Il Calice di Fuoco

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La pausa estiva fu accolta con schiamazzi e giubilo da tutti gli studenti di Hogwarts, felici di poter tornare a casa a godersi un periodo di meritato riposo.
I gemelli Potter trascorsero le loro vacanze passando del tempo con i loro amici e continuando ad allenarsi, per quanto potessero fare fuori dalla Scuola. Il giorno del loro compleanno li trovò completamente impreparati e restarono piacevolmente sorpresi quando si resero conto che i loro amici avevano organizzato una festa a sorpresa sulla spiaggia.
Quel pomeriggio rividero tutti i loro amici più cari: Giulio ed Alan, che avevano organizzato la sorpresa insieme ai coniugi Potter, Fahri e Senara, tutti gli Weasley, Hermione, Blaise e quasi tutti i compagni di Scuola che non erano andati via per la pausa estiva.
- Non ci credo! – strillò Elizabeth, i giorni trascorsi al mare con Giulio ed Alan avevano reso la sua pelle ambrata e i suoi occhi azzurri brillavano come diamanti.
- Sorpresa! – risposero ridendo i presenti, felici di aver lasciato senza parole i gemelli.
- Voi siete pazzi! – rise felice Harry gettandosi tra gli Weasley per abbracciarli tutti.
- Che bello che siete qui! – si commosse la gemella – Mamma… Papà… - si voltò verso i genitori che sorridevano sornioni.
- Voi sapevate tutto! – intuì Harry sorridendo, grazie agli allenamenti fisici il suo corpo si era irrobustito: non era più gracile come uno stecchino.
- Il merito di tutto questo è di Giulio. – ammise Lily, felice di vedere i suoi figli sprizzare gioia.
- Non ho fatto niente. – scosse la testa il mago italiano, imbarazzato dalle parole della strega.
- Grazie Giuls! – lo strinse Elizabeth – È il regalo più bello di sempre! – continuò dopo averlo baciato sulla guancia.
- Ehi, - ridacchiò Alan – a me neanche un misero abbraccio ragazzina?
Il pomeriggio trascorse serenamente, i ragazzi giocarono sulla spiaggia mangiando i piatti squisiti preparati dalla migliore amica di Alan e, tranne qualche piccolo imbarazzo tra Elizabeth e Fahri, la festa fu un vero successo. Solo verso sera, al momento della torta, Elizabeth ed Harry si accorsero della presenza di alcuni compagni di Scuola che si erano tenuti più in disparte per buona parte della festa.
- Ehi Zabini. – lo chiamò ridendo Harry – Perché quella faccia scura? Un Gorgosprizzo vi ha rubato il pranzo?
- Queste battute di ultima categoria le hai imparate dalla Weasley? – rispose con un ghigno Blaise.
- Oh no, Harry non ha bisogno di nessun aiuto. Le sue battute sono splendide sempre, Blaise. – scosse la testa Elizabeth, bellissima nel suo abito leggero verde brillante che, ridendo, si voltò verso il ragazzo di colore per baciarlo dolcemente sulle labbra.
- Ragazzi! – li chiamò Hermione – Venite, è il momento della torta.
- Dai sorellina! – le tese la mano Harry – Andiamo dalla torta!
- Ma pensi solo a mangiare tu? – ridacchiò la strega scuotendo la testa.
- Al momento sì. – sbuffò una risata dal naso il Grifondoro – Spero presto di avere qualcuno da baciare. – ammise e, dopo averle schioccato un bacio sulla guancia, la trascinò verso il tavolo della torta.
L’amica di Alan aveva superato sé stessa, la torta era la fedele riproduzione del campo da Quidditch ed i gemelli la osservarono ad occhi sgranati: era veramente bellissima.
- Forza ragazzi! – sorrise James che, dopo aver acceso le candeline con un colpo di bacchetta, continuò – Esprimete un desiderio e soffiate.
- Vediamo chi catturerà il Boccino! – ridacchiò Sirius indirizzando ai festeggiati un brindisi con il suo bicchiere di vino.
