da tutta la vita che ci preparate per questo scontro. - Siamo pronti. – le fece eco il gemello che, dopo aver toccato nuovamente la pietra sul bracciale aveva disconnesso la comunicazione – In un modo o nell'altro metteremo fine a questo incubo.- Dobbiamo fare del nostro meglio. – approvò Hermione.- Sarà divertente scendere sul campo di battaglia al vostro fianco. – annuì Draco, gli occhi scintillavano divertiti – Mio padre ha sempre immaginato che in questo giorno io sarei stato al suo fianco, sono onorato e felice di avere avuto la possibilità di fare una scelta diversa.Elizabeth si allontanò dal gemello, raggiunse il fidanzato e lo baciò a lungo e dolcemente sulle labbra.- Hermione. – la chiamò Sirius – A che punto siete con la distruzione degli Horcrux?- Abbiamo superato brillantemente una battuta d'arresto, - li ragguagliò con un sorriso felice la strega – grazie ai nuovi materiali che ci avete portato, siamo riusciti a distruggere tutti gli Horcrux in nostro possesso.- Ed avete capito gli indizi che vi ha lasciato Albus? – chiese Remus con un sorriso stanco.- Su quelli abbiamo ancora dei dubbi. – scosse la testa bruna la ragazza – Sento che ci sono delle cose che mi sfuggono.- Hai provato a chiedere aiuto ai tuoi amici? – le domandò Bill mettendosi seduto su una sporgenza rocciosa – A volte si ha solo bisogno di un cambio di prospettiva.Hermione arrossì leggermente ed abbassò lo sguardo con aria colpevole: non aveva pensato di chiedere aiuto ai compagni di Scuola, aveva condiviso le sue idee solo con i suoi compagni di viaggio ma erano tutti troppo concentrati su altro per vedere le cose da un'altra prospettiva.- Onestamente no. – ammise – Non volevo disturbare gli altri, - si strinse nelle spalle – tutti stanno facendo del loro meglio per garantire la nostra sicurezza e...- Ed hanno scelto liberamente di far parte dell'Esercito di Dumbledore. – le mise una mano sulla spalla Harry – Abbiamo commesso un errore in buona fede, - le dette un bacio sulla tempia – volevamo evitare di coinvolgerli nei nostri casini senza pensare che...- Ci sono immersi fino al collo! – concluse la frase Sirius – C'è qualcuno di cui ti fidi, signorina? Qualcuno che potrebbe darti un'altra chiave di lettura?- Sì, - annuì la Grifondoro – ho almeno un paio di persone a cui posso chiedere.- Ottimo. – parlò Elizabeth che, abbracciata a Draco, aveva ascoltato con interesse la conversazione – Allora raggiungiamo il resto dell'ED e mettiamoli a conoscenza dei dettagli del nostro piano. – ghignò guardando Hermione e Draco – Perché noi abbiamo un piano vero?La strega Grifondoro sbuffò una risata dal naso e, camminando lungo il corridoio, scosse la testa replicando che era del tutto inutile creare un piano perché inevitabilmente qualcosa andava storto costringendoli ad improvvisare. Gli adulti e gli studenti scoppiarono a ridere dandole ragione e, mentre aprivano la porta per tornare nella Stanza delle Necessità, furono raggiunti dalla voce crudele di Voldemort che rimbombava tra le pareti:- Consegnatemi i gemelli Potter e a nessuno verrà fatto del male. Consegnatemi Harry ed Elizabeth Potter e lascerò la scuola intatta. Portatemi viva la strega, consegnatemi il mago e verrete ricompensati. - Harry! Lizzy! – li accolse con un sospiro sollevato Ginny – Siete qui e state bene! – continuò abbracciando strettamente entrambi.- Ci avete fatto preoccupare. – annuì una ragazza del settimo anno Tassorosso – Nessuno vi aveva visti allontanarvi.- Scusate! – alzò le mani Harry a disagio – Avevamo delle cose importanti da discutere privatamente.- È bello vedere che in tanti sono al vostro fianco. – parlò Lintag raggiungendoli, i suoi occhi chiari brillavano – Sono felice di poter essere qui, a combattere con voi.I gemelli sorrisero un po' a disagio poi, seguendo le indicazioni di Bill, radunarono gli studenti presenti iniziando ad imbastire con loro un piano per affrontare al meglio l'inizio sempre più imminente della guerra.Alla fine della riunione, gli studenti si divisero in vari gruppi: nella Stanza delle Necessità la tenzione era molto alta e tutti sobbalzarono quando una strana esplosione fece salire una voluta di fumo dalla zona dov'erano i gemelli Weasley ed altri studenti.- Scusate! – borbottò Fred tossendo.- Stavamo provando a creare una nuova pozione. – sbuffò George passandosi la mano sul viso annerito dal fumo.- Qualcosa che potesse esserci utile sul campo di battaglia. – annuì l'altro – Ma abbiamo sbagliato a versare un componente e...- Eccoci qua! – ridacchiò il gemello coinvolgendo nella sua risata chi aveva vicino.- Sempre i soliti! – scosse la testa Bill raggiugendoli – Voi ci farete fuori prima dei Mangiamorte di Voldemort! – li abbracciò – Ma non vi cambierei per niente al mondo! – concluse a voce talmente bassa, che solo i suoi fratelli riuscirono a sentirlo.I gemelli Weasley ricambiarono l'abbraccio da orso del fratello maggiore, Bill era preoccupato per la sicurezza della moglie e del bambino che portava in grembo, li aveva raggiunti per combattere con loro ma il suo cuore era in Francia dove Fleur lo aspettava in compagnia del resto della sua famiglia.Quando lo scoppiò di ilarità e paura passò, i ragazzi tornarono a confabulare tra loro mettendo a punto gli ultimi dettagli per scendere in campo.Remus si voltò ad osservare il suo compagno e, notando la sua espressione tesa, gli domandò cosa lo preoccupasse e se c'era qualcosa che poteva fare per aiutarlo.- Non sono d'accordo con il piano deciso dai gemelli. – ripose scuotendo la testa Sirius – Trovo che sia troppo rischioso. Tutto questo per dare una possibilità a Snivellus. – bofonchiò l'uomo a bassa voce, ma Remus lo sentì e gli lanciò un'occhiata ammonitoria.