La Pietra della Resurrezione

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Capitolo Diciotto

Mentre la battaglia imperversava attorno a loro, i gemelli corsero verso la Foresta Proibita, certi che Voldemort fosse da qualche parte in quell'oscuro gruppo di alberi pronto ad attaccarli.- Non voglio che tu perda la vita. – singhiozzò Elizabeth, gli occhi offuscati dalle lacrime.
- La cosa non piace neanche a me, Liz. – le strinse la mano Harry – Ma dobbiamo fare del nostro meglio per battere quel pazzo, se morire vuol dire liberare un potere più grande che solo tu sai usare, lo farò. – la sua voce sembrava sicura, ma tremava di paura e angoscia.
- Dev'esserci un'altra soluzione Harry! – lo bloccò lei un attimo prima che dei frammenti del muro della Scuola cadessero davanti ai loro piedi. Asciugandosi le lacrime con la manica del maglione, Elizabeth sospirò sconsolata ed Harry si limitò a sorriderle felice di poter sentire il calore della sua mano stretta alla propria.
- Potter! – li chiamò Draco lanciando un incantesimo scudo contro di loro – Cosa diavolo state facendo lì fermi?
- Malfoy! – sobbalzò Harry rendendosi conto solo in quel momento che erano stati raggiunti da alcuni nemici.
- Drake! – gli sorrise Elizabeth, felice di vederlo a combattere al loro fianco – Hai ragione, siamo stati avventati ma...
- Non è il luogo adatto per parlarne, non trovi? – parlò Senara che, affiancata da Charlie, stava lanciando potenti incantesimi a destra e manca.
- Andate! – li incitò Charlie – Questi li distraiamo noi. – sorrise agli studenti e, dopo aver lanciato uno sguardo d'intesa alla compagna, si concentrò sulla battaglia dando modo ai gemelli e Draco di potersi allontanare. I tre ragazzi continuarono a correre, zizzagando tra gruppi di maghi e streghe che combattevano tra loro e, mentre si avvicinavano alla Foresta Proibita, furono fermati e circondati da un gruppo di Mangiamorte capeggiati da Lucius Malfoy.
- Finalmente i topolini sono usciti dal loro nascondiglio. – parlò una strega da dietro la sua maschera d'argento.
- E noi che speravamo di vedervi arrivare messi fuori gioco da Snape. – scosse piano la testa un mago alla destra di Lucius.
- Non è così facile metterci fuori gioco. – rispose con un ghigno Elizabeth.
- È da quando siamo piccoli che ci prepararono per affrontare situazioni come questa. – annuì Harry – Pensate che sia così semplice farci fuori?
- Purtroppo ci siamo resi conto che siete più "resistenti" del previsto! – sbuffò Lucius, aveva l'aria malata e Draco provò pena per lui – Figliolo, non è ancora troppo tardi per stare dalla parte giusta. Dimostra al nostro Signore che gli sei fedele, metti fuori combattimento i gemelli e portali a lui in dono.
Draco osservò con attenzione il gruppo di Mangiamorte che avevano sbarrato loro la strada e, mettendosi in posizione di difesa al fianco di Harry ed Elizabeth, fissò i suoi occhi in quelli spiritati del padre replicando:
- Ho già scelto da che parte stare, padre.I gemelli gli sorrisero grati per quelle parole ma non riuscirono a ringraziarlo a dovere perché il combattimento tra loro e i Mangiamorte iniziò in modo cruento e veloce.
- Sbrighiamoci a catturarli! – ordinò Lucius – Sono solo degli stupidi ragazzini.
- Sissignore! – annuirono come un sol uomo i maghi e le streghe che gli stavano vicino e Draco serrò la mandibola cercando qualche incantesimo abbastanza potente per difendere la sua fidanzata ed il cognato, non poteva finire in quel modo tra la polvere del cortile e il rumore assordante della battaglia alle loro spalle.Harry ed Elizabeth erano dei maghi molto potenti, alcuni dei loro incantesimi di attacco andarono a buon segno mettendo fuori gioco i Mangiamorte più forti ma più ne abbattevano più ne arrivavano e ben presto la stanchezza iniziò farsi sentire, rendendoli meno cauti.

Draco faceva del suo meglio per non essere un intralcio: aveva eliminato molti nemici ed aveva tenuto il padre impegnato in un duello all'ultimo incantesimo; ma poi aveva dovuto arrendersi all'evidenza che, nonostante tutto l'allenamento, non era ancora abbastanza potente per vincere contro Lucius.
- Ragazzi. – ansimò sostenendo uno degli scudi più potenti che aveva imparato a generare – Dobbiamo trovare una soluzione, stiamo avendo la peggio.
- Ci credo. – ansimò Harry detergendosi il sudore dalla fronte – Al contrario di loro, non abbiamo nessuno a darci il "cambio".
- Mandiamo un Patronus, - propose Elizabeth – chiediamo aiuto ai nostri amici, agli insegnanti...I ragazzi annuirono e, mentre Harry continuava a scagliare incantesimi di attacco e Draco teneva alto lo scudo, Elizabeth si concentrò su alcuni dei ricordi più belli e preziosi che aveva e dalla punta della sua bacchetta uscì un fumo argenteo che ben presto si trasformò nel suo Patronus corporeo.
- Corri a chiedere aiuto! – pregò la sua Anaconda d'argento – I gemelli Potter e Draco hanno bisogno di aiuto per sconfiggere un gruppo di Mangiamorte. Portali da noi. – concluse e l'Anaconda, dopo averla guardata un'istante negli occhi, annuì e scappò via a cercare qualcuno in grado di poterli aiutare ad affrontare quella battaglia. Stanca per aver usato quel potente incantesimo, la strega Serpeverde guardò il gemello e il fidanzato combattere riprendendo fiato e, aiutandoli a sostenere lo scudo, mormorò irritata:
- Finiranno le loro scorte di maghi prima o poi!
- Lo spero, altrimenti non arriveremo mai da Voldemort in tempo per... - ma non riuscì a concludere la frase perché una voce alle loro spalle gridò:
- Stupefìcium! – mandando a gambe all'aria buona parte dei Mangiamorte.
- Luna! – la accolse Harry con un sorriso grato.
- Scusate, ci ho messo molto. – ricambiò il sorriso lei mettendosi di fianco ad Elizabeth, sembrava riposata come se non avesse combattuto fino a quel momento.
- Sei tu da sola? – chiese Draco felice di vedere un volto amico.
- No, l'Anaconda di Liz ha trovato un piccolo gruppo dell'ED, lo sta portando qui.
- Grazie. – mormorò grata la strega – È bello vedere un volto amico.
- Sì, ma non distraetevi. – li pregò Draco, stava iniziando a stancarsi ed il suo scudo non era troppo affidabile.

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