Harry ed Elizabeth, tenendosi per mano, soffiarono sulle candeline che si spensero creando dei giochi di fumo e scintille nel cielo estivo. Un applauso roboante li avvolse come un abbraccio e, dopo aver ricevuto il bacio dalla madre, le lasciarono il compito di tagliare la torta.
Mentre la festa giungeva al termine, Harry si allontanò dalla confusione della musica per raggiungere la spiaggia, attirato dal dolce suono della risacca.
Sospirando felice, il mago Grifondoro si lasciò cadere sulla sabbia, gli occhi persi nell’orizzonte e il cuore pieno di nuove emozioni.
- Potter. – lo chiamò d’un tratto una voce maschile che lo fece sobbalzare.
- Professor Snape. – arrossì fino alle orecchie Harry.
- Ti prego, anche fuori dalla Scuola mi chiami “professore”? – domandò con un sorriso l’uomo mettendosi seduto sulla sabbia poco lontano da lui.
- No, hai ragione. – scosse la testa Harry – Ero così concentrato ad osservare il cielo che il tuo “Potter” mi ha colto alla sprovvista. – ammise.
- Scusa. – mosse lentamente la testa Severus – Sono arrivato da poco e stavo cercando te e tua sorella per farvi gli auguri.
- Lizzy è in pista. – indicò con un cenno della testa un gruppo di ragazzi che stavano ballando.
- La saluterò dopo, non ho voglia di essere trascinato da tua madre in qualche ballo imbarazzante.
- Comprendo perfettamente! – rise Harry e Severus pensò che amava sentire quel suono, cristallino e spensierato, che faceva vibrare alcune corde della sua anima.
I due restarono in silenzio per un lungo periodo: Harry perso nei propri pensieri, Severus concentrato ad osservare il profilo di quel ragazzino che stava crescendo.
- Credo sia il momento di tornare. – parlò rompendo quel magico silenzio Harry – Temo che tra poco mi verranno a cercare tutti.
- A giudicare dai suoni ovattati, la festa è finita.
- Per fortuna. – sorrise il festeggiato – Non avevo davvero voglia di continuare a festeggiare. – ammise con un’alzata di spalle.
- Posso chiedere perché? – chiese arcuando un sopracciglio l’uomo.
- Perché tutti si aspettano qualcosa da me. – rispose distogliendo lo sguardo da quello nero del padrino della gemella.
- Si aspettano che tu prenda la signorina Granger e la baci come in quei film romantici che ama tua madre? – domandò alzandosi.
- Esattamente! – annuì il Grifondoro che, pulendosi i pantaloni dalla sabbia, continuò – Peccato che non sia interessato a niente di romantico con ‘Mione.
- Mi dispiace che tra voi sia finita. – mormorò a voce bassa Severus.
- Io voglio che lei sia felice. – si strinse nelle spalle Harry – Mi sono reso conto che… - si morse il labbro – Con me non lo sarebbe stata.
- Harry! – sbuffò una risata – Lascia che io sia a gettarti fango addosso, non togliermi tutto il divertimento!
- Ooh scusa tanto Severus! – alzò gli occhi al cielo il mago più giovane che, sorridendo, continuò – Mi piaci di più quando togli la maschera dello stronzo e arcigno docente di Pozioni. – e, senza dargli il tempo di rispondere, corse verso il resto degli invitati per salutare chi stava andando via.
Severus restò per un momento senza fiato, il complimento di Harry lo aveva colto del tutto impreparato ma non voleva dargli troppo peso: erano le parole di un ragazzino che stava ancora cercando la sua collocazione nel mondo.
La festa finì tra abbracci e saluti calorosi, i gemelli Potter ringraziarono di cuore i loro amici per la splendida festa e, quando la Passaporta si attivò, furono felici di poter rientrare nella normalità della loro casa.
Il resto dell’estate trascorse serenamente ed i ragazzi passarono molto tempo in compagnia di Sirius, Remus e Severus che avevano il compito di continuare il loro addestramento.

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