- Capisco che la cosa ti preoccupi, non abbiamo garanzie ma i ragazzi saranno protetti dai loro amici e compagni di Scuola. – glieli indicò con un cenno della testa – Guarda in quanti si sono uniti all'Esercito di Dumbledore, tutti vogliono mettere fine alla guerra e rendere sicura la vita delle persone che amano. – gli sorrise – E tu dovresti capire bene come si sente Harry in questo momento: Severus è il suo compagno e lui vorrebbe solo averlo vicino e saperlo al sicuro; sai che, se gli succedesse qualcosa, Harry smetterebbe di combattere e Voldemort avrebbe più possibilità di vincere.- Lo so. – sbuffò sprofondando in una delle poltrone più vicine – Ma questo non deve piacermi per forza, no?Remus gli dedicò un sorriso stanco ed annuì: Sirius era molto protettivo nei confronti dei gemelli, li considerava come figli e sapere che Harry aveva scelto come compagno la sua nemesi, lo rendeva irritabile e geloso.- Dopo che questa merda sarà finita. – parlò il cercatore di manufatti strappandolo dai suoi ragionamenti – Vorrei sposarti, Rem, e adottare un paio di marmocchi. Che ne pensi?- Che sei romantico come una mandragola Sirius Black! – alzò gli occhi al cielo il Licantropo, felice di avere accanto quell'uomo.Sirius scoppiò a ridere e, dopo essersi tirato addosso Remus, gli sussurrò all'orecchio che lui le smancerie preferiva farle in camera da letto, quand'erano soli e non in mezzo a quei ragazzini che avevano ancora la bocca sporca di latte. Remus sorrise, gli accarezzò il viso e lo baciò dolcemente sulle labbra, trovandosi in accordo con lui.Nella Scuola il tempo sembrava essersi dilatato per quanto scorreva lentamente; gli studenti erano vittime del panico, non sapevano cosa fare né dove andare e si erano riuniti nelle rispettive Sale Comuni in attesa di essere raggiunti dai professori per avere da loro un consiglio e una parola gentile.Felice per aver portato il panico e lo scompiglio tra le mura della Scuola di Magia, Voldemort radunò pochi dei suoi più fedeli servitori e li condusse in una missione segreta: la cattura di una squadra di Auror guidata da Lily Potter, per avere su alcuni degli studenti ancora maggior ascendente sul buon esito della battaglia.Mentre Lilian Evans in Potter si dimenava come un'esca attaccata all'amo cercando di fuggire, l'Oscuro Signore raggiunse la Foresta Proibita, pronto ad incontrare i suoi alleati e pianificare con loro l'attacco alla Scuola; ignaro che i membri dell'ED, dopo aver indossato le loro uniformi, uscirono dal loro nascondiglio scortando i gemelli Potter, pronti a dare il loro contributo in quella battaglia.- Harry. – lo chiamò Elizabeth sistemandosi la divisa Serpeverde – Sei riuscito a metterti in contatto con Sev?- Purtroppo no. – sospirò il mago – Ho provato a chiamarlo più volte, ma alla fine mi sono dovuto arrendere.- Forse era insieme agli sgherri a pattugliare i corridoi. – si strinse nelle spalle Draco legandosi la cravatta.- Spero solo che stia bene. – si strinse nelle spalle mentre uno strano brivido gli correva lungo la spina dorsale: erano arrivati a capire che nella storia de "I Doni della Morte" c'era un fondo di verità e che la Bacchetta di Sambuco, quella più potente tra tutte, esisteva davvero ed era in cerca di un padrone dal cuore oscuro e crudele quanto lei.- Lui sa come difendersi. – cercò di fargli coraggio Hermione poggiandogli una mano sulla spalla – Lo ha fatto per tutta la vita, adesso ha un motivo in più per restare vivo.- Forza Pottah! – gli dette una spallata giocosa Draco – Non fare il melodrammatico, non sei una donzella in pericolo.- Donzella no. – rise Harry, felice di avere i suoi amici vicino in quel momento – In pericolo, forse.- Ragazzi. – li chiamò Ron – Non abbiamo più tempo. Dobbiamo andare.Annuendo, gli studenti scemarono a piccoli gruppi fuori dalla Stanza delle Necessità e raggiunsero il più silenziosamente e velocemente possibile la Sala Grande dove si stavano radunando tutti gli altri.La voce di Voldemort continuava a rimbalzare tra le mura del Castello, spaventato i maghi e le streghe dipinti nei quadri, rendendo il cammino fino alla Sala Grande ancora più pietoso e complicato.Harry ed Elizabeth camminavano a testa bassa al centro dell'ultimo gruppo di studenti, si tenevano saldamente per mano e cercavano di mantenere la calma anche se i loro cuori battevano come rulli compressori impazziti.- Ho paura. – parlò Harry dentro la testa della gemella – Spero che vada tutto bene.- Anch'io ho paura, fratellino. – mormorò Elizabeth – Siamo, finalmente, alla resa dei conti e farò tutto ciò che è in mio potere per vincere.- E se... - Harry cercò gli occhi azzurri della sorella coi suoi – Uno di noi dovesse morire?- Se dovesse servire per uccidere Voldemort, sarei disposta a morire adesso, anche per mano tua o di Draco.Harry sobbalzò davanti alla risposta di sua sorella e, senza aggiungere altro, si limitò a stringerle la mano pregando qualunque divinità disposta ad ascoltarlo di lasciarli vivere per sconfiggere quel pazzo che voleva portare l'oscurità nel mondo.- Ragazzi. – li chiamò Neville che camminava davanti a loro – Siamo arrivati. Pronti?- No. – pigolò Elizabeth – Ma non c'è più tempo. - Forza sorellina, insieme. – le sorrise Harry.La strega Serpeverde annuì debolmente e, cercando di mescolarsi al resto degli studenti, seguì i suoi amici all'interno della Sala Grande: i tavoli erano stati accatastati lungo una delle pareti, non c'erano stendardi colorati o decorazioni ad abbellire la stanza ed il cielo era tristemente vuoto, nessuna delle magie che lo rendevano così unico era in atto. I ragazzi notarono che alcuni dei loro compagni di Scuola erano feriti ed erano stati costretti a presentarsi ugualmente a quell'assurda convocazione mentre altri erano schierati al fianco dei Mangiamorte e mostravano con orgoglio il tatuaggio che avevano sul braccio.Elizabeth serrò le labbra in una smorfia dura e, osservando la scena tremando di rabbia, sussurrò ai suoi amici che era arrivato il momento di mettere fine a quello scempio prima che la situazione degenerasse ulteriormente. Harry, stringendo con dolcezza le dita della gemella, annuì d'accordo con lei poi lanciò un rapido sguardo verso il palco dov'era sistemato il tavolo dei docenti: vi erano alcuni Mangiamorte con la maschera, i due Carrow, Bellatrix con suo marito e, accanto ai coniugi Malfoy, Severus che reggeva strettamente il gomito di Minerva per non farla allontanare dal palco.- Tutto questo è assurdo. – parlò a voce bassa Draco mentre Neville, vicino a lui, si limitò ad annuire lentamente senza staccare gli occhi dagli insegnanti isolati in un angolo del soppalco.- Bene. Bene. Bene. – parlò Alecto camminando lungo il palco, gli occhi che saettavano tra i presenti – Vedo che tutti hanno risposto alla chiamata del nostro Signore. Tutti, tranne i codardi che hanno abbandonato la Scuola.- Come se avessero avuto altra scelta! – borbottò Minerva cercando di liberarsi dalla presa del nuovo Preside – Da quando siete nella nostra Scuola, avete portato solo terrore ed infelicità. - Suvvia signora! – ghignò in risposta Amycus mettendosi al fianco della sorella – Non sia esagerata.- Non abbiamo portato il terrore! – rise sguaiatamente Bellatrix ed Hermione si fece piccola, piccola sotto al suo mantello, il ricordo delle torture subite da lei ancora fresco nella memoria – Abbiamo portato una ventata d'innovazione. Questi ragazzi hanno imparato sulla loro pelle come si sta al mondo.- I vostri metodi sono esagerati e non consoni a ragazzi della loro età! – parlò l'insegnante di Incantesimi puntando la propria bacchetta contro i fratelli Carrow, ma venne colpito da uno schiantesimo che lo fece cadere a terra gemendo di dolore.- Altre, inutili quanto noiose, rimostranze? – domandò il Mangiamorte che aveva lanciato l'incantesimo osservando il corpo docenti e i ragazzi in Sala.I docenti si chiusero in un ostinato silenzio, mentre gli studenti cercavano di trattenere i gemiti di paura e le lacrime che premevano per uscire.- Voglio tornare dalla mia mamma. – pigolò una ragazzina Tassorosso del primo anno, aveva gli occhi arrossati dal pianto e una mano fasciata.- Resisti. – le sorrise dolcemente Lavanda abbracciandola.La ragazzina si strinse al corpo di Lavanda singhiozzando sommessamente e, mentre la Grifondoro cercava di consolarla, la Vice-Preside e i nuovi insegnanti voluti da Voldemort stavano continuando a discutere sotto lo sguardo annoiato e spento di Severus.- Questa sceneggiata andrà avanti per molto, Severus? – domandò Lucius mettendosi al suo fianco, aveva l'aria emaciata e profonde occhiaie gli solcavano il viso rendendo la sua espressione ancor più folle e disperata.- Non lo trovi divertente Malfoy? – replicò con la sua voce piatta il Pozionista, aveva visto entrare i gemelli coi loro amici e stava cercando di fare del suo meglio per non tradirsi e correre a schierarsi dalla loro parte.- Io lo trovo noioso. – rispose Narcissa porgendo una coppa al marito – Quella donna parla senza mai dire niente di costruttivo. – concluse indicando la McGonagall con un cenno della testa.- "Quella donna", - rispose con un mezzo ringhio Severus – è la migliore insegnante di Trasfigurazione che questa Scuola abbia mai avuto. - È una lurida mezzosangue. – replicò con un'alzata di spalle uno dei Mangiamorte alle loro spalle – Quando il nostro Signore avrà vinto questa pantomima, per lei non ci sarà più un posto sicuro o qualcuno a cui insegnare.Lucius e Narcissa annuirono in accordo con le parole del mago con la maschera d'argento, Severus si limitò a serrare la mandibola senza mai distogliere lo sguardo dai gemelli che si tenevano saldamente per mano.- Carrow. – li richiamò d'un tratto il Preside – Lasciate parlare la professoressa McGonagall, è l'unica al momento che può cercare di calmare gli studenti. Tutti questi piagnistei mi stanno facendo venire mal di testa. Dobbiamo prepararci alla battaglia finale, no soffiare nasi moccicosi. – concluse avvolgendosi nel suo lungo mantello nero.- Come vuole il signor Preside. – rispose con un inchino beffardo Alecto, subito imitata dal fratello.Minerva puntò i suoi occhi acuti ed accusatori in quelli stanchi di Severus e, dopo essersi lisciata alcune pieghe della gonna, si portò al centro del palco pronta a parlare con gli alunni come faceva solitamente il primo giorno di Scuola. Mentre parole colme di rassicurazioni, alle quali forse nemmeno lei credeva più di tanto, uscivano fluide dalla sua bocca la voce dell'Oscuro Signore si levò imperiosa gettando nuovamente tutti nel panico.- Il tempo a vostra disposizione è scaduto! – disse e i vetri della Sala Grande tremarono – O mi consegnate i Potter, o morirete tutti. Nessuno escluso.- Moriremo in ogni caso. – parlò Ron dando voce ai pensieri dei suoi compagni – Perché rendergli le cose facili?- Perché morirete senza provare dolore. – ghignò Bellatrix.- Come se tu fossi capace di non far provare dolore a qualcuno. – fece un passo avanti Hermione, il corpo che tremava di rabbia e paura.- La mia sanguemarcio preferita! – si sfregò le mani insieme la strega, ma quel siparietto tragi-comico venne interrotto dalla voce furiosa di Voldemort che intimò i presenti di tornare a fare silenzio e di consegnare immediatamente i gemelli Potter nelle sue mani, perché la sua pazienza era giunta al termine e stava per uccidere i prigionieri che aveva catturato fuori dalle mura della Scuola, alla sua minaccia seguirono i gemiti di dolore degli Auror che erano stati catturati da lui e dai suoi Mangiamorte.- Abbiamo un ospite speciale nella Foresta Proibita. La signora, nonché Auror, Lily Potter. Chissà se i suoi figli, quei maledetti traditori, saranno presenti per vederla morire sotto le mie abili mani di torturatore! – dalla bocca di Voldemort uscì una specie di risata malvagia e, mentre i presenti in Sala Grande rabbrividivano spaventati, Harry ed Elizabeth si scambiarono una rapida occhiata e svelarono la loro identità ai presenti.Tra gli studenti si levò un mormorio emozionato: i gemelli Potter erano tornati a Scuola, erano giunti a salvarli, come predetto dalla profezia che li accompagnava.- Bastardi! – parlò Pansy dal soppalco – Vi siete finalmente rivelati, siete pronti ad arrendervi al nostro potente Signore?- Finalmente avete deciso di smetterla di nascondervi come topi in sentina. – rise Voldemort e la cicatrice dei ragazzi iniziò a bruciare furiosamente.- Non siamo noi che ci stiamo nascondendo, Tom. – ripose Harry facendo un passo verso il palco – Ma tu.- Già. – annuì la gemella – Se proprio ci vuoi, vienici a prendere.- Venite voi da me. Vi sto aspettando fuori dalle mura della Scuola. Mostrate tutto il vostro coraggio alla vostra adorata mammina. – parlò Voldemort – Se non sarete da me entro un'ora, farò in modo di uccidere tutti.I Carrow ed altri maghi oscuri, scesero dal palco per raggiungere i Potter seguiti da Minerva ed altri insegnanti pronti a difendere gli studenti.- Forza Serpeverde. – parlò Pansy prendendo la propria bacchetta – Cosa aspettate? Catturate quei traditori.Gli studenti della Casa Serpeverde si guardarono l'uno con l'altro indecisi: non volevano far arrabbiare l'Oscuro Signore, ma non volevano nemmeno mettersi contro chi li aveva difesi quando c'era stato bisogno.Tra un "veniteci a prendere" e un "non abbiamo paura di voi, codardi", in Sala Grande si scatenarono piccoli tafferugli tra studenti e Mangiamorte che furono messi a tacere da Minerva che allontanò tutti dai Potter minacciandoli con la propria bacchetta. Severus, dopo aver fatto una serie di profondi sospiri, scese dal soppalco e raggiunse la professoressa di Trasfigurazione cingendo la sua bacchetta.- Vedo che hai finalmente scelto da quale parte stare, Snape. – ringhiò lei cercando di essere più credibile possibile, odiava quella parte del loro piano.- La mia scelta è stata ponderata e sincera fin dall'inizio, McGonagall. – replicò il Pozionista mettendosi in posizione di difesa – Sei tu che non sei dalla "parte giusta".- Finché avrò fiato in gola difenderò questi ragazzi. – strinse gli occhi, accentuando le rughe di espressione del suo volto; Severus distolse per un attimo lo sguardo sentendo su di sé gli occhi di Harry ed Elizabeth.- Guardatelo ragazzi. – parlò ancora Minerva – Osservate con attenzione il volto di un traditore. – e, mentre nella Sala Grande cavala il silenzio, i due insegnanti di Hogwarts iniziarono a combattere l'uno contro l'altra. Severus si muoveva per la Sala Grande con fluidità e rapidità, sembrava che stesse ballando con Minerva piuttosto che duellare contro di lei. I gemelli Potter osservavano la scena con gli occhi sgranati: non potevano credere che il Pozionista li avesse traditi, che avesse scelto di servire il male e che tutte le cose che avevano condiviso per lui non contassero niente.- Guardate. – parlò Neville a bassa voce – Non ci ha tradito.Harry ed Elizabeth si concentrarono sulle parole del loro compagno di Scuola e, osservando con attenzione la scena, si resero conto che i movimenti del Preside erano studiati alla perfezione per permettere alla professoressa di colpire i Mangiamorte più vicini a loro senza destare alcun sospetto.Ben presto gli alunni, guidati dai gemelli Potter, iniziarono a spalleggiare i docenti contro i maghi e le streghe oscuri che stavano iniziando a rispondere agli attacchi.I due insegnanti di Hogwarts continuarono a combattere senza esclusione di colpi, entrambi sprigionavano tantissima forza e la loro aura magica era talmente opprimente che fece ammutolire tutti, attirando tutta l'attenzione dei presenti su di loro. Fu in quel momento che Severus notò un movimento al fianco scoperto di Minerva: Bellatrix voleva mettere fine a quel duello magico e, un attimo prima che l'Avada Kedavra raggiungesse la sua destinazione originale, il Pozionista scagliò uno schiantesimo contro Minerva salvandole la vita. Il Preside, dopo aver lanciato uno sguardo carico di rabbia contro Bellatrix, si smaterializzò, sfruttando i poteri acquisiti come Preside della Scuola. L'Avada Kedavra lanciato da Bellatrix colpì in pieno petto Pansy Parkinson che, tronfia della sua nuova veste di Mangiamorte, stava tormentando alcuni studenti del primo anno. Pansy cadde a terra senza fare rumore, Fred e George la raggiunsero correndo, anche se aveva scelto di stare dalla parte dell'Oscuro Signore, era stata una presenza importante nella vita della loro famiglia. Fred, stringendola dolcemente contro il proprio petto, le sussurrò che avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere per vendicarla e la ringraziò dei bei ricordi che l'aveva aiutato a costruire e che rendevano potente il suo Patronus. George, a disagio davanti alle lacrime del gemello, si limitò a poggiargli una mano sulla spalla, facendogli sentire la sua presenza e lo difese dall'attacco dei Mangiamorte che non volevano saperne di arrendersi davanti alla superiorità numerica dei presenti nella Sala Grande.Alcuni studenti del settimo anno, corsero ad aiutare la Vice-Preside e dopo averla messa sicuro, tornarono a fronteggiare i nemici sull'improvvisato campo di battaglia.- Siete solo dei vigliacchi! – tuonò la professoressa Sprout lanciando incantesimi a ripetizione – Solo dei codardi potrebbero prendersela con dei ragazzi, poco più che bambini!- Taci vecchiaccia! – le urlò contro un Mangiamorte col volto coperto.- Giusto! – rise uno studente del settimo anno, un Corvonero che si era lasciato sedurre dall'Oscuro Signore fino a prenderne il Marchio – Parla di meno e combatti di più, qua non ci saranno le tue care Mandragole a farci svenire tutti!Pomona gonfiò le guance rubiconde e, affiancata dal professor Flitwick, continuò a difendersi ed attaccare fino a quando un potente boato non frantumò tutti i vetri della Sala Grande attirando l'attenzione di tutti sul simbolo dei Mangiamorte, che si stava formando in cielo.Inveendo contro i seguaci dell'Ordine della Fenice, i maghi oscuri lasciarono la Sala Grande seguiti dagli studenti che avevano scelto di stare dalla parte di Voldemort.- Forza. – parlò Hermione ripulendosi la toga dalla fuliggine – Non abbiamo un solo minuto da perdere, il nostro piano deve andare avanti come stabilito.- La signorina Granger ha ragione. – annuì l'insegnante di Storia della Magia – La battaglia finale è vicina.- Dobbiamo andare a prendere una cosa importante... - sospirò Elizabeth, ancora sconvolta per lo strano comportamento di Severus.- Le risposte che state cercando non sono qui. – parlò Minerva raggiungendoli, aveva l'aria pallida e stanca, ma era viva – Andate, coraggio.- Cambierebbe qualcosa morire come bestie al macello? – domandò rabbiosamente Harry – Le persone che pensavamo dalla nostra parte ci stanno abbandonando. Nostra madre è stata catturata e noi... - non riuscì a terminare la frase perché lo schiaffo di Luna lo colse talmente tanto di sorpresa da ammutolirlo. La strega Corvonero, portandosi la mano al petto, osservò i suoi amici e poi parlò con voce alta e chiara per essere certi che tutti potessero sentirla:- Smettetela di perdere tempo. Andate a salvare vostra madre e l'intera comunità magica dalla follia di quel pazzo là fuori. Noi siamo al vostro fianco, vinceremo insieme questa guerra! I gemelli ringraziarono Luna per le parole di incoraggiamento e, dopo essersi voltati verso i loro compagni di Scuola e membri dell'ED, li ringraziarono per essere lì e li pregarono di non perdere fiducia né in loro né nel piano che avevano ideato che stava procedendo più o meno come avevano pensato. Le parole dei ragazzi sortirono l'effetto desiderato e, mentre i docenti davano agli studenti che non volevano saperne di combattere indicazioni per raggiungere le zone più sicure della Scuola, gli altri correvano verso il giardino pronti a fare la loro parte. - Sbrigatevi ragazzi. – parlò Ninfadora raggiungendoli nella stanza – Non abbiamo un minuto da perdere!Harry annuì e, dopo aver preso saldamente la gemella per mano, la trascinò fuori dalla Sala Grande dribblando gli studenti nel corridoio, senza prestare attenzione a dove stessero andando.Quando Harry si fermò di botto, lei gli caracollò addosso e, dopo aver imprecato coloritamente in Serpentese, gli lanciò un'occhiata glaciale dicendo:- Potevi avvisare, no?- Sì, ai convenevoli penseremo dopo. – liquidò la questione con un gesto della mano lui e la strega ebbe voglia di prenderlo a schiaffi.- Ragazzi. – li chiamò Alastor Moody.- Professor Moody! – mormorarono in coro felici di vederlo lì.- Abbiamo ricevuto il Patronus di Minerva. – spiegò facendo roteare il suo occhio magico alla ricerca di nemici – Ho portato alcuni rinforzi fidati.- Siamo pronti a scendere in campo con voi. – annuì Killian, il mago che aveva fatto da tutor ad Elizabeth durante lo Slughcamp.- È bello sapere che credete in noi. – sorrise sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio lei – Non sarà facile, ma noi faremo del nostro meglio.- Tutti i nostri amici contano su di noi. – le fece eco il gemello – Cercheremo di porre fine a questa guerra, in un modo o nell'altro. – concluse con determinazione.- Dove stavate andando? – chiese un Auror stringendo saldamente la bacchetta nella mano.- A mettere a punto il nostro piano. – rispose con un'alzata di spalle il Grifondoro che, scusandosi per non poter dare più dettagli, salutò i presenti che li avevano circondati e riprese a camminare tra gli studenti alla ricerca dei loro amici ed alleati fidati.- Guarda. – parlò Elizabeth indicandogli un piccolo gruppo – Stavi cercando loro?- Sì. – annuì lui – Andiamo, dobbiamo mettere a punto gli ultimi dettagli e poi noi dobbiamo andare.- Andare... Dove...? – domandò lei scettica.- Devi fidarti di me. – le sorrise – Ti dirò tutto a tempo debito.- Non ti fidi nemmeno di me? – chiese arcuando un sopracciglio, ferita dalle parole del gemello.- Mi fido di te. Tu hai in mano la mia vita, sorellina. Ma non mi fido di tutte le persone che sono qui. Chi è realmente dalla nostra parte e chi sta aspettando un nostro passo falso per catturarci? Tu lo sai?- Purtroppo no. – scosse la testa lei e, senza aggiungere o chiedere altro, lo seguì verso il gruppo che gli aveva indicato vicino al portone d'ingresso della Scuola.Riparati dal pesante portone di legno del Castello, trovarono ad aspettarli Neville, Luna, Hermione, Ron, Fred, George, Lavanda, Ginny, Dean, Bill, Lintag ed alcuni professori che stavano cercando di organizzare al meglio le difese della Scuola.- Abbiamo poco tempo ed abbiamo bisogno del vostro aiuto. – parlò Harry.- Siamo qui. – si strinse nelle spalle Dean – Come possiamo esserti utili?- Ragazzi. – li interruppe Slughorn – È troppo pericoloso per voi essere qui.- Noi siamo nel posto giusto, professore. – parlò Elizabeth puntando i suoi occhi in quelli dell'uomo – È la nostra battaglia, lo è stata dal nostro primo vagito. – concluse mostrando la cicatrice che aveva sulla fronte – Non possiamo tirarci indietro adesso, dobbiamo proteggere le persone che hanno fiducia in noi.- Dobbiamo combattere per chi amiamo. – le dette man forte Harry e l'uomo li osservò in silenzio per alcuni istanti, rivedendo in loro l'ardore di James e la testardaggine di Lily, una miscela esplosiva ma erano gli unici a poterli salvare.- Avete ragione. – annuì facendo un passo verso il cerchio – Come posso rendermi utile?I gemelli si scambiarono un sorriso fugace e, certi di avere l'aiuto dei loro amici più fidati, misero appunto gli ultimi dettagli del piano che avevano ideato insieme nella Stanza delle Necessità.- Ho un'idea. – parlò Luna – Perché non chiediamo aiuto a chi gioca a Quidditch e li mandiamo lassù a lanciare sui nemici sfere piene di pozioni?- Idea eccellente signorina! – annuì il Pozionista facendo ondeggiare i suoi baffi da tricheco – Ho qui una scorta illimitata di Pozioni che possono tornare utili allo scopo. – concluse mostrando una grossa borsa da viaggio verde scuro.- Chiederemo noi ai giocatori di Quidditch di darci una mano. – si batté una mano sul petto George – Da giocatore a giocatore. – sorrise.Harry ed Elizabeth annuirono, poi chiesero a Ron ed Hermione di andare a recuperare le armi e i veleni usati per distruggere gli Horcrux, mentre affidarono a Neville e Lavanda il compito di andare a prendere la Spada di Grifondoro che poteva tornare utile per sconfiggere Nagini.Neville annuì e, dopo aver rubato un bacio a Luna, corse in mezzo agli studenti tallonato da Lavanda.- Gorgosprizzi! – bofonchiò la Corvonero – Ne ha la testa piena! – abbassò lo sguardo, rossa in viso ed Elizabeth la trovò così tenera che non riuscì a trattenere un sorriso.- La guerra rende tutti più audaci! – le strizzò l'occhio Ron un attimo prima di prendere la mano di Hermione per correre con lei fino alla Stanza delle Necessità.Mentre il piano iniziava a prendere forma grazie all'aiuto di tutti, i gemelli corsero fuori in giardino dove trovarono i docenti intenti a dare le ultime direttive agli alleati: Minerva sembrava un generale, la sua aura magica sfrigolava di mille emozioni ed Elizabeth non riuscì a trattenere un sorriso vedendola così determinata e combattiva.- Voglio essere come lei quando avrò la sua età. – sussurrò al fratello continuando a seguirlo.- Povero me e poveri futuri nipoti! – ridacchiò scuotendo la testa il mago.Elizabeth, alzando gli occhi al cielo, borbottò uno "scemo" ma non replicò alla battuta del fratello perché avevano raggiunto il Platano Picchiatore nell'attimo stesso in cui una potente barriera si sollevò sopra la Scuola.- Non abbiamo molto tempo. – parlò Harry mordendosi il labbro nervoso – Questa è la parte del piano peggiore. – scosse la testa e, dopo aver lasciato andare la mano della sorella, raggiunse in scivolata il Platano che frustava rabbiosamente l'aria con i suoi rami.- Harry! – lo chiamò Elizabeth portandosi le mani alla bocca – Sei impazzito? Torna subito qua.- Fidati di me! – rispose il mago che, schivando miracolosamente alcuni fendenti dell'albero, riuscì a raggiungere il "nodo" incantato di cui gli avevano parlato Remus e Sirius.Non appena riuscì a toccare il nodo nel tronco, l'albero di bloccò come paralizzato. Harry fece un cenno di vittoria alla gemella, poi la pregò di sbrigarsi a raggiungerlo, perché l'incantesimo aveva una breve durata e loro avevano davvero poco tempo.Elizabeth, muovendosi cautamente, raggiunse Harry e, con lui, si incamminò nel passaggio segreto sotto al Platano grazie al quale raggiunsero la stessa stanza dove li aveva mandati il padre il giorno della sua morte.- Ma siamo... - parlò lei guardandosi intorno.- Al sicuro nella Stamberga Strillante. – rispose una voce uscendo dall'ombra.- Severus! – sospirò Harry, felice di vederlo lì, sano e salvo.- Sev! – sorrise lei correndo ad abbracciarlo – Per un attimo ho temuto il peggio.- Felice di essere qui con voi. – il Pozionista abbracciò strettamente entrambi i ragazzi, poi, portandosi una mano sul Marchio Nero che bruciava sul suo braccio, li ragguagliò sulle ultime scoperte che aveva fatto grazie al suo lavoro di spia.- Quindi è debole e furibondo. – ghignò soddisfatta la strega Serpeverde.- Tanto debole non direi. – scosse la testa nera l'uomo – Siete riusciti a renderlo vulnerabile. - E questo è un grande vantaggio. – annuì Harry – Ci hai detto che sta cercando qualcosa.- Esatto. – l'uomo camminò nervosamente dentro la stanza polverosa – Vuole entrare in possesso della Bacchetta di Sambuco. – confessò prendendola dalla sua veste.- La bacchetta di Dumbledore! – sobbalzò Elizabeth.- Quindi è con questa che vuole mettere fine alla nostra sporca esistenza. – sbuffò Harry incrociando le braccia sul petto.- Esattamente. – annuì il Pozionista che, guardando i gemelli, continuò - Per una serie di sventurati motivi, ne sono diventato il possessore.- La tua vita è in pericolo, esattamente come la nostra. – si strinse nelle spalle la strega e, quando l'uomo annuì, Harry gli si strinse contro improvvisamente spaventato dall'idea di perderlo. - Avete ideato un piano con la mamma? – domandò il Grifondoro stringendo con forza la stoffa della veste di Severus tra le dita.- Sì, ho pochi minuti per spiegarvi bene tutto. Vi prego di non interrompermi e di non fare obiezioni, anche se alcune delle cose che vi dirò non vi piaceranno.Elizabeth storse la bocca in una smorfia contrariata, quell'introduzione le stava facendo già odiare il piano e sperava che gli adulti avessero valutato bene tutti i pro e i contro prima di metterlo in atto.Severus, dopo aver dato un bacio veloce ad Harry, ragguagliò i ragazzi nel modo più rapido e dettagliato possibile e, quando la voce dell'Oscuro Signore fece tremare le pareti della Stamberga Strillante, Harry strinse tra le mani la propria bacchetta dicendo:- Non ci avete dato né altra scelta né tempo per assimilare tutto.- Il tempo non è dalla nostra parte Harry! – scosse la testa Severus – Dovete essere in possesso dei Tre Doni della Morte per avere una speranza in più di ucciderlo.- Considerando che ancora non sappiamo chi di noi due è l'ultimo Horcrux, questo mi sembra uno dei piani raffazzonati di papà! – sbuffò gonfiando le guance Elizabeth – Volete metterci in sicurezza ed ogni volta rischiamo di morire.Il Pozionista sorrise alla sua figlioccia ed annuì dandole ragione, ma non riuscì a risponderle perché Nagini spalancò la porta della Stamberga entrando sibilando.- Mancava solo lei! – strinse gli occhi Harry – Adesso siamo al completo!- Povera piccola Nagini! – sorrise serafica Elizabeth – Lei che si crede così importante ed insostituibile per Voldemort, e lui che la manda a morire per mano nostra!Nagini sibilò contrariata e rivolse ai gemelli Potter parole crudeli, sperando di far perdere loro la pazienza ma i ragazzi erano stati addestrati da Severus a non cadere nella sua trappola.- Cominciamo fratellino? – domandò Elizabeth che, non appena il gemello annuì, si trasformò nel suo Animagus per combattere contro Nagini ad armi pari.- Questa è la parte del piano che mi piace meno! – sussurrò il Grifondoro lanciando uno sguardo al professore – Ma so che non ho altra scelta.- Stupido Grifondoro! – tuonò Severus usando un tono di scherno – Credi davvero che tu e la tua stupida gemella avete una sola possibilità di sconfiggermi?- Da soli forse no, signore. – rispose serrando la mandibola Harry – Ma lei ci ha sempre, volutamente, sottovalutato. Non eravamo mai abbastanza per lei e così... - un sorriso serafico si disegnò sulle labbra del giovane mago che, stringendo con forza la bacchetta tra le dita, iniziò a combattere contro Severus, come suo padre gli aveva insegnato.Il Pozionista, certo che Nagini mostrasse il duello in diretta all'Oscuro Signore, finse di impegnarsi al massimo contro il suo studente e compagno e, quando Elizabeth ebbe la meglio su di lei costringendola a fuggire, Harry disarmò Severus diventando il possessore della Bacchetta di Sambuco.- Andate ragazzi. – mormorò l'uomo reggendosi il braccio ferito – Non preoccupatevi per me.- Scusami Sev. – sussurrò Harry dispiaciuto di averlo ferito – Spero di non aver esagerato.- Il nostro combattimento è stato credibile, questo mi permetterà di essere tra i Mangiamorte nella fase finale di questa battaglia. Sarò lì, pronto a combattere con voi.- Stai attento! – lo pregò Elizabeth tornata umana – Non voglio perderti zio Sev!- Nemmeno io voglio perdervi mocciosi! – li strinse in un rapido abbraccio e, mentre uscivano dalla Stamberga, ricordò loro di prendersi per mano per tenere il più a lungo possibile Tom Riddle fuori dalle loro menti.Parlandosi telepaticamente, Harry ed Elizabeth continuarono a correre tra le persone che erano accorse per aiutarli a proteggere la Scuola e sconfiggere Voldemort, avevano ormai capito che uno di loro sarebbe dovuto morire per far compiere la profezia e la Serpeverde si era convinta di essere lei quella destinata a farlo.- Harry. – parlò fermandosi a pochi passi dalla Foresta Proibita – Abbiamo poco tempo e sento che la mia fine è vicina.- Non dire idiozie Lizzy! – la sgridò voltandosi a guardarla – Perché pensi che stai per morire? Quell'orribile serpente ti ha morsa?- No, non le ho dato la possibilità di ferirmi. Non era lì per combattere, ma per controllare che Severus non tradisse "il suo padrone". – concluse con un'alzata di spalle.- Allora perché... Perché dici che la tua fine è vicina?- Perché è così che deve andare. – lo baciò sulla guancia, i suoi occhi azzurri erano pieni di lacrime – Ricordi la profezia della professoressa? Uno di noi è un Horcrux e il nostro destino è quello di morire per permettere all'altro di sopravvivere.- Non lo accetto e non lo accetterò mai sorellina! – la abbracciò di slancio senza rendersi conto che Fenrir Greyback era a pochi passi da loro, pronto a catturarli.Fu solo quando sentirono la voce allarmata di Senara gridare di fare attenzione che si accorsero di essere sotto attacco e, sarebbero senz'altro caduti nella trappola di Fenrir se i loro amici delle Olimpiadi Scolastiche non fossero accorsi in loro aiuto.Il Mangiamorte lupo mannaro fu messo al tappeto da un potente incantesimo lanciato dal cugino di Senara che, dopo averlo neutralizzato con delle corde imbevute di strozzalupo, si voltò verso i gemelli sorridendo.- Ragazzi! – singhiozzò Elizabeth lanciandosi addosso ai suoi amici per abbracciarli tutti – Cosa ci fate qui?- Siamo venuti a combattere. – rispose Robert stringendo la mano di Harry – Nessuno ci avrebbe potuto tenere lontano dalla Battaglia Finale.- Nessuno ci ha costretto! – le accarezzò i capelli Senara in evidente stato di gravidanza – Siamo qui perché è giusto, perché è tutta la vita che ci stiamo preparando per combattere al vostro fianco.- E perché, - parlò Alan facendo un passo avanti – senza di noi andreste poco lontano distratti come siete!I gemelli ringraziarono i loro amici e, felici di sapere che erano accorsi per combattere al loro fianco, li informarono su tutte le cose che avevano scoperto e fatto in quel lungo periodo di lontananza.- Wow! – fischiò ammirato Fahri – Non possiamo lasciarvi soli due minuti che combinate il finimondo!- Già, - alzò gli occhi al cielo Harry – cosa vuoi che sia... Abbiamo distrutto 6 Horcrux, il numero dei nostri nemici è notevolmente aumentato...- Abbiamo rischiato di morire un giorno sì e l'altro pure, - continuò Elizabeth – siamo stati catturati e torturati e...- E siete diventati più forti! – troncò sul nascere la discussione Tonks raggiungendoli in compagnia di Killian ed altri Auror che non conoscevano – So che siete stanchi, - sorrise ai ragazzi – ma guardatevi attorno: siete riusciti a radunare tutte queste persone, a farle combattere perché portate la speranza di un futuro migliore.- E se... - iniziò Elizabeth, ma Ninfadora le tappò la bocca con la mano.- Non dirlo. – la pregò.- Dora ha ragione, - sorrise Killian – daremo il massimo affinché tutto vada nel migliore dei modi. Lo dobbiamo a voi, che state dando così tanto pur essendo così giovani. Lo dobbiamo per le persone che hanno creduto in voi e non ce l'hanno fatta. – poggiò la mano sulla spalla di Harry – E lo dobbiamo per le generazioni future, - continuò indicando Senara con un cenno del capo – affinché possano avere un futuro migliore, e possano vivere nella pace e nell'armonia.Alle parole degli Auror si unirono quelle dei loro amici e i gemelli, rinfrancati da quelle presenze positive, li ringraziarono per averli raggiunti e li salutarono pregandoli di fare attenzione e di non rischiare le loro vite più del necessario.Camminando tra i maghi e le streghe in posizione di difesa, i gemelli notarono Remus e Sirius confabulare tra loro e li raggiunsero felici di poterli salutare un'ultima volta.- Ragazzi. – li accolse Remus abbracciandoli – Pronti allo scontro?- Più o meno. – annuì Elizabeth riempiendosi le narici del profumo della pelle del docente.- Abbiamo saputo che Voi-Sapete-Chi ha degli ostaggi. – parlò Sirius torturandosi il labbro con i denti – Forse tra gli Auror catturati c'è anche vostra madre.- È quello che ci ha detto lui. – annuì Harry sorridendo – Noi non avremo tempo per cercare di salvarla, non è che voi... - li guardò con espressione da cucciolo.- Stavamo già pensando a come poterla raggiungere senza essere visti. – strizzò loro l'occhio Sirius – È la nostra migliore amica, non la lasceremo tra le grinfie di quei rinnegati un minuto più del necessario!I gemelli, emozionati, strinsero in un forte abbraccio Sirius e Remus e, dopo averli ringraziati li salutarono più sereni di aver trovato qualcuno disposto a fare di tutto per salvare Lily dalle mani dei Mangiamorte. Continuando a camminare sotto la potente barriera magica che era stata creata sul Castello e sul Villaggio, udirono la voce di Voldemort molto vicina dare l'ultimo avvertimento prima dell'inizio della battaglia.- Sono molto deluso! – tuonò tra i vicoli la voce dell'Oscuro Signore – Nonostante mi sia mostrato magnanimo, avete deciso di combattere e di difendere quella feccia dei Potter. Di morire per uno stupido ideale. Non ci sarà nessuna luce. La vostra libertà finirà nell'attimo stesso in cui quegli stupidi ragazzini saranno nelle mie mani. Non ci fu nessun applauso, né fischi o acclamazioni alla fine del suo discorso; sul Castello e sul Villaggio calò uno strano silenzio e, mentre un brivido di paura correva lungo la spina dorsale dei gemelli, una serie di esplosioni attirò la loro attenzione: qualcuno aveva fatto saltare il ponte, rallentando così l'avanzata del nemico.- Ci siamo. – mormorò Elizabeth cercando la sua bacchetta – Ho paura, ma venderò cara la pelle.- Anch'io sorellina! – la baciò sulla tempia Harry e, mentre cercava di prendere la Bacchetta di Sambuco dalla tasca dei jeans, il Boccino d'Oro cadde a terra.- Lo hai ancora con te? – chiese con un sorriso lei.- È diventato il mio talismano portafortuna. – si strinse nelle spalle Harry.- Boccino, - lo accarezzò con lo sguardo la strega – porta un po' di fortuna anche a me. Ne ho bisogno.- Sorellina. – parlò Harry prima di dare un ultimo bacio all'oggetto – Non ho più paura: sono pronto a dare il massimo in questa battaglia, non permetterò che innocenti perdano la vita o il loro futuro per colpa mia. La scritta sul Boccino brillò come non aveva mai fatto prima, l'accettazione del proprio destino da parte di Harry aveva finalmente innescato l'incantesimo che aveva nascosto nell'oggetto da Dumbledore.I gemelli osservarono con gli occhi sgranati l'oggetto aprirsi: al suo interno era stato conservato un pezzetto di pergamena contenente l'ultima parte della profezia che li riguardava.Harry prese con mani tremanti il foglietto di carta, lo aprì e lo lesse attentamente diventando via, via sempre più pallido. Elizabeth, spaventata dal comportamento del gemello, gli sfilò il biglietto dalle mani e lo lesse con attenzione: lì era scritto nero su bianco perché Harry era sacrificabile e lei importante, il ragazzo rappresentava un intralcio ai piani di conquista di Voldemort, mentre Elizabeth era la portatrice della Pietra della Resurrezione ed avrebbe reso immortale chiunque le fosse stato vicino.- No! – urlò alzando gli occhi a guardare il gemello – No, mi rifiuto di...- Va bene così. – le sorrise con gli occhi pieni di lacrime lui – Adesso sappiamo quello che dobbiamo fare. Andiamo a compiere la nostra missione, sorellina. Note dell'Autrice:dopo una lunga, immensa, assenza sono finalmente tornata a scrivere.Vi chiedo scusa per aver impiegato tutto questo tempo.Sono successe delle cose che hanno sconvolto (negativamente) gli equilibri della mia vita ed ho avuto un blocco, avevo un buco nero al posto del cuore e non riuscivo a mettere parole di senso compiuto una di seguito all'altra.Dream, che si è trovata a correggere la prima stesura di questo capitolo, ha vissuto sulla propria pelle il disastro che aveva attraversato il mio cervello e, con pazienza e delicatezza, mi ha aiutata a vedere le cose da una prospettiva diversa ed è uscito un capitolo incasinato ma bello (spero).Grazie a chi ha atteso fino adesso e con pazienza la pubblicazione del nuovo capitolo de "I Gemelli Potter", a chi ha messo la mia storia in una delle categorie e chi trova il tempo per lasciarmi una recensione. Sto già lavorando sul prossimo capitolo che, lavoro e impegni permettendo, spero di non impiegare un'eternità a pubblicare.Stay tuned.

I gemelli PